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Cronaca sovversiva. [volume] (Barre, Vt.) 1903-1920, September 12, 1903, Image 1

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ANNO I.
NUMERO 15 -
Ebdomadario anarchico di propaganda rivoluzionaria.
Ut redeat miseiis abeat fortuna superbis!
, Jbbonamento annuo per I' interno e per T estero, $1.00
semestre " " " .50
I manoscritti non si restituiscono
Redazione ed Amministratone, P. O. Box I, Barre, Yfc,
SATURDAY, SEPTEMBER 12 1903.
BARRE, VERMONT.
SABATO, 12 SETTEMBRE 1903.
"CRONACA SOVVERSIVA
September 12 1803. N. 15
Publisbeb every Saturday, Barre Vt. Subscriptjon
One year $ 1 ; Sìx montila 0,50; Tbree montbs 0,25
Cents. Single copy 2 Cents. C. Abate Publisher.
' .
j
ANARCHIA
Sulle cime nevose delle Alpi, laddo
ve l'aquila spazia libera e la natura é
orridamente bella, cresce un fiore gen
tile e poetico, che i tedeschi chiamano
Edelweys'. per cogliere quel fiore spes
so l'audace alpinista incontra serii pe
ricoli, talora anche la morte; perciò su
di esso corre una strana, una mesta
leggenda.
Sulle più alte vette della scienza e
della speculazione filosofica, sormon
tate dal pensiero ne' suoi voli eccelsi
e vertiginosi, attraverso il cielo im
menso e radioso dell'investigazione
creatrice, cresce e vegeta rigogliosa
Y Anarchia, questo bel fiore dell'Idea,
che ha pure una leggenda, la leggen
da di Prometeo e di Anteo, dell'eter-
na lotta e aen eterno aoiore.
Il suo profumo non ha il potere
narcotico di certi fiori orientali che so
piscono lo spirito nelle molezze vo
luttuose dell'estasi contemplativa, ma
risveglia invece l'intelligenza operosa,
la fierezza superbamente divina e le
audacie indomite.
; , . - L'anarchia non agita ai venti una
bandiera settaria, ma sfolgora nella
luce della verità; essa è la sintesi lu
minosa, dell'evoluzione umana, il cen
tro d'attrazione suggestiva delle aspi
razioni individuali; é la più alta poe
sia del sentimento ed èia più rigorosa
e matematica teoria dell'integrale per
fezionamento umano. Sottopone ad
accurata disamina i problemi più com
olessi e oiù difficili della felicità, oal-
' pita nei cuori anelanti giustizia, freme
nell'anima delle moltitudini oppresse.
Come ogni idea grande, generosa,
l'Anarchia nel suo movimento ascen
sionale verso l'ardita e contrastata
mèta, s'imbatte nel misoneismo degli
uomini aei passato, nei sogghigno
mefistofelico degli egoisti del senti
mento, nelle insìdie e nelle imboscate
continue dei vili; ma chi può trattene
re il guizzo istantaneo del fulmine?
chi può trattenere l'areostato che sale
a prodigiosa altezza al disopra delle
nubi? chi può trattenere il corso in
stancabile del vecchio Saturno?
L'Anarchia trae dal sangue dei suoi
martiri la linfa necessaria al suo svi
luppo, dalle persecuzioni la forza ed il
vigore, l'affrettarne nto del suo trionfo.
Nelle sue grandiose concezioni in
dovina e concreta i bisogni pili pre
potenti, pili imperiosi, che sentono in
differentemente spiriti eletti e iloti
della civiltà; come ideàlità é superióre
a tutte, perché è nata colPuomo, coi
del vero; perché, infine, forma quasi
il substrato della natura impaziente
dei popoli, sempre sitibondi luce e di
progresso, sofferenti da secoli la no
stalgìa della Libertà.
Gli astri roteanti armonicamente nel
lo spazio etereo, gli atomi e le mole
cole componenti i corpi, e che si muo
vono continuamente in mille guise,
cambiando posizione in ogni secondo
di tempo, ubbidiscono tutti a leggi di
namiche. Ove essi disubbidissero a
queste leggi, addio musica delle sfere,
addio forma dei corpi!
Nella macchina animale é impossi
bile, del pari, supporre funzioni indi
pendenti fra loro, e nell'umano con
sorzio, nel secolo di Darwin e di Vol
ta, sarebbe oltremodo strano credere
la vits. sociale separata e nettamente
differenziata dalla vita individuale. La
legge che presiede a questi due ordini
di fenomeni é schiettamente econo
mica, è lo spirito di associazione.
Questione sociale e questione uma
na sono dunque due termini che si
equivalgono e completano a vicenda
sono perciò due termini sostituibili.
Ma questione umana vuol dire con
quista del pili alto grado di evoluzione
fisica, morale, affettiva e intellettuale,
vuol dire dunque conquista del be
nessere. Il benessere: ecco la gran parola
nel cui nome sorgeranno a migliaia, a
milioni i combattenti delle battaglie
dell'avvenire, ecco l'insegna logica
del socialismo! ;
La prima condizione al benessere e'
la pili larga autonomia individuale. La
tirannide dello stato ha pesato sempre
gravosamente sulla spontaneità degli
attti umani e sul libero espandersi del
le varie, iniziative. Finora quando i
popoli erano istupiditi dall'ignoranza e
dalla superstizione, lo Stato poteva in
tervenire, come tutore, e spogliare,
secondo , le qualità inerenti alla sua
speciale attribuzione, senza misericor
dia, i poveri e ingenui pupilli; ma og
gi le nuove generazioni hanno acqui
stata abbastanza esperienza per fare a
meno di un tutore dissanguatore e si
accingono con lena inusitata a rove-
sciare dal suo piedestallo quest' idolo
di creta, che tante lacrime ha fatto
versare all'umanità sofferente.
Quando all'ingerenza autoritaria e
accentratrice dello Stato, sarà sostitui
ta l'iniziativa individuale, allora l'uo
mo potrà dirsi veramente libero e so
vranodi se' stesso!
L'anarchia raccoglie il grido dispe
rato delle plebi affamate, l'imprecazio
ne di coloro che gemono nelle bolgie
della prostituzione e del delittori sin
gulti angosciosi della passione traboc
cante, che non trova nella società ipo
crita uno sfogo naturale; raccoglie gli
sforzi immani degli Enceladi moderni,
agitantisi sotto il masso granitico de'
pregiudizi e della morale borghese.
Essa non porta, come Atlante, il
La gente per bene
Non so tacerlo : la gente per bine
m'annoia, mi fastidia, mi nausea. Una
persona per bene é il droghiere che
mi vende farina in luogo di zucchero
e cicoria in vece di caffé; per bene lo
strozzino che mi dà per venti scudi
quel "che costa cinquanta soldi; per
bene il padrone di casa che mi affitta
per venticinque franchi un tugurio che
non vai tanto a comprarlo; per bene
il sarto che s'impegna di dare ai miei
calzoni la sagoma più grottesca, il
barbiere che mi scuoia, la donna che
m'inganna, l'amico che mi vende, tut
ta gente per bene.
Tutti coloro che mi burlano, quelli
che m'ingiuriano, m'ingannano o mi
rabbuffano son persone degne, serie,
decenti, virtuose, onorate : è quel
che v'ho, detto, l'onoratezza è stomachevole!
suoi dolori, colle sue speranze, co'
suoi dubbi, colle sue lotte titaniche ' fardello del Cosmo, ma trascina- seco
per la conquista del bello, del buono e ' un mondo d'ideali!
Un povero diavolo che non ha man
giato da tre. giorni ruba un pane, il
fornaio derubato sporge denunzia al
l'autorità: la giustizia mette la mano
sul ladro di pagnotte, é un mariuolo;
al fornaio dà ogni sorta di soddisfa
zioni; é una persona per bene.
Tuttavia il fornaio ruba ogni giorno
al pubblico, agli operai del suo forno,
ai contadini che seminano il grano, ai
mietitori che lo raccolgono, ai mugnai
che ne fanno farina, a tutti i santi.
Il ladro che egli ha mandato al pe
nitenziario non ha rubato mai nulla a
nessuno forse é stato egli stesso de
rubato in qualcuna delle operazioni
necessarie a tradurre in pane la se
menza feconda!
Lungo il marciapiedi passa, cercando
compratori d'un'ora, una povera infe
lice: non ha genitori, non ha fortuna,
non ha nella lotta aspra per l'esisten-
za, protezione od armi. La polizia l'af
ferra e la mette al buio; diamine ! é
una prostituta e bisogna pur salva
guardar la morale.
Un'altra donna, la marchesa X, ha
due cicisbei con cui s'abbandona ad o
gni sorta di pervertite libidini: inganna
i'uno coll'altrò e con tutti e due jl co
niuge, il rispettabile marchese. La la
sciano fare, la stimano, s'inchinano, la
tengono in considerazione: la , mar
chesa é donna onorata !
Un pugno di lavoratori si mette in
sciopero: non può campare di quel
che guadagna, non vuol subire i ca
pricci del padrone o reclama per al
cuni compagni arrestati la dovuta li
bertà. Interviene la forza commetten
do violenze col pretesto d'impedirle,
mitragliando gli uni, arrestando gli
altri, torturando il resto perchè la
massa torni senz'indugio alla galera.
Gli è che i lavoratori sono crimina
li, vagabondi, anarchici! '
Un buon borghese chiude la sua
fabbrica, é stanco di commerciare e
d'arricchirsi. Migliaia di lavoratori re
stano senza lavoro, senza pane, io
isciopero sforzato. La forza pubblica
difende il borghese, il borghese, pro
vocatore e causa della disoccupazione
forzosa: il borghese è uomo degno,
persona onorata!
-; ' : ;- ' "r '"V: : .' -rv ..
. .. V
Perché sgranare altri esempi? In
tutti gli atti della sua vita .l'uomo ono
rato ci sta alle costole, s'impingua del
nostro lavoro, ci butta come limoni
spremuti, distrugge ogni nostra previ
sione, ci ruba le nostre figliole....
E' presto visto: se non vogliamo,
noi i pochi e rari uomini inceri che
ancor restino al mondo, scoppiare di
nausea dovremo rifugiarsi tra i pazzi
n wiiiuttictii, cui lauri e colie prosti
tute. Essi hanno maggior fermezza di ca
rattere, maggior mitezza d'animo, sen
timenti più nobili che non abbian tutti
i feticci adorati dalla società sotto il
nome pomposo di gente per beile! '"
Giulio Gamba.
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SOMfiJlfJIETfi' E Ì?ESPOlSnBlMTri!
NELLA LOTTA OPERAIA (l)
M'abbisognava trovare un campo d'a
zione in cui la grande massa del popolò
potesse raccogliersi nella concentrazione
d'una seria, necessaria concordanza dei
sentimenti inseparabili di dignità, di li
bertà e di solidarietà umana.
E' terreno che deve dare buon frutto se
i due elementi dei quali ci siamo diffusa
mente intrattenuti saranno conveniente-
mente utilizzati e eonioinau, se cioè, per
una paite, si saprà stimolare nel pubblico
(cioè nella grande massa lavoratrice) per
gli scioperi, un interesse economico egua
le a quello che possono sentire gli scio
peranti stessi; se si saprà per l'altra in
fondere nei lavoratori il sentimento delia
loro responsabilità in rapporto al proprio',
lavoro incitandoli per tal modo a cessare
dal danno che reca ai propri simili ógni
lavoro antisociale.
Tale azione risvegliando negli strati
operai il sentimento della dignità e della,
solidarietà, preparandoli di conseguenza
all'esercizio della libertà, li renderebbe
meno refrattari! ad una propaganda più
avanzata e che non sarebbe più, come og
gidì, così contraddetta dal nostro e dal
loro modo di agire e di vivere.
Le grandi linee di questo piano d'azio
na, si diseguano, a mio avviso, in ciò1 che
riflette i lavoratori nelFobbligo che essi
hanno di rifiutarsi ad ogni lavoro che tor
nì di danno alla massa del pubblico al
quale debbono denunziare come esso sia
abbindolato e rubato; in cioy che riflette il
puhUico: neh" obbligo che esso ha di so
stenere gli scioperi, da tali motivi, deter
minai', con una attiva simpatia e col boy
cottaggio. , f
La vittoria probabile di tali scioperi
sarebbe vittoria ad un tempo degli scio
peranti e del pubblico e tornerebbe per
una volta almeno a danno reale dei capi
talisti di cui ridurrebbe colla sconfitta i
benefici

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