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(JRONACA SOVVERSIVA V abbiate voi il coraggio e la premura, a meno che con noi, i crociati della demo crazia, voi non osiate erigere subito di die ci milioni di uomini, d'una formidabile ar mata internazionale,' d'un assedio ineso rato, ogni terra che fermenti la perdizio iev ogni popolo briaco di palingenesi, a me no che non vi sentiate il coraggio, le reni, le braccia l'erculeo proposito d'acciufare la storia e su non cacciarla a ritroso del proprio corso, deviarla e sospingerla in qualche cieco gorgo che ne plachi l'impe to furibondo e ci conceda avvisare ai ri pari: la lega delle nazioni per l'eroica sal vezza e per lo pacifiche rapine dell'ordine costituito. Un messia! Così l'avevano intraveduto laggiù, così l'acclamarono, miracolo, allora che nella reggia di Versailles velava di palme euca ristiche e di pacifiche omelie, il laccio e la magaika cosi, laggiù, come l'altro messia, vox clamanti in deserto, trova il raca dei miscredenti e l'angoscia di Ghetsemani . . Quos vult. perdere deus dementati Alla borghesia sull'orlo dell'abisso due mondi, quello che precipita minacciosamente al l'oblio, quello, che assurge violentemente a l'aurora, hanno offerto la salvezza: So--viet o le dragonnate. Il Soviet che bandi ta l'incapacità economica del proletariato riconosce la necessità della cooperazione tecnica della borghesia allo sviluppo della produzione in misura corrispondente ai wvmiUM . ( k 'v' p . v va s wua dentellato, l'estremo f orse, alla collabora zione di classe, l'ultimo generoso . compro, messo. O le dragonnate che s'impernia no nel bieco delirio puritano del Wilson fremendo la cariera disperata, fiutando sul carname proletario esausto e depresso l'or già libidinosa della strago e del sangue he soffochi della eresia cori-osiva le voci, la passione, la memoria. Non ha il coraggio dell'una nè dell'altra soluzione, si lascia andare alla deriva af ferrandosi agli sterpi, raccomandandosi ai cerotti, agli specifici che alternano di stu- ,1 candidati alla deportazione hanno fatto i bauli ed attendono ; ma pare che tanta era la premura di spedirli di là dal fosso un paio di mesi addietro, al trettanto è cauto oggi nel Commissa- Al Giudice" Anderson della Corte Fe derale di Boston il quale ha avuta l'in genuità di proclamare che non è questo il momento di togliere a nessuno la li bertà, neanche agli anarchici, hanno f at to intendere dall'Olimpo che egli non era giudice gradito nella vertenza, ed egli dovette ritirarsi cedendo il posto al vecchio v giudice Aldridge. Il quale non par disposto neanche lui a piegare il groppone agli czare schi ordini che grandinano dalla capita le, dal momento che ha offerto alle par ti, al Commissariato dell'Emigrazione ed all'Avvocato Pettine un compromes so; che sia cancellata la deportazione, se gli imputati se ne vanno in Europa di loro spontanea volontà ed a loro spe se, coli 'obbligo t utt avia di twertfre dieci giorni prima della partenza le au torità federali, e del luogo d'imbarco, e del piroscafo su cui vogliono fare la traversata, e del porto di destinazione. I compagni nostri, il compagno Gal leani quanto meno ha ringraziato dei suoi buoni uffici l'Avvocato Pattine, ma ha senz&un indugio respinto la pro posta del udice Aldridge. La libertà, conchiudeva il Galleani. si contende al soprafattori ad ogni mo tto e con varia fortuna, si conquista o si prende, ma anche nell'ipotesi meno fortunata si serbano la speranza, il pro posito, l'energia di riafferrarla al primo incontro. - . - . ìì i i" : ' r Ma noiT SI Daratia mai con i pulizia. Un qualsiasi compromesso coi manigol di suoi, non soltanto ci inabiliterebbe ad ogni protesta, ad ogni conquista ul teriore, ma sancirebbe di una plenaria indulgenza le vigliaccherie, gli arbitrii, le bestiali persecuzioni di cui gronda la turpe democrazia Wilsoniana ; un c vangelismo di cui non siamo capaci e di cui essa è indégna. Non ci volete più qui! E mandateci in Siberia, all'inferno, che non sono peggio della grande re pubblica che non ricorderemo se non per maledirla, alla quale non torceremo che il giorno in cui occorrerà mia mano spre giudicata ed una volontà inesorabile di sovvertirla di mandarla a gambe all'a ri ì . E nei jeriteri e nei propositi sovra e spressi non è dissìdio tra i candidati al la deoortazione. Eugenio Debs ha incominciato dome nica scorsa, nel penitenziario dì Mound sville, , Va. la decennale sentenza, in Cronaca del Sani uffizio pori e d'incoscienza gli strappi dell'agonia: après nous le deluge! . -Ed il messia rifà le valigie scorato fra l'apatia dove non fra le imprecazioni ge nerali, pei lidi suoi. L'avevano sommerso al suo apparire di fiori, d'acclamazioni di lauree ; ad hono rum, di cittadinanze esimie; di tutti gli omaggi, di tutte le benedizioni. Torna come un ladro. Ha voluto giuo care di malizia con faine di razza come t il Clemenceau ed il Lloyd George, ed ha sciupato i denti; ha, voluto coprire di elu cubrazioni storiche le sue mercenarie dedi- .ioni ai Jugo-slavi ed ha mostrato che ne. j gli esami di storia alla Hopkins Univer sity sono di manica larga; professore di giurisprudenza ha mostrato d'ignorar che ogni contratto è bilaterale e che se invoca nel nome di Monroe che nessuno dall'altro continente ha il diritto di ficcar il naso nelle faccende transatlantiche, neanche ha egli il diritto di ficcare il naso nelle vicen de d'oltremare, e non è apparso più che il creditore esoso ed odioso che , nella bilan cia del debitore, come il Brenno o come il Shylock. della leggenda, misura le sue pre tese col peso della spada o dei doppioni; e non gli hanno prestato fede nè credito più, neanche dove e quando egli era indub biamente sincero e dalla vecchia Europa esigeva gli -facesse da tirapiedi a buttare il laccio al collo al mondo in perdizione. ' Non hanno creduto che avesse neppure ! l'attitudine di fare il boia intelligente mente. E toma a casa colle pive nel sacco e col le costole indolenzite. Ecce homo! TRIBOULET, 1) Discorso su "PRINCETON IN THE XATION'S SERVICE", 21 Ottobre 1896. 2) E. Pourniere: L Règne de Louis Philippe. 407 e segg. 3) Henry Jones Ford: W. Wilson: The man and his Work. 116. 4) PROVIDENCE JOURNAL 27 Gen naio 1919. - flittagli dal giudice Westenhaver del la corte federale di Cleveland, l'autun no passato, e recentemente j confermata dalla Suprema Corte degli Stati Uniti alla quale era riorso in appello, impu gnando la costituzionalità della legge sulla spionaggio. v.-- - : t ; VT Nel suo pronunciamento il Chief Jus tice Holmes si dilunga a provare che Debs aveva, nel suo discorso di Can ton, Ohio. pel quale fu condannato violato l'Espionage Act, una verità del Signor de La Palisse, che lo stesso Debs non ha mai sognato di contrad dire e di cui va orgoglioso, non osando intaccare suello che era il nocciolo della questione, la ragione dell'appello al su premo consesso della repubblica: la co stituzionalità della legge sullo spionaggio- Non si sa mai ! Eugenio Debs è una vecchia figura del movimento socialista americano, la pili simpatica e la più inflessibile, an che. Mentre i giovani che dall'apostola to attendevano lauta prebenda e facile gloria, travolti dall'ultima bufera guer raiola, negata la fede e traditi i com pagni, trescano oggi a Parigi, al soldo di Wilson e di Gompers, nelle grasse sinecure democratiche, la disfatta del risorgimento proletario, egli, vecchio di sessantacinque anni, prossimo alla tom ba, varca la soglia del penitenziario con vinto della propria rettitudine, circon dato dalla simpatia dei molti, amici, e sicuro che il governo degli Stati Uni ti, governo di classe come tutti gli al tri, non poteva agire diversamente al suo riguardo, e che "the court of final xcsort is the people, and that court will Te Jieard from in due' time". . Eugenio Debs ha ricusato implorare un perdono al governo che non deside rerebbe che di placare con Una genero sità si facile le innumeri proteste che si elevano contro l'Espionage Act, e ri cusa 1' eventuale carità di una amni stia che non comprenda tutti i condan nati colitici.' Con la notizia dell 'assassinio di Pie tro Marucco per opera dei sicari di An tonio Caminetti, un'altra ne abbiamo a registrare che dimostra come all'uffi cio' dfH'Immi grazi one a Washington non sono affatto pentiti, anzi. . . . sono tutt 'altro che disposti a rinunciare al mezzo comodo ed... efficace con cui disfarsi degli anarchici. Angelo Veriechio di Utica, N. Y. è stato misteriosamente ed affrettata mente imbarcato per l'Italia, senza che gli sia stato concesso modo e tempo di consultare alcun avvocato od assicurar sene il patrocinio, eselusa la possibilità d'ogni minima dìf esa . . . proprio come Pietro Marucco ! E non ci sarebbe da sorprendersi che, come, quest'ultimo rimanesse ... a me tà strada ! Avevamo letto circa tre mesi addie tro che i mastini 'del' servizio segreto avevano scoperto un altro dei soliti te nebrosi complotti anarchici, ed arresta to a Cleveland, tornato appena dal pe nitenziario di Leavenworth, Kans., ove aeva scontato una sentenza per vio lazione dell'espionage Act, Pietro Pie riil quale in comutta con R. J. Bob ba attualmente in quel penitenziario dove espia cinque anni affibbiatigli dal giudice Landis di Chicago nel processo dei 93 I. W. W's avrebbe congiura to contro la vita del Presidente Wilson. Poi non né avevamo saputo più nul la ed avevamo concluso non si trattasse che di uno dei soliti bluff montati dal la polizia per farsi un po' di reclame. Leggiamo ora invece, sui giornali, che il diciotto aprile, ultimo il Grand Jury federale di Topeka, Kansas ha passato un verdetto di giudicabilità per il delitto incredibile di cui sopra e l'u no e l'altro saranno processati in otto bre: ' - " - ' ' Come pensasse di ammazzare Wilson, il Bobba che ha ancora quattro anni da scontare a Leavenworth, o come po tesse il Pieri congiurare . . . da solo, non e nella mia missione di 'indagare. Una cosa però è certa :xhe là cretinaggine del. Grand Jury federale di Topeka, Kans., è sconfinata come l'onnipotenza di. Dio e la buaggine della polizia. Gli Stati Uniti sono oggi la polizia. Nessun altro. - j ." A . . : : I lettori non hanno dimenticato gli undici compagni dì Milwaukee condan nati a un quarto di secolo dì galera per ciascuno in seguito alla sanguinosa tra gedia del Settembre 1917 provocata dall'evangèlico prete Giuliani in com butta eon la sbirraglia. I compagni ri corderanno pure come questa abbia a vuto pochi giorni "dòpo, nèriuo proprio covo, la lezione che si meritava. Chi non se ne rallegrò? ; Oggi siamo lieti di annunciare che sette dei condannati non ce ne sono finora pervenuti i nomi sono stati liberati, assolti da ogni responsabilità; che due sono usciti in libertà provviso ria sotto il vincolo della cauzione; e che degli altri due, ancora in carcere, si attende l'imminente liberazione. L'attendiamo ansiosi augurandoci definitiva.. La polizia ha preso sul serio la sua missione: e non è da oggi. Quella di N. Y. si è acquistata una fama ormai ed ha nella sua storia più recente un'at- ! tività considerevole di vendette bestia li perpetrate sugli anarchici. E continua, indisturbata à coprirsi idi gloria. . . democratica bastonando sen za remissióne ed anche senza ragione quanti anarchici abbiano la sfortuna di capitarle in mano. . Ricordiamo a memoria perchè se an dassimó a pescare minutamente, la lista non finirebbe più: nell'aprile del Ì915 ,il compagno Valentino Campanella che se ne usciva da una riunione alle 106 St. fu assalito dal detective Coy e da un suo compare, bastonato, buttato a terra, calpestato e là abbandonato con la testa fracassata è le braccia saguinan ti, solo quando le donne al vicinato ter rorizzate da tale spettacolo di vigliacca brutalità, sì misero a gridare attirando l'attenzione dei passanti. Sempre nel 191', José Aita che, in Corte, durante il proceso Abarno Car bone, parlando coi compagni aveva mos so le mani, è accusato da Polignani di averlo minacciato, arrestato, sul luogo, malmenato, e per aggiunta condannato ad un mese di prigione. I compagni arrestati nel luglio 1916 dopo la visita fatta alla redazione del 'Progresso" 7 non furono trattati me glio e s'ebbero ognuno la sua dose ab bondante. Elnà sera dello scorso feb braio," una dozzina di sbirri invasero il ristorante alle 106 St., dove il com pagno Mario M- ed alcuni altri, scambia cano, dopo cena, quattro chiacchiere ino cue. A tutti è intimato di uscire, meno al Mario, il .quale, circondato dalla ban da losca si riceve una scarica maledet ta di pugnile di calci è di bastonate; trascinato barcollante sulla strada ri ceve il resto, finché stanchi lo abbando nano più morto che vivo, con la testa- rotta, le ossa pestate ed il corpo sangui nante per le ferite avute. Ai compagni Andrea Ciofolo. e -Tommaso Campesi arrestati il 28 marzo scor so non è toccato miglior fortuna. Portati alla stazione centrale di po lizia furono sottoposti a quella demo cratica procedura inquisitoriale che si chiama il "third degree", che in Ame rica trionfa molto più che non la de mocrazia, è che consiste nell'indurvì a rispondere alle domande che vi si ri svolgono confermemente ai voleri del la polizia, a mezzo di pugni nella fac cia, bastonate nelle costole e calci ne gli stinchi. Questa procedura il compagno Cio falo ha subito in presenza dei Capita no Tunney che dirigeva i lavori dei quattro manigoldi briachi. Trattenuti a questo genere di sva ghi per varii giorni, in aperta viola zione delle disposizióni legislative che vogliono ogni arrestato sia tradotto di nanzi il giudice competente entro le ventiquattro ore, i due compagni furo no finalmente portati in tribunale. Tommaso Campesi è accusato di vio lazione della legge Sullivan ed attende in libertà provvisoria il processo. Andrea Ciofalo accusato di non esser si registrato si trova sotto mille dollari di cauzione, e nella sua qualità di anar chico, che davanti agli inquisitori ha affermata e difesa, candidato alla de7 portazione. Com'era a prevedersi, il gran bac cano interessamente prowocato dal la polizia ai tempo dell'arresto a New York di 'quattordici compagni per at tentato contro la vita del presidente Wilson, è finito in fumo. ' Dopo averli inutilmente tenuti, sequestrati venti giorni, nella impossi bilità di procurarsi il patrocinio di un avvocato, di nessuna cosa poterono es sere incolpati e otto furono rilasciati, mentre sei sono sempre ad Ellis Island in attesa di essere deportati. A tretasette dei novantatre I. W. W. condannati a Chicago lo scorso agosto in quella corte federale, è stato final mente riconosciuto il diritto alla liber tà provvisoria, pendente la decisione sul ricorso in appello. Non è mica una grazia che il governo elargisce, ma un diritto lungamente calpestato ed ignorato che riconosce ai condannati, quello al ricorso in appello, solamente dopo averli arbitrariamente seppelliti per nove mesi entro le mura del penitenziario di Leavenworth, Kans. Alcuni dei beneficiari sono usciti già ma non tutti, le cauzioni essendo mol to elevate, per i 37 ammontano in fatti a 274.000 dollari in omaggio all'abitudine acquisita dalla burocra zia repubblicana di ostacolare il più possibile la liberazione, sia pure prov visoria, dell'imputato. E non è mai facile trovare cauzionali pei prigionie ri politici. Per la vita e per Videa 11 compagno Luigi Galleani ha tenu to nel corso delle ultime settimane con ferenze negli Stati del Connecticut e del Rhode Island parlando a New Lon don, a Pawtucket e. a Providence, ri petutamente ; il compagno Raffaele Schiavina ha parlato a Newark, N. J. ; a Brockton e East Boston, Mass.; a New London, Coiui. ; a Niagara Falls, e a Rochester, nello stato di New York. A. Il concorso largo, sempre e dapper tutto, del pubblico alle conferenze dei nostri oratori, l'interesse col quale par tecipa alle discussioni che le seguono, sono indice indubitabile del bisogno nuovo, più vasto, che anche il proleta riato immigrato sente di non rimanere estraneo alle grandi questioni in un si estraneo alle grandi questioni in cui si che a compiacersene, e a intensificare l'opera nostra. ' lj ILJi Ezl PE -o- Chiudendo la sua arringa in difesa di Raoul Villain' il sicario del capitali smo repubblicano che nel luglio 1914 aveva ucciso Jean Juares il procura- 4 tt u f ? EMILIO COTTIN tore generale invocava dai giurati u. verdetto d'assoluzione per l'imputato che un immenso, giustificabile e lodevo le amor di patria aveva spinto all'omi cidio, portava a "giustificazione' del lùn go ritardo posto alla conclusione del processo, che durante la guerra tutte le passioni, gli entusiasmi, gli interes si essendo estremamente acuiti e gli animi eccitati, l'atmosfera in cui il pro cesso doveva svolgersi escludeva la pos sibilità di un giudizio spassionato ed equo, di un verdetto inparziale. Come pretesto non c'è male. Il pa triottismo dei cittadini giurati non a vrebbe certo tollerato un verdetto con tro l'eroe ch'ebbe l'audacia di liberare la Francia alla vigilia della guerra na zionale di redenzione, dagli intrighi pe ricolosi d'un internazionalista giurato, di un socialista convinto ed autorevole. E il funzionario coscienzioso eh vuole ' giustizia sia fatta e la legge applicata con imparzialità, manda alle calende greche un giudizio che sa impossibile nelle circostanze presenti. Ma, allora, perchè le misure di saggia providenza osservate con tanto scrupolo per Villain, si trascurano e si calpesta no nel cano identico di Emilio Cottia c.e il 19 febb. attentò alla, vita di Cle mencau, e, arrestato, maltrattato a san gue dalla sbirraglia, è frettolosamente condannato a.morte in men che un me se dal tribunale militare? Maggiore identità fra due fatti è dif ficile a pensare. La guerra che durava per il Villain, doveva ben durare anche pel Cottili e le circostanze che sull'uno sollevava no le patriottiche tenerezze della giu ria, erano sempre a produrre sull'altro l'effetto opposto. Tant 'è vero che mentre Emilio Cottim . è stato condannato a morte pur non a vendo inflitto" che qualche graffiatura a Clemencau, l'uccisore di Jean Jua res, portato in tribunale, quando pro prio non sène poteva più fare a meno, è stato assolto. Contrasto di pesi emisure troppo eviden te per passare inosservato e che non atte per passare inosservato e che non atte nua certo la generosità di Clemencau. Il quale, non sollecitato, Cottin si è energicamente opposto ad ogni ricorso in appello ha ottenuto la commuta zione della pena di morte a dieci anni di segregazione cellulare.. Non si c smentita là "tigre" con la sua generosità, per cui invece d'am mazzare l'anarchia con un colpo secco di l scure lo si condanna al più atroce sup-