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ANNO III BARRE VERMONT, SABATO 5 AGOSTO 1905 Num. 31 Ebdomadario anarchico di propaganda rivoluzionaria. L' Ut redeat miseris àbeat fortuna superbis l . i ..!-....- Abbonamento annuo per l' Interno e per 1' estero, $1.00 semestre " '! " " 50 1 manoscritti non si restituiscono Redazione ed Amministrazione, P. O. Box I , Barre, Vt. AI GIOVANI "L'uomo non vive di solo pane", vive anche di pensiero. Il "banchetto della vita" di cui parlano; i poeti e i filosofi, è figuratamente quello che nutrisce il corpo; ma quello vero, nel suo significato completo è il banchetto "di Platone" in cui si scambiano le idee, gli uomini si comprendono e si istruiscono mutualmente, e nel quale, come nella cena pasquale, uno stesso nutrimento spirituale unisce i convi tati quasi in un sol corpo, dando a tutti un'anima comune. Ma per arrivare a questa comunio ne degli spiriti umani, la prima cosa da farsi, l'opdra urgente per eccellen za, non è, quella di assicurare a cia scuno l'istruzione materiale, lo svi luppo della intelligenza nell'esplica zione completa della sua capacità? ' Quello che Pericle diceva per Ate ne, essere questa la 'scuola della Gre-, eia", bisogna che diventi cosa vera per ciascuna dellé nostre città, e far ne altrettante scuole del m'ondo, e scuole vere, in cui tutte le cognizioni siano impartite a tutti ed insegnate da tutti, nella massima libertà, senza restrizioni o limiti imposti dall'età, dalla professione, dalla fortuna o dalla mancanza di' certificati ed altre car- taccie inutili. Questo è l'ideale nostro, molto dif ferente dagli spiriti "moderati" delle persone "saggie" che dividono la scienza in due parti, l'una falsa e sa pientemente falsificata ad uso dei bimbi poveri destinati a servare, e l'al tra larga, libera, senza limiti gonfia di orgoglio, e perciò anch'essa falsa, per i fanciulli ricchi destinati a co mandare. A paragone di questo, me glio vale l'ideale del buon credente per cui la "fede nell'assurdo" basta, e che non vuole scienza per nessuno! Iv'uomo che mangia secondo il bi sogno e s'istruisce come vuole, è un uomo libero, è per tutti un eguale; ma gli resterebbe ancora un desiderio da soddisfare, la fratellanza, se questa non si realizzasse necessariamente insieme all'ideale del pane e dell'i struzione, giacche tutti i progressi si determinano l'ini l'altro, e l'educazio ne reale che forma lo spirito forma altresì il cuore e ne fa scaturire il sentimento della fratellanza. Ad essa' spetta il volgere la combat tività dell'uomo verso altri scopi che il danno e la morte del suo simile, di ricondurla ad un lavoro virile, verso ricerche aspre e difficili, a cammini lontani, irti di pericoli e di prove do lorose ma utili alla comunanza. Bsta all'educazione completare in maniera diretta, la moralizzazione ottenuta in direttamente sopprimendo la miseria e l'ignoranza. Allorché il lavoratore, sicuro del pane quotidiano, non sarà costretto a inchinarsi umilmente ad un padrone; allorché le fanciulle e le madri non dovranno più vendersi ad og;ni maia le che passa, per mangiare e dar da mangiare ai figliuoli; quando i fan ciulli potranno divenire davvero degli uomini, sani, gagliardi e forti, al lora le condizioni dell'ambiente so ciale dovranno a forza trasformarsi , completamente: esseri nuovi costitui ranno una nuova società. Data una umanità composta di in dividui, liberi, uguali e istruiti, è im possibile immaginarsela accanto a milioni di soldati senza volontà per sonale, attendenti il gesto o il grido che lor dica di scannarsi a vicenda, a milioni di altri schiavi ubbidienti chè passino tutta la vita loro a grattar della carta, a tutta la turba di questi preti, magistrati, poliziotti e carnefici che oggi hanno incarico di insegnare col terrore e assicurare con la clava la morale alle nazioni No la personalità umana, assicura ta alfine del pane del corpo e di quello dello spirito, non s'adatterà più a tale regime che avrebbe fatto perire l'u manità,, se questa non avesse avuto in sè elementi potenti di resistenza e di rinnovazione: l'invincibile amore della vita, la curiosità di sapere, l'iro nia vendicatrice contro i dominatori e lo spirito di solidarietà fra tutti i sofferenti. Questa forza collettiva degli umili, che di per sè stessi non contano quasi nulla, è la forza su cui noi contiamo specialmente per realizzare il triplice nostro ideale: la conquista del pane, la conquista della istruzióne, e la mo ralità per tutti. Gli immensi progressi compiuti fin qui ci ispirano tale fidu cia nell'avvenire. B voi che non avete questa speran za, ritornate pure in grembo all'onni potente iddio delle vecchie teogonie! contentatevi pure di Cristo redentore, col. suo paradiso, in cui pochi eletti godranno pei secoli dei secoli il suono delle arpe angeliche, mentre nell'in ferno miliardi, e miliardi di dannati bruceranno per sempre! ' Eliseo Reclus. UTOPIA i ALL'ANARCHIA Si mima! passando per Io stato Socialista? Opuscolo di propaganda e polemica a 5 cents È uscito oggi. Per richieste rivol gersi alla Biblioteca Cìrcolo Studi Sociali P. O. Box I. Barre Vt. Le utopie non sono spesso che delle verità incomprese. LanArtine. Una obbiezione dietro la quale si trincerano con scetticismo incrollabi le e degno di tutt'altra causa i nostri avversarii, si è quella dell'iMPOSSiBl UTÀ di attuamento del nostro idea le. "La vostra è una bella e nobile utopia" essi ci dicono "ma pur sem pre utopia!". Veramente a codesti pseudo-filosofi, che non vedono una spanna al di là del loro naso, e che non avvertono il grande significato dei rivolgimenti che pullulano ormai qua e là per tut ta l'estensione della decrepita società attuale, non vorremmo neinmeno ri spondere; dovremmo accontentarci di rimandarli allo studio della storia, e all'esame di tutta la immensa serie delle già ritenute utopie, che poi di vennero fatti reali ed innegabili. L'obbiezione però è tanto in voga, ed è divenuta ormai comune non solo agli interessati delle classi dominanti, ma alla gran massa degli oppressi per cui noi combattiamo, così da in comberci il dovere d'affrontarla a viso aperto, per poterla una buona volta distruggere. salariato, allo schiavo moderno, deliberarsene. Una dottrina, dice Louis Blanc non sospetto di anarchismo qua lunque essa sia, politica religiosa o sociale, non si produce mai senza tro var maggior numero di contradditori che di adepti, e non acquista dei mi liti che dopo aver fatto molti martiri. Tutte le idee che hanno guidato gli uomini, non furono forse reputate pazze, prima d'essere tenute per sag gie? Cristo non fu uccìso per aver pre dicato quella religione che si estese poi a tanta parte del mondo? Galileo non fu deriso ed insultato per aver proclamato una verità che ora non olo è riconosciuta e accettata da tutti ma è fondamento di una scienza in tiera? B il pregiudizio dell' antico mondo non ischerniva gli sforzi e le aspirazioni di quell'ingegno che stava per scuoprirne un nuovo? B l'insigne Macchiavelli non fu perseguitato nel suo "Principe" per quelle filosofiche arditezze che oggi sono base d'ogni scientifica ricerca? Un tempo sembrava impossibile che si potesse abolire la schiavitù chi lavorerà, si diceva, se non vi sa ranno più schiavi? eppure colla ri voluzione gli schiavi si emanciparono e il lavoro, lungi dal cessare, si ge neralizzò. Se sopravvenne un regime di sfrut tamento perfidamente velato, tocca al Nessuna idea, dunque, sorse nè si accrebbe, senza martirii e senza mar tiri. Il timore, il pregiudizio s'opposero all'attuazione delle idee più avanzate, più libere e la voce del progresso stentò sempre a farsi strada attraver so l'accasciamento e l'indifferenza: trionfò invece quando vi cooperarono gli entusiasmi e gli ardori, per cui gli uomini si fauno giganti. Se tanti pregiudizii furono distrutti, per chè i restanti non si demoliranno? L'opera di distruzione sarà doloro sa ma l'umanità ne escirà ritemprata. Svegliatevi dunque, discutete, ra gionate, e 1 utopia dell'oggi sarà la realtà del domani! X. L'uomo libero Interroghiamo la società attuale, e cerchiamovi la storia dell'UoMO li bero. Appena muove i primi passi nella vita, il figlio del povero incontra, rit to sulla soglia, un dispotismo impal pabile, misterioso, ma mille volte più crudele di tutti i dispotismi aventi sembianza umana, che s'impadronisce di lui come di una preda. Non domandate se il fanciullo ab bia ricevuto dalla natura il gusto del le arti, la passione della scienza, la fiamma del genio; forse che lo spirito 0 l'anima del povero non sono antici patamente condannati a un soffoca mento prematuro? Non domandate la sua vocazione: forse che il figlio del povero non è aglf ordini della miseria, di questo tiranno stupido, cieco e sor do, che nella distribuzione del lavoro imposto alle sue vittime, non si preoc cupa mai nè punto nè poco, delle lo ro attitudini e delle loro forze? Ma ecco, pel fanciullo, l'epoca del la dolce incoscienza e dei giuochi: quest'età, almeno, gli apparterrà? la si lascierà respirare l'aria a pieni pol moni, godere liberamente dello spazio e correre al sole? No! egli deve guadagnarsi, doloro samente, con un lavoro estenuante, 1 pochi centesimi che serviranno ad aumentare il... bilancio della famiglia. In luogo dell'aria profumata dei giar dini, gli si farà respirare quella dele teria della fabbrica. Addio . pazio! ad dio sole! La manifattura vicina lo vuole, lo reclama, ed il disgraziato ne uscirà, forse a vent'anni, indebolito, macilento, curvo come un vecchio.