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ANNI) V. BARRE VERMONT, SABATO 14 SETTEMBRE 1907 Num. 37 4 Ebdomadario sanare) hteo di propaganda rivoluzionaria Ut redeat miseris abeat fortuna superbis ' Abbonamento nuo per V luterno e pef V estero, $1.00 I manoscritti non si restituiscono Redazione ed Amministrazione, P. O. Box J , Barre, Vt. A. Matouchenko e la Kniaz-Potemkine" Un telegramma dell'agenzia l'Informa-, tion, una quindicina di giorni fa, diramava alla stampa europea, la seguente notizia : "Odessa, 26 agosto. Avantieri fu qui arrestato il marinaio Matouchenko, capo della rivolta del Kn-iaz Potemkine ei ucci sore del comandante di questa nave". Ed un telegramma più recente, pubbli cato dalla stampa americana, diceva che il Matouchenko aveva già subito il supplizio del capestro, in virtù della condanna inflit tagli da un consiglio militare marittimo giu dicante per ordine e volontà del triste Nico la II di Russia. ' 1 Il tempo trascorso fra il giorno dell'arre sto e quello dell'asserito supplizio del Ma touchenko, è così breve da mettere in dub bio l'assoluta verità di quest'ultima iiffor ' inazione, poiché sappiamo come le autorità almeno, queste esecuzioni, al solo', scopo di rendere più duro il supplizio dei condannati ; tuttavia, data la qualità del prigioniero non è da escludersi la possibilità che il goVrn(.f.czarista abbia voluto sbaraz- , zarsi sollecitamente di un - avversario terri ,.bile che andava circondato dall'affetto e dal l'ammirazione dei rivoluzionarii russi e dei veri rivoluzionarii di tutti ì paesi. Atanasio Matouchenko, chi era esso? quali atti lo aveva'Teso popolare e degno della ri conoscenza degli oppressi ? Nel principio dell'estate del 1905, a pochi mesi dalla nota domenica rossa del 22 gen naio, quando tutta la Russia era scossa da uu potente fremito rivoluzionario e che la l camarilla prepotente e sanguinaria del Pa- ii it --il- j: 1; j: i v lazzo a inverno, giaua cu livore e ui rauoia, meditava gli agguati più terribili e le ven dette sue vigliacche contro gli uomini della 5 rivoluzione un gruppo di marinai coscienti, adetti alla squadra del Mar Nero, mercè un'attiva propaganda preparavano la rivolta marinara. Avevano concepito un progetto ardito, il poema della rivoluzione russa : allorché la la'squadra avrebbe' incominciato la propria campagna del 1905 e che si sarebbe diretta ìrorcn 1i ìcr1 et A ì TVnfì rriTrcV lin morì- naio, da una nave determinata avrebbe lan ciato un razzo. A . quel segnale i marinai della squadra, aderenti all'impresa, si sareb . bero lanciati verso le cabine degli ufficiali, armati di carabine al grido di Viva la Li berta' ! avrebbero ucciso gli ufficiali cattivi e deportati gli altri sulla spiaggia prossima. Poi, la squadra si sarebbe indirizzata ver so Odessa. A Odessa, i ribelli, avrebbero dovuto esigere : i La trasformazione dell'esercito per manente in milizie nazionali ; 20 l) isttuzionè di un governo popolare ; La liberazione di tutti i prigionieri politici della città di Odessa E fare così il giro del Mar Nero. Non critichiamo i desiderata dei marinai. Accontentiamoci di esporli per la verità sto rica. Il lavoro preparatorio ferveva alacremen ; te. L'equipaggio di parecchie navi della squadra si dimostrava propenso all'impresa Oramai s'attendeva solo la lanciata del razzo precursore della rivolta. Ma, un incidente inaspettato sopravvenne a sconvolgere i piani dei rivoluzionarii. La mattina del 27 giugno 905 l'equipàggio del la nave Kniaz-Potemkine-Zavritchevski, che trovavasi nel golfo di Tendrovski, s'acr corse che la carne portata a bordo della na- ' ve per il vitto era imputridita. Fu tosto de ciso il rifiuto del mangiare. ,Non ci volle altro. Gli alti gallonati, in viperiti per l'atto di insùburdinazione della "ciurma" disposero di dare un esempio di ferocia militare. Volevano impiccare qual cuno fra i più riottosi. Già parecchi erano messi agli arresti. Gli uomini dell'equipag gio, compresero il pericolo che sovrastava i loro compagni, esasperati, saltarono nelle batterie, s'armarono di fucili,' di cartuccie ed impegnarono una battaglia cruenta coi loro carnefici gallonati. In breve restarono padroni della nave. Circa 800 uomini al gri do di : Morte ai tiranni ! Viva la libertà ! is sarono la bandiera della rivolta sulla Kniaz Potemkine. ' I Che fare ora ? pensarono i marinai ribelli. Il dado era gettato. La partita era ardua, pericolosa, eppure bisognava giuocarla fino alla fine. Riuniti sul ponte tutti gli uomini dell'e quipaggio, fu loro posto il quesito:, Che fare ora ? Fu nominata una Commissione in caricata della direzione della corazzata, alla testa della quale fu messo Atanasio Matou chenko, l'uòmo che durante il lavoro pre paratorio per rivolta degli equipaggi della squadra e che durante la rivolta improvvisa dei farinai della Kniaz-Potemkine, aveva dato maggiori prove di coraggio; di discer nimento e d'avvedutezza. Compiuta questa prima bisogna, la coraz zata fu messa in istato di poter combattere; le bocche dei cannoni erano pronte a vomi tare fuoco,, a fare strage sui primi nemici che si fossero presentati. La sera dello stesso giorno la Potemkine gettò l'ancora nella rada esterna di Odessa; ed al mattino seguente, 28 giugno, la Com missione chiese alle autorità del porto, del carbone, dell'acqua, dei viveri sótto minac cia che, , in caso di rifiuto, Odessa sarebbe stata bombardata. Le" autorità non ebbero capo di rispondere a queste domande, che già il popolo, simpa tizzando coi ribelli, portò ad essi del carbo ne, dell'acqua e dei viveri. Arrivata a bordo della nave una deputazione cittadina, i ri belli stesero la nota dell'occorrente per la nave e per gli uomini dell'equipaggio, av vertendo che se entro tre ere tutto non fosse a bordo i cannoni avrebbero incominciato a funzionare. . Dopo cinque ore nulla ancora era arriva to. La cornetta diede il segnale di ' 'aprire il fuoco" ed i cannoni-revolver fecero riper cuotere la città come di un colpo di tuono, disturbando la tranquillità tracotante della camarilla czarista. Una parte delle provvi gioni chieste furono subito portate, ed il resto fu promesso per l'indomani. Nello stesso tempo avvicinatasi la nave da guerra Vekha, gli uomini della Potem kine) con uno stratagemma abile, attirarono sul loro ponte gli ufficiali dell'equipaggio e li sequestrarono. All'indomani, le sentinelle di bordo se gnalarono l'avvicinarsi della squadra czari sta. La Kniaz-Potemkine si avviò verso la squadra pronta a combattere. Ma questa, dopo uno scambio di telegrammi semaforici, si allontanò prudentemente h sciando indie tro la corazzata Georges-Pobiedonossetz, l'equipaggio della quale faceva causa comu ne coi ribelli della Potemkine; però questa nuova corazzata ribelle commise un errore immenso conservando a bordo la maggior parte dell' ufficialità, e dovette poi pentirse ne, quando s'accorse che questa seminava la discordia fra l'equipaggio, inducendolo a capitolare dopo qualche giorno di una sten tata vita rivoluzionaria. . . " Questa capitolazione della Georges-Pobiedonossetz, possiamo dire che (ix anche una delle principali cause del'a perdita ul teriore della Kniaz-Potemkine; poiché, l'e quipaggio di questa, demoralizzato pel tra dimento dell'equipaggio della Pobiedonos setz, trovandosi privo di carbone, d'acqua e di viveri, e nell'impossibilità di procurarse ne nei porti russi, dovette decidersi ad esu lare verso la Rumania. Fu il 3 Luglio che la Kniaz-Potèmkine arrivò a Costanza coli' intento di rifornivisi del materiale occorrente; ma, i marinai, si ebbero, dalle autorità del porto un rifiuto reciso, siccome queste autorità speravano di indurre in tal modo il Matouchenko e com pagni a cedere la corazzata alla Rumania ed a sbarcare sul territorio rumeno : anzi pa recchi ufficiali del porto si recarono a bordò della Potemkine ed offrirono ai ribelli la ospitalità, la sicurezza sul territorio ed an che la naturalizzazione rumena se lo aves sero desiderato. , Queste offerte, come pure quella di ven dere la nave, f urono sdegnosamente respinte dai marinai, i quali sapevano quanta spe- ranza avesse deposto- in essi il popolo russo. Il 4 Luglio,' verso le cinque del mattino, proveniente da Costanza, la Potemkine ar rivò a Théolosia cella speranza di rifornirsi del materiale occorrente per continuare l'o pera per la quale si era ribellata. E si ebbe un nuova rifiuto, : le autorità concessero ai marinai ribelli solo pochi viveri e parecchie scariche di fucileria. Che fare? Le ore rivoluzionarie della Kniaz-Potem kine erano ormai contate. L'acqua per le caldaie andava estinguen dosi rapidamente, gli uomini, esaurii dal lavoro eccessivo, mancavano di acqua per dissetarsi, rimanevano solo .poche tonellate di carbone. Era la fine imminente. Che fare? ' Andare a Sebastopoli e arrendersi ? No, gridava Matouchenco. Meglio va le morire non importa dove che d'arrendersi nuovamente nelle mani del governo russo. Coincidenza strana. Nello stesso momen to, nell'ora iu cui l'equipaggio glorioso del la Potemkine, sfinito, vinto se non domo, gettava alle onde il vessillo immacolato del la rivoluzione, a Ixelles quell'uomo grande che fu Eliseo Reclus agonizzava, ed a chi, abbassandosi sul guanciale gli gridava al l'orecchio ormai insensibile: "Eliseo, la Potemkine si è ribellata !" il rivoluzionario morente, ritrovò uno spiraglio di luce, un rimasuglio di forze, per levarsi ed esclama re : "Ah, la rivoluzione ! È la rivoluzione che viene !" Luce, forze che suggellarono per sempre la mente feconda del pensatore intemerato ed il braccio attivo del comunardo. Quattro giorni dopo, la Potemkine, sulle acque di Costanza era ritornata un arnese inutile per la rivoluzione ed i marinai ribell abbandonavano il mare per la terra, anda vano in cerca di un pane. Ma, Atanasio Matouchenko, animato sempre dallo spirito rivoluzionario, vagò nei diversi paesi eccitando i profughi russi e ri tornò in Russia quando seppe che l'opera sua rivoluzionaria era necessaria per la cau sa del popolo, sfidando la prigione, la forca e la morte. Salute al ribelle ! ' . ? Fra i Congressi (A proposito del Congresso di Stoccarda) Jio Xu Ov- Prima di entrare in merito del Congresso Socialista Internazionale di Stoccarda pro priamente detto, è necessario ed utile dire qualche parola della Conferenza Interparla mentare, la quale precedette di un giorno l'apertura delle "grandi assise proletarie". La Conférenza Interparlamentare Sociali sta incominciò la mattina del 17 agosto e durò tutta la giornata. Vi presenziarono circa 150 deputati socialisti ihrtil(5;Jsocix. inter., secondo il berlineseftS. conta ora 413) dei diversi paèsì,wossiatutte le figure principali del partito ; SingVr, Voli mar, David, Bebel, Bernstein, A'iiseel, Van- dervlde, Furnemont, Troclet ; Terwagne, iviaccionaia, liocige ; Adler, rernerstoner ; Jaurès, Vaillant, Guesde; Ferri,;. Tlekha noff ; Troclstra, ecc. Perfino i traduti ;inón erano i soliti sgobboni dei congressi iuter nazionali, le solite macchiette in attesa di venire descritte da qualche penna bonaccio na del partito ; meritano essi pure di passa re alla posterità come vi sono già passati i fonografi di primo modello dell' Edison. Pei deputati, gli eletti, la funzione di tra duttore venne riempita dall'elegante depu tato Sudekum", dal nipote ,dit Marx, Jean Longuet e dal deputato Hillquitt. A proposito ed à giustificazione della pre senza del russo Plekanqff , dobbiamo dire? che primo atto dèlia conferenza fu la vota zione di una mozione di Jules Guesde, im pegnante i deputati di tutti i paesi a pro muovere un'agitazione parlamentare a fa vore dei loro colleghi arrestati in Russia, e che fu accettata una proposta di Adler ten dente a non riconoscere il colpo di Stato czarista ed accettare alla Conferenza i mem bri della Duìna disciolta. Dopo qualche deliberazione di ordine am ministrativo e burocratico, di mediocre ih teresse per noi, i deputati, passarono a di scutere la questione della legislazione indu striale, per trovare cioè i mezzi atti, a svi luppare nei diversi paesi 'un sistema di legi slazione industriale che si armonizzi inter nazionalmente. E decisero, su proposta di David e Vaillant, che il segretariato inter parlamentare si sarebbe incaricato di cen tralizzare tutti f documenti necessari alla bisogna. I medagliettati, passarono quindi alla più curiosa discussione della giornata. Troelstra, ricordando una promessa (le promesse non mancano mai fra gli eletti) fatta dal Jaurès, e mai maternità, di deporre un progetto di legge IjullSvoluzione socia lista, propose la costituzione' di una com missione per lo studio di "un sistema poli tico socialista", poiché, constatato che "fin3 ad oggi il sistema politico socialista non è tato, nel fondo, differente dal liberalismo borghese' ' , crede ' 'essere venuto il momento di avere un sistema socialista speciale che metta fine alle lotte esistenti fra i revi sionisti ed i radicali e che sia la riconci liazione del proletariato (ormai disgustato) col parlamentarismo". ; Parlò poi Jaurès. Disse che non furono le critiche degli awersarii che lo condussero a "credere alla necessità di progetti di orga nizzazione socialista. È ( in me, disse, una vecchia manìa. Non si tratta, del resto, nè di un sistema politico, nè di una costruzio ne socialista completa ; ma bisogna ricono scere che i programmi minimi di tutti i par titi non sono che delle riprese e dei compie-