Newspaper Page Text
Anno VI. BARRE VERMONT, SABATO 13 GIUGNO 19C8 Num. 24- Ebdomadario anarchico di propaganda rivoluzionaria. Ut tedeai miseris aheat fortuna superbis 1 Abbonamento annuo per l'interno e per l'estero, $ i,oo semestre K i( 0,50 I manoscritti non si restituiscono Redazione ed Amministrazione, P. O. Box I , Barro. V, Entered as second-class matter July 3rd, 1903 a the post-office at Barre, Vermont under Act pf Con stress of March 3rd, 1879. S. BOTTELLI Publisher. mm Col 1 Luglio p. v. - che è quanto dire tra un paio di settimane an drà in vigore la nuova legge Penrose con cui il Congresso come il Con cilio Ecunnenico del 1870 clie con sacrava il dogma dell'infallibilità del Papa in materia di. fede ; consacra nella repubblica di Lincoln e di Jef ferson, in pieno ventesimo secolo, il dogma dell'infallibilità del General Post-Master in materia di moralità. S. E. il ministro delle Poste, Geor ge Vo Meyner, avrà quindi dal 1 Lu glio p. v. illimitato il diritto di esclu dere dalla circolazione postale tutte le pubblicazioni che gli parranno im morali. Ed immorali, secondo l'espli cita disposizione della legge, non sa ranno considerati soltanto! periodici che offendono la morale ed il buon costume, ma quelli tutti che preco nizzeranno il saccheggio, l'incendio, l'assassinio, che preconizzeranno l'a bolizione di ogni e qualsiasi forma di governo. Che la moralità' non. sia nella nuova legge che la ruffiana del bava glio e della forca appare manifesto a chi ricordi che il post office appro pri ation bill fu al Congresso pre sentato dal Senatore Penrose in osse quio all'ultimo arcicretino messaggio di Teddy Roosevelt, il quale coi due rami del parlamento non . si dolse me nomamente dell'immoralità o della corruzione che pervade ed inquina per ogni fibbra tutta la vita america na privata e pubblica; ma si dolse e sclusivamente dello straordinario svi lirono, dell'incoercibile diffusione at- j: i : 1 tinti, in questi ultimi anni, dalla pro paganda sovversiva. Decapitare l'idra dell'anarchismo era per Teddey Roosevelt, doveva es sere pei due rami del parlamento il nrnKlema che. avanti e sopra osmi jf - , altro, reclamava una soluzione. Ma appare anche meglio ora che il Penrose bill è divenuto legge dello Stato. Al Ministero delle Poste, a quelli dell'Interno, della Giustizia, del Com mercio e' Lavoro, fervono i preparati vi per un'immediata applicazione del- la nuova legge il 1. luglio imminente; e se non devesi prestare incondizio nata fiducia alle indiscrezioni degli officiosi che prevedono l'immediata e simultanea soppressione, al 1. luglio, di tutti i giornali anarchici e sociali sti, è certo però che a questa even tualità tosto o tardi occorre prepa rarsi. Colla leers-e Penrose la dichiara ztonf d'indipendenza di Tefferson che, riconosciuto in ogni cittadino libertà, proclama sacrosanto il dirit to, imprescindibile il DOVERE, Dì AB BATTERE IL GOVERNO CHE QUESTO DIRITTO INALIENABILE ALLA VITA ED ALLA LIBERTA' CALPESTI O PRE SCRIVA, non potrà dopo il 1. Luglio circolare "nella grande repubblica sen za la graziosa concessione di S. E. Von Meyer. , i Ma del merito e dei caratteri della legge Penrose, delle responsabilità che essa implica ed accusa, ci siamo altre volte e sufficientemente occupa ti perchè i lettori non siano oggi in grado di trarne, per se, adeguata giudizio. La legge è stupida, la legge è inu tilmente feroce, ma la legge è. Qual'è il compito che essa ci asse gna in quest'ora ? Possiamo noi noi che alla legge, a tutte le leggi, abbiamo negato sem pre fondamento ed efficacia, cedere a questa che ha nella paura e nella vil tà le sue scaturigini, ed ha nella più assurda delle utopie la sua meta ? E l'orifiamma, l'orifiamma che le varono i precursori tra lo schianto delle rivolte generose, ed agitarono dal patibolo indomati i confessori della fede nostra, e sventolammo noi fino a ieri tra le plebi derelitte, segna colo di redenzione, raccogliendovi in torno i palpiti e le speranze degli u- mili, ripiegheremo oggi sotto gli scongiuri grotteschi d'un imbelle stuolo di pigmei ? Si disilludano i famuli del Santo Uffizio che all'ombra delle costellate bandiere della Repubblica va edu cando per la realizzazione prossima del suo sogno imperialista Teddy Roosevelt, e si confortino i compagni che nella nostra voce ritrovano un'e co dei loro dolori e delle loro speran ze, e nel nostro ideale le promesse della suprema liberazione : nessun governo, nessuna legge, nessun birro ha mai trattenuto nelle sue gloriose ed impetuose ascensioni la civiltà; nessun governo, nessuna legge, nes sun birro ha mai soffocato gli impeti iconoclasti del pensiero; nessun gover no, nessuna legge, nessun birro ha mai trattenuto l'umanità sulle vie fa tali del divenire; nessun governo, nes suna legge, nessun birro ha potuto estirpare mai dal cuore dell'uomo il sentimento della giustizia, l'anelito alla libertà, nè ha mai costretto tra gli uomini religioni devozioni, istituti e credenze che irridessero alla natura ed alla ragione. Gli editti di Roosevelt, i bandi feroci e le proscrizioni selvaggie dei suoi lotta tra il passato che s'indugia nella paura e l'avvenire che s'avanza sfa villante d'audacie ; e squillerà più ga gliarda nella mischia la voce a cui nelle sentine della repubblica barat tiera si apprestano gli anatemi e , le secrete. La Cronaca Sovversiva trae dai suoi stessi propositi gli auspicii : Col primo Luglio, il giorno in cui an drà in VIGORE LA LEGGE BAVAGLIO, la Cronaca Sovversiva raddop perà IL PROPRIO FORMATO ED A DI spetto della legge penrose, piac cia o non piaccia ai tirapiedi di Roosevelt, andrà come pel pas sato DIFFUSA NEI QUARANTASEI STA TI della Confederazione, recando ai compàgni ed ai lavoratori ancora una volta la prova che le leggi non possono togliere quel che non sapreb bero dare; e che la libertà conquistata attraverso le congiure ed i roghi, le rivolte e le iusurrezioni, non irradia dalle fragili Costituzioni, non ha nella punica fede e nella labile parola dei governanti le sue guarentigie ; ma s'afferma e s'integra nelle rivolte co stanti e tenaci ad ogc i e qualunque sopraffazione ed ha nell'incoercibile energia e nella ferrea concordia dei pionieri il suo palladio inespugnabile; Lotta aspra quella che il domani annunzia, densa d'imboscate e di do lori, di agguati e d'amarezze, ma ' se di fronte al nemico che incalza i com pagni non ci abbandoneranno soli, non fallirà il presagio che arride ai nostri cuori : la vittoria non sarà del Sant'Uffizio e della forca, sarà sul lo ro sbaraglio certo, nella crollante com pagine borghese, una breccia più va sta aperta all'avvenire, alla libertà, all'anarchia ! I,a Cronaca Sovversiva. Ai Compagni Roosevelt, i suoi tirapiedi stanno appre standoci, il capestro; labordaglia delT ordi ne, la muta famelica dei gazzettieri hiad aioli s'apprestano ad abbaiarci tra un paio di settimane il de profundis. ri s'affannano Senza spavalderie e senza debolezze i com pagni del Circolo di Studi Sociali più che ad arginare lavorano ad invadere, più che a difendersi lavorano ad assalire. Colf amplia mento del giornale ed il suo miglioramento tecnico stanno organizzando tutto un piano strategico per potere air occorrenza conti nuare, senza neanche una settimana d'inter ruzione, la pubblicazione e, quel che più inte ressa, la distribuzionedel giornale nel caso molto probabile che sulla Cronaca, concla mate dalle variopinte camorre locali, doves sero scendere le folgori del Santo Sinodo Rooseveltiano. 11 lavoro è abuon punto , ma a compierlo T Amministrazione esige il concorso di tutti, Il decit è quasi scomparso, ma la cassa è vuota: i compagni ci raccolgano quattrini... subito ed abbonati continuamente: e noi, al nostro posto, sapremo fare intero il no La Società3 Nessuno si è chiesto prima di metterci al mondo se avrebbe potuto farci l'omero ed ì garretti per addossarci il fardello dei dolor?, per affrontare l'erta selvaggia del calvaric della vita. I padri, servi, ci hanno abvandonafeo al nostro destino di servi; della nostra edtEca zione si è tolto la società il compito arduo cì complicato. Ci abbeverò bambini di tutte le menzogna '. convenzionali piegandoci alla devozione cie ca di tutte le potenze divine ed umane; ado lescenti ci ubbriaco di entusiasmi folli pei feticci più assurdi, chiedendoci affetti giovi nezza olocausti per la patria, pel re, peltri colore; adulti ci avvolse di tutti i terrori dii tutte le pastoie : i suoi statuti, i suoi codici la sua legge, la sua morale, mutilando ogtri impeto ed ogni energia, regolando ogni pal pito ed ogni passo della nostra povera vitsa. di servi. Ogni palpito ed ogni passo! Se il sangue pulsando eaaliardo per zrtva vena, fremente turgida per ogni fibra la vi ta ti urgono ai sacri misteri dell'amore, glo ria del senso p àeA spiitìmpntn e-A ni hiJn -w - V4VlVUj V M V. Jl " di una fanciulla chiediamo di quel mister la rivelazione felice, arprtsta la Società per quegli amori sacrileghi il doppio anatema 1" amore che non sia benedetto da dio e con sacrato dalla legge è una vergogna che sii espia coll'iiifamia. Bisogna inginocchiarsi al prete, inchinar- si al sindaco pena il vituperio. La campagna biondeggia di messi, squììP- lano le incudini all'officina, bisbigliano i te lai nella fabbrica che avviva il nostro lavo ro, il lavoro nostro che nel suo fervore ine sausto ha piegato commossa generosa d 2 tutte le grazie la terra, la grande genitrice Stendete la mano per raccogliere i frutta che dalla terra e dalla vostra fatica conser te sono nati e cresciuti per la vita e la gioita di tutti. Non e' tuo! urla arcigna e irosa Irr. Società arrotando l'artiglio delle sue leggi bastarde : Non si tocca ! E mentre imputridisce nei doks inviolati. il grano che maturò il nostro sudore, e sin fracidiscono nei vigilati magazzini i drappi che le fragili mani delle nostre sorelle tes serono penando, noi ci arrovelliamo pezzen ti nel crampo della fame. E quando nell'angoscia la voce sopita dell'istinto si leva man mano più imperiosa .-.-e sbaragliando i sofismi posticci di che srJ traman le nostre rinuncie codarde, ci co manda di vivere,e stracciando la legge stent diamo la mano a riprendere del nostra 2a& voio il frutto, il frutto che una genìa scal tra di ladri ci rubò, ci arronciglia per le po veri carni la Società, e sulla soglia del pe- nitenziorio ci suggella tra gli occhi l'infat mia : ladri ! I ladri siamo noi che sudando dall'àUSa? al tramonto quanto l'anno è lungo,quanto è; lunga la vita, non ci siamo tenuti un.ceacStf in cui avvolgere il nostro carcame disfatto,. Eppure Se ai bagliori lividi di tra cre puscolo fatale vedessero un giorno gS sebia--vi che l'onnipotenza della Società è ancora una frode intessuta delle nostre rinunzia della nostra rassegnazione,della ncstra v2tà che di questa vergogna nostra soltanto sfol gorano la sua forza e la sua glòiii, sfrutt se mento e miseria, tirannide e schiavitù dile guerebbero in quel tramonto,per sempre Albeggerebbero sulla notte tragica vitto riose, la fratellanza, la giustizia, la libertà. Ugo Di Somma inalienabile il diritto alla vita ed alla proconsoli, riaccenderanno più viva la stro dovere. L'Amministrazione.