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Cronaca sovversiva. [volume] (Barre, Vt.) 1903-1920, October 10, 1908, Image 1

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ANNO VI.
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RONCO
Entered
SOVVERSIVE.-
Italia. Or sono due anni, nel Feb
braio 1906., ad Alessandria furono arre
stati Vittorina Chiarie ed il di lei fratel
lo Antonio per scontare una condanna
pronunciata in loro contumacia dal tri
bunale di Torino per quattro truffe di
stinte Gli arrestati modesti . bottegai che
nell'arresto intravidero la vergogna, la
rovina, e sapevano d'altra parte di non
aver truffe sulla coscienza uè condanne
sul groppone gridarono all'equivoco,
protestarono e dovettero andare in
carcere.
Avevano qualche soldo, si assicurarono
il patrocinio di un avvocato; avevano qual
che amico in alto, come ne hanno sempre i
buoni bottegai, e poterono alle loro sorti
interessare il presidente del Senato, S. E.
Canonico, e coli' assistenza Ji bravi avvo
cati, col sacrifizio di ogni Joro risparmio,
coli' intervento della Cassazione, del pre
sidente del Senato, del ministro di gra
zia e giustizia (libera nos, domine !)
Vittorina ed Antonio Chiarie giunsero a
persuadere la nostra oculata giustizia che
essi ,non avevano, non- potevano aver
nulla di comune coi truffatori condannati
in contumacia, sotto il loro nome,, dal
tribunale di Torino. ...
Dopa nove lunghi .mesi tuttavia ! No
ve mesi che in attesa dei tardi ravvedi
menti di monna giustizia, la sgualdrina,
i fratelli Chiarie hanno dovuto scontare
alla reclusione. ...
Ora trascinano, a Roma, pei corridoi,,
per le anticamere dei varii ministeri la
loro miseria, i loro figlioli, chiedendo in
darno a tutte le porte chi dovrà rispon
dere della loro rovina, chi riparerà ai mi
sfatti della giustizia e restituirà loro il
perduto.
Noi all'ingiustizia impUnitaria, noi ai
dolori scherniti, alla sventura derisa, al
diritto tradito ; scherniti, derisi, traditi
sopratutto nella povera gente, abbiamo
fatto troppo callo perchè le traversie
dei fratelli Chiarie ci commovano sover
chiamente. Ma bisogna convenirne per gli adora
tori dell'infallibile giustizia borghese,
per gli apologisti del regime borghese
ed i più devoti, i più fanatici sono ap
punto nel mondo dei Chiarie, dei piccoli
bottegai il colpo è. rude.
Chi rimarrà a difesa delle istituzioni
di classe il giorno che dopo avere, coster
nati, rimpianto che non vV più' reli
gione ! si persuaderanno anche i piccoli
salumai che "non vi e' più' giustizia"?
Inghilterra. Discutendosi al Parla
mento inglese in questi ultimi giorni il
progetto di legge sulle pensioni operaie,
L,ord Cromer. l'ex viceré d'Egitto, si è
lasciato andare la seguente esclamazione
"Delle riforme ? ebbene voi vi nutrite
"di ingenua erba trastulla. Delle rifor
"me? Ebbene no. Si tratta di ben d'altro
"in vista del ciclone sociale che si adden
"sa su tutte le nazioni, la nostra vecchia
"Inghilterra compresa. Ci vogliono sol
. "dati fedeli ed armi perfezionate, e noi
' 'dobbiamo impiegarvi tutte le nostre ri
"sorse".
Non ha appreso un jota della finezza e
delle cabale diplomatiche Eord Cromer
durante i lunghi anni di vicereame in
Egitto ! e parla alla Camera inglese lo
stesso linguaggio del conte dArtois nei
consigli della corona la vigilia del 14 Lu
glio 1789. Dice forte quello che la bor
ghesia industriale pensa tacitamente
hiii.hu J. .... l m.HIIIIHIILIIMIIIIIWHIIIMIII II HII11WII1IOI..I1III1 1 III II I1J IJII I Il I 1 UHI II III mi I I . . IH "- IHS ymumm 11 tm I m mi HIHIIIIIII J IL ... "
as second-class matter July 3rd, 1903 ai the
contro la marea che monta, contro l'in
solenza dei cenciosi non v'è che una bar
riera e un mezzo : le baionette e la mi
traglia.
Soltanto la borghesia ha dimenticato
che Luigi XVI al Tempio e l'emigrazio
ne azzurra a Coblenza si sono dovuti a
oro spese ed hanno pagato della loro
testa persuadere che contro il diritto
insorto sono smilzo ostacolo anche le ba
ionette e la mitraglia.
Francia. Mermeix riferisce nel Pe
tit Journal del Settembre scorso alcu
ne dichiarazioni fattegli personalmen
te da Francesco Crispi in un'intervista
di molti anni fa. Si parlava di Napoleo
ne III che il. Crispi aveva combattuto
sempre aspramente da giovane, se è giun
to fino al punto di partecipare all'atten
tato Orsini, come hanno recentemente af
fermato i superstiti di quella congiura ;
e il Crispi così spiegava al Mermeix il
suo radicale mutamento di condotta :
"Più tardi quando-a mia volta assag
giai il potere riconobbi che avevo avuto
torto, e che Napoleone III governava
coi metodi migliori. Perchè, vedete ?
non vi sono due modi di governare.
Non vi sono che molte e differenti ma
niere di parlare. In fondo, tutti i go-
"verni ricercano l'obbedienza alla pro-
"pria volontà' che essi chiamano leggi
iiUX 1: . ' . 1 '
jjcituc hucslu nume tu leggi designa
"cose che hanno l'aria di essere state
"consentite, mentre in realtà, esse sono
"state il più delle" volte semplicemente
"imposte. Per ottenere questa om mis
sione bisogna essere forti, e mostrarsi
"anche più forti per disarmare col pre
stigio delle proprie forze l'audacia delle
"minoranze sovversive".
È sempre il vecchio criterio giacobino
che disgraziatamente non è morto con
Crispi e non morrà colla borghesia at
tuale. Il tema è ripreso, ed il concetto
che Crispi aveva del governo è ancora il
criterio che ne hanno Millerand e Jaurès,
Briand e Bebel e Filippo Turati ed i nove
decimi del partito socialista internazio
nale.
Vi ricordate l'impegno del guedista
Chauvin ? ' 'Primo compito del socialismo
"trionfante sarà quello di sbarazzare il
"campo dalla canaglia anarchica, e mi
"tragliarla Sgominare le minoranze indocili e ri
belli ai privilegi ed al freno delle consor
terie dominanti; ecco la funzione dèi go
verno ieri, oggi e domani.
Stati Uniti. Chè il governo non sia
e non possa essere che il gendarme dej
privilegi di classe ed il procuratore delle
classi o per dir meglio delle camorre do
minanti, è non soltanto documentato da
tutta la critica storica e scientifica; è og
gi impudentemente confessato dagli stes
si interessati, anche da John D. Roche
feller che scriveva ultimamente, secondo
che riporta il New York Evening Cali,
Porgano ufficiale del candidato socialista
Eugenio Debs :
"Uno dei nostri più grandi cooperatori
"è stato il ministro degli esteri della Re
pubblica. I nostri ministri, i nostri am
basciatori, i nostri consoli hanno stre
"nuamente lavorato a schiuderci i nostri
"mercati anche nelle più remote plaghe
"della terra".
E gli operai, gli emigrati si illudono
che ministri, ambasciatori, consoli, deb
bano occuparsi delle loro peripezie, delle
loro miserie ! Hanno altro a fare i diplo
matici, altro da fare i governi : debbono
lavorare strenuamente alla fortuna dei
varii Rochefellers delle loro patrie rispet
tive.
Non bisogna nè ignorarlo nè dimenti
cario. '
BAKRh: V'RYtONT, SABATO 10 GTTOISE PC8
post - ortice at Ham;, Vermont under Act of Congress of March 3rd, 1S79. S. BoTTELL,! Publisher,
ostino Reinsdorf e l'attentato
A chi scenda il Reno da Mayenza a
Colonia appare , non appena superato
Bingen,' ad un gomito brusco del fiume,
lassù in alto , torreggiante sulle scure
macchie del Niederwald e sulle vigne do
rate del Rudescheim la statua colossale
della Germania, il monumento che or
sono venticinque anni i tedeschi innalza
rono alla patria unificata nei cuori e nel
le vittorie.
; , - Agostino Reinsdorf.
L'avevano inaugurata il 28 settembre
del 1883 ed a memoria di ogni buon te
desco nessuna solennità era stata cele
brata mai per lo avanti con tanta pompa
e tanto splendore.
Vi assistevano l'imperatore Guglielmo
coi principi e la famiglia, il re di Sasso
nia colla famiglia reale, quasi tutti i prin
cipi, i granduchi, i grandi elettori della
Confederazione , Bismark e Moltke , i
taumaturghi delle ultime vittorie, tutti
i grandi dignitari dello Stato ed una fol
la straordinaria di cittadini convenuti da'
ogni più remoto lembo della patria in
festa.
Venticinque anni fa
'
Ai giovani la data non dice nulla; ma
i vecchi, coloro almeno che un quarto di
secolo addietro erano già afferrati e tra
volti dal turbine delle idee nuove, tra
le ceneri dell'ultima rivoluzione poli
tica frugavano e cercavano una favilla
per riaccendere la face di una più vasta e
più profonda rivoluzione che alle plebi,
eternamente tradite, annunziasse più alto ,
e più umano diritto, il diritto al pane ed
alla libertà, i vecchi non ricalcano senza
fremere, a ritroso di questi venticinque
anni, il solco della memoria.
Imperversava allora in Germania, su
tutta la Germania, quel ciclone di rea
rione furiosa e selvaggia che iniziatosi il
24 febbraio 1878 , all'indomani quasi
dell'attentato di Nobiling, non doveva
chiudersi che il 20 febbraio 1890 colla
caduta di Bismark. Dodici anni di leggi
eccezionali, dodici anni di piccoli e di
grandi stati d'assedio periodici, dodici
anni di regime statale, di dittatura della
polizia la quale, nella sospensione di tut
te le guarentigie costituzionali , faceva
strame di ogni più elementare diritto dei
cittadini.
La libertà , di pensiero di psrola di
stampa, di riunione, di associazione, con
fiscata con un bando dei prefetti di poli
zia, mille trecento giornali furono sop
pressi, trecentotrentadue organizzazioni
operaie disciolte, novecento cittadini cac
ciati in bando, millecinquecento condan
nati complessivamente a parecchie mi
gliaia d.' anni di carcere duro.'
I processi di crimenlese sollecitati dal
le segrete circolari del Leonhart , mini
stro per la grazia e giustizia , ed impu
dentemente architettati dalla sbirraglia
onnipotente, erano all'ordine del giorno:
il tribunale di Berlino nella sola giornata
dell' 8 giugno 1S78 condannò a veutidue
anni di carcere per la lesa maestà sette
lavoratori accusati di aver mormorato che J
"se l'imperatore era stato f:rito aveva do- j
po tutto i mezzi di curarsi e di guarire".
Per lo stesso reato una donna di Bran
deburg su l'Avel aveva buscato, sempre
per lesa maestà, un anno e mezzo di la
vori forzati.
Era il regno della delazione, del so
spetto, della paura.
E lo spettacolo era tanto più triste che
la social-democrazia pur già vigorosa e
solidamente organizzata aveva ceduto al
primo impeto ed aveva, malgrado le ener
giche proteste e l'indomito esempio di
Giovanni Most, abbassato ed ripiegato su
bito la sua bandiera.
"Compagni ! non lasciatevi provocare !
"Si vuol tirare su di voi. La reazione ha
"bisogno di disordini per vincer la par
"tita" (1) scriveva il Vorvvarts; "nessu
"na violenza, state nella legge per la di
"fesa dei vostri diritti ! State tranquilli,
"non abboccate alle provocazioni ; è sot
"to la nostra legalità che soccomberanno
"i nostri nemici" raccomandava il Comi
tato Centrale del partito, mentre l'orga
no ufficiale della Social-democrazia pren
deva sopra di sè "il grave ed amaro com
pito" di scrivere conformemente alle pre
scrizioni della legge. 2)
. Non tutti cedettero però alla paura ,
non tutti disarmarono in omaggio alle
castrate sobbillazioni dei berrettoni social-democratici,
dei quali taluno come il
Geib e l'Hartmann si ritiravano vigliac
camente in faccia al nemico, mentre il
famoso Comitato Centrale Elettorale di
Amburgo si squagliava ora che, sotto la
raffica, l'energia ed il coraggio dovevano
tradursi in forme meno innocue e meno
anodine che non queda del suffragio.
Attorno a John Most, appena uscito di
carcere e cacciato in bando, intorno alla
sua Freiheit che flagellava per una parte
ferocemente i manigoldi della reazione
e rampognava per l'altra senza riguardi
ai suoi compagni social-democratici la lo
ro sconcia e svergognata remissione, era
un manipolo di gagliardi pronti ad ogni
sbaraglio.
Era di quel manipolo Agostino Rein
sdorf che aveva concepito e tradotto
in realtà fin dove le forze gli avevano
consentito il pensiero di far saltare in
aria il 28 settembre 1883 l'Imperatore
Guglielmo, il Re di Sassonia colle rispet
tive famiglie imperiali e reali, i principi,
i granduchi, i grandi elettori della Con
federazione , Bismack e Molthe e i gran
di dignitari gli artefici e gli araldi del re
gime d'eccezione che della Germania ap
pena risorta avevano fatto in breve giro
d'anni Ufi sepolcro od una galera.
Ah, voleva quel pugno di parassiti a
bolire le conquiste dell'ultima rivoluzio
ne politica, fermare il sole sul suo bieco
disegno, eVcompigliare, sgominate dal
suo terrore, le minoranze ribelli a questa
- utopia di medievale restaurazione ?
- Ah, le leggi ed il regime d'eccezione
inauguratoli 24 ottobre 1878 dovevano
persuadere alla vecchia Europa che sotto il
pugno di ferro del gran cancelliere sa
rebbero nell'ultima colvulsione spirate le
eresie selvaggie che fermentate nel grem
bo insolente dell'Internazionale minac
ciavano ora contendere ai Semidei il pa
ne, la gloria ed il sole ?
Ebbene egli, egli solo, troncherebbe di
un colpo all'idra della reazione tutte le
sue teste. .
E poiché dalla trama bieca degli ag
guati legislativi e dalla ferocia selvaggia
r um. 41
del Niederwakl
20 Settembre 13B3
della loro polizia ci mi naie e dalla canuK
balesca persecuzione che negli strati più
umili del popolo abbrunava di lutti, dì.
dolori, di lacrime, di sciagurati presagi i
tuguri, gli animi e l'avvenire si ripro
mettevano i semidei la confusione , la
sbaraglio delle idee nuove e del movi.
mento in cui si incarnavano, egli, egli:
solo, avrebbe tra le scure macchie del
Niederwald offerto alla Libertà vilipesa,
così immane olocausto che di più gran
de, di più tragico non osò sognarne mai
la druidica leggenda; mostrando ai fiac
chi che non si propiziano tra le genufles
sioni le aurore della riscossa; riaccènden
do nello scompiglio universale l'audacia
il coraggio, la fede dei forti ;sfidando tra
gli schianti della sua terribile vendetta
l'olimpo dei semidei a spegnere la fiac
cola della civiltà nelle mani di una mino
ranza temeraria che abbia la piena co
scienza della propria forza e del proprio
destino.
Egli solo, il 2S settembre 1S83
-
Ed egli sarebbe bastato alla bisogna se
questa si fosse potuta assolvere col suo
solo coraggio, la sua sola volontà, la sua
sola fermezza.
Disgraziatamente egli era molto mala
to. La tubercolosi gli rodeva la laringe
gli insidiava tutto l'organismo. La vita
era confinata nella volontà e nello sguar
do. Pure in quello stato, sotto la pioggia
che scrosciava nell'autunno precoce, po
chi giorni prima che si facesse la solenne;
inaugurazione della statua del'a Ger
mania, egli andò lassù solo, carico di ol
tre settanta cartucce di dinamite e di
quanto poteva occorrere per preparare
una buona mina. '
Esplorò ogni più riposto angolo della
spianata su cui si dovevano erigere le tri-,
bune imperiali e quelle del pubblico, ed
un sogghigno infernale gli contrasse le
labbra, gli accese le pupille quar.co 'ac
corse che al piede della scarpata su cui
doveva erigersi, in faccia al monumento, ,
la tribuna imperiale, sboccava la tubatura,!
di un canale di scarico. "
Riprese, fremente di gioia, la via. del"
ritorno : "per di là inosservata , inso
"spettata sarebbe passata la folgore ven
dicatrice !"
Non poteva mancare !
a?
Mancò !
Agostino Reinsdorf tornò a casa inzup
pato fracido, febbricitante, con una tosse:
che gli rompeva il petto e per soprassello.
con una lussazione al piede destro. Do-
vette rimanere a letto tutto il domani .
farsi trasportare il dopo domani all'o
spedale
Ma al suo proposito non aveva rinun
ciato anche se l'impossibilità di muover
si gli toglieva l'orgoglio di tradurlo in
pratica da solo.
Mandò allora a cercare due compagni,
Kiickler e Rupsch, a cui confidò il suo
piano, il deposito delle cartuccie di dina
mite, la necessità e l'urgenza d'agire.
I due accettarono con entusiasmo e do
po un'altra -intervista all'ospedale cori
Reinsdorf partirono per Rudesheim.
S'era alla vigilia dell'inaugurazione e
non v'era tempo da perdere. Giunti in
fatti alla sommità del Niederwald potero
no constatare che ogni cosa era pressoché
allestita, le tribune erette e decorate, o
gni cosa in ordine.
Tornarono la notte, collocarono al pie
de della scarpata il carico di dinamite lo
collegarono con una miccia che attraver
so il tubo di scarico condussero, lontano,
sulla strada pubblica, fissandone il capo

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