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CRONACA SOVVERSIVA ora potrebbero cou moto poderosp scuo tere il giogo nefasto e abbattere l'edificio della violenza, della corruzione, dell'in giustizia, se camuffati in ridicola divisa non cessassero di sentirsi uoniiui e stu pidamente non rafforzassero le trincee .siemiehe. "Chi spererà dunque del governo, ove passi dinanzi ad una caserma di soldati, o sì imbatta ptr le vie in un' un f jrrne ? Che un corpo d'uomini sia stato costrui to per uccidere altri uomini, quando questo fosse loro richiesto, a priori non .sembra ciò fra le ccse più impossibili? Tuttavia vedete, guardate, in grembo del più stupido dei governi neghittosi esso è un fatto compiuto. L'individuo dall'uniforme è una real tà trionfante, non una chimera nel senso assoluto della parola ! Se egli riceve un ordine, sfodererà la sua sciabola e senza troppi complimenti mi faià in due pezzi. Non sembra vero a pensarci. Eppure questo individuo è realtà vera, non una ombra." Semplicemente perchè gli vien sugge Note sovversive y Italia. Ai san Tomaso che non cre dono se non vi dau dentro del naso, e con tinuauo e stralunar gli occhi come alle più sacrileghe delle eresie quando noi di--ciamo che la gesta gloriosa è stata orga nizzata dal Banco di Roma condotta sot to i suoi auspicii e per la fortuna delle sue -losche speculazioni, e che la patria, la sua sicurezza, la sua più grande gloria non erano se non il gergo arruffianato delle bagasce e dei lenoni del nazionalismo mercenario, risponde, togliendo ogni dubbio, lo stesso commendator Ernesto .'Pacelli, presidente del consiglio d'ammi nistrazione del Banco di Roma colla re dazione presentata il 30 marzo ultimo in Roma all'assemblea generale degli azio nisti. .Se vorranno leggerla per intero la tro- veranno nel N. 45, Anno XL della Illu-- strazione Italiana, 13 Aprile 1913 ; e se saranno intelligenti troveranno nel bi lancio, nelle sue cifre nude ed eloquenti le ragioni del fervore patriottardo e del A . . . . furóre guerriero con cut da tutte le sa crestie si benediva all'ultima crociata, con cui da ogni scuderia della stampa biadatola nitriva l'inno alla grande ge sta d'oltremare. Nell'anno che delle sue crisi ha torturato un po' tutti ed è stato così atroce ai ventri vuoti Che sono an dati nella disperazione a cercar la morte di piombo sulle piazze di Roccagorga e di Comiso, il Banco di Roma ha realizza to un utile di lire italiane 15.354.915.32 -dei quali, quattordici milioni netti ha ri partito tra gli azionisti e l'altro, salvo 52600 lire rinartite fra cinquemila impie gati, ha passato al fondo di riserva. . Se poi non sono di quelli capaci di .trarsi dai paretaio delie cure, 11 commen dator Pacelli dirà ad essi, brutale come tutti i banchieri, la vera storia in quat tro parole : la guerra 1 na voluta e 1 na preparata il Banco di Roma, l'ha fatta 1 lui... colla pelle dei proletarii, s'intende, ied è giusto che ne colga i frutti. "Ci accompagna la speranza che sia sollecitamente raggiunta la generale pa cificazione delle irrequiete tribù.... affin chè... il vostro istituto (il Banco di Ro .ma) possa produttivamente occuparsi di quanto seppe creare nel periodo di quella pacifica, silenziosa penetrazione che preparo' all'Italia la grande con quista". Non è ancora abbastanza chiaro ? "Dev'essere... per voi argomento di giusto orgoglio dice il Pacelli agli azionisti il sapere ancora una volta che se l'Italia sie' assisa nell'Africa set tentrionale ciò' e' dovuto inizialmente all'azione, ai capitali, ai sacrifizii del vostro istituto". I sacrifizii però si. sono riscattati : "'L'anno 1912 non fu certamente il più favorevole er "esercizio" ma per "l'alto prezzo del denaro nell'ultimo corso dell'anno" si poterono avere risultati apprezzabili e... dare agli azionisti quat tordici milioni di dividendi. "Una più larga messe di benefici avremmo potuto raggiungere se, imme iiiEtameute dopo il trattato di Losanna :n-ct .fosse venuta la recente guerra che agi'x la... diplomazia ed ostacola la ri .press. degli affari". 'Me l'ora del sacco e della più grande preda verrà, quando "le vie dell'interno "siano rese completamente sicure ed il '"governo con larghezza di consenso e "d'incoraggiamento vorrà rinnovare a ""noi i permessi che già ci erano stati rito da chi ha interesse allo sfruttamento delle docili maggioranze, ch'egli è un di fensore dtlla patria e dell'ordine, il lavo ratore difende l'oppressiore, sistieue l'i niquità, si fa paladino dtl'a oprnffazio-m-, della violenza, perde ogni vincolo di solidarietà coi propri compagni di lavoro e di dolore, squarcia il petto ai propri fratelli in marcia verso l'emancipazione. Ma .verrà tempo, in cui i lavoratori tutti comprenderanno l'enorme assurdi tà di questo fatto su cui si basa il pote re, l'ordinamento autoritario capitalisti co soffocante ogni libertà; verrà tempo in cui un soffio ribelle correrà tra le file disciplinate, or fronteggiatiti nemiche gli operai in rivolta. Allora in un i Maggio supremamen te radioso, echeggerà come tremendo boato il poderoso rimbombo dei fucili poggiati a pied-arm eoa risoluto moto subitaneo in tutti gli eserciti del mondo; e la schiavitù avrà fine. Fanny Dal Ry, dai due emisferi "accordati dalle autorità ottomane" ed al fido provocatore della guerra il go verno di Giovanni Giolitti garantirà nuovi monopolii e nuovi privilegi Allo stupido urlo servile di "Evviva Tripoli!" sostituite, poveri ottusi, po veri trad'ti della patria, povere ma dri crocifisse tra l'ambascia e la mi seria quello di "abbasso la patria 1" "abbasso il Banco di Roma !" perchè laggiù a morirvi di piombo e di tifo i vostri figlioli li hanno mandati per gli arrembaggi usurai della filibusteri pao lotta del Banco di Roma ; la patria a co prir l'onta ha' prestato, manutengola, le sire bandiere ! Y Stati Uniti- Il proletariato della grande repubblica non na hnora trovato la sua via : la grande maggioranza si adagia sotto lo scettro di Samuel Gom pers ed al governo dei suoi varii mini steri ; la minoranza stufa dell'unionismo mezzano, castrato, ' scozzone vorrebbe evadere, se sapesse soltanto dove cascare. Ma se si indugia intorno ai mezzi non non è per questo meno percosso dal di sagio e dall'incertezza tra cui si accampa la sua povera esistenza, e si traducono nell'immanenza dell'agitazione anche se questa non abbia dovunque gli stessi im peti d'audacia e d'energia, non abbia dovunque nè tutti i giorni i muscoli ed i nervi della stessa resistenza pertinace. Non si vive più con sicurezza neanche qui, 1' "America" simbolo dell'agognato eldorado leggendario è dileguata da un pezzo, se pure sia mai esistita ; e nessu no che sgobbi sei giorni della settimana arriva più ad annodare i due capi. Cova dappertutto il malcontento, e romba sordamente intorno alle vette del l'olimpo turbato che avvisa, scaltre, ai diversivi; e ci riesce. Credete che l'animi del proletariato americano si protenda di questi giorni verso Patersou ed Hopedale dove ai la voratori che chieggono pane li sbir raglia padronale risponde col piombo e colle nerbate? verso la valle del Mo nongahela, sui pozzi fumanti de la Cin cinnati in cui cento ottanta minatori sono stati carbonizzati dal grisou? o tra le go le del Kanawka dove il governatore del W. Va. Henry D. Ilatfield reca pacifico il tralcio d'olivo ai minatori ribelli con cui si era fino ad oggi ostinatamente ri cusato di contrattare? od a Los Angeles dalle cui carceri Ortie McManigal, mal grado la sua diretta e confessata parteci pazione a tutti gli attentati dinamitardi dei McNamara.avrà dopo due anni, pre mio alla sua opera di agente provocatore, di delatore e di testimonio domestico a tutte le sobbillazioui della polizia, la li bertà ed il gruzzolo? No. Gli animi, gli sguardi, le ansie del proletariato americano si tendono in sieme cou quelli di tutta la nazione verso l'estremo orizzonte occidentale timorosi di vedervi spuntare in uno di questi cre puscoli sanguigni, tenebrosamente im pennacchiate le ciminiere della squadra giapponese. La California, faccia da senno o serva al giuoco, reclama il diritto di fare nei suoi confini e nei confini segnategli dalla costituzione federale, le leggi che crede meglio adatte ad assicurare la sua esi stenza ed il suo benessere, tra le altre una legge che neghi ai mongoli, a quan ti non hanno la capacità civile della cit tadinanza americana, la facoltà di com prare e di possedere terre in California. , Il Giappone che nei suoi paesi ricono sce agli americani, senza speciali odiose riserve, gli stessi diritti che a tutti gli stranieri, vede nella particolare diffiden za, nell'ostracismo particolare, un'umi liazione, ed ha fatto sapere a Wilson, che non è disposto a perdonarla. Non sarà ancora la guerra; nè conver rà al Giappone portarla a sei mila miglia dalla sua base di riforuimeuto, nèhauno gli Stati Uniti la fretta di oscurare fa fa cile gloria di Santiago collo sbaraglio si curo in cui si chiuderebbe ogni loro urto attuale col Giappone. Hanno paura del Giappone gli Stati Uniti, ed hanno bisogno di fare anche p;ù paura ai sudditi di quel che vera mente ne sentano i governanti : ne han no bisogno perchè Schwab il quale ha comprato ieri i cantieri di Quincy, possa col ferro, coll'acciaio, colle corazze delle sue officine di Bethlehem al lestire le dreadnoughts che secondo Johu Tempie Graves, l'autorevole ispi ratore di tutti i giornali dell' Hearst, mancano ad un'efficace compagine della marina americana; perchè i Carnegie ed i Bakers possano accumulare le cinque centomila tonnellate che mancano alle stazioni del Pacifico, le , duecentomila che occorrono mensilmente a quelle del l'Atlantico; perchè possano finalmente i ministri della guerra e della marina con scrivere le migliaia di uomini, le centi naia di ufficiali che mancano all'integra zione dei quadri e degli equipaggio sen za dei quali, per confessione dei più au torevoli ammiragli allo Stesso Johu Tem pie Graves,ogui mobilitazione è impossi bile; perchè ad assicurar la cuccagna dei grandi cantieri, dei grandi sindacati mi nerari, industriali e ferroviarii, dei gran di finanzieri, bisogna agitare lo spettro della guerra, vellicare lo sciovinismo im pulsivo, morboso, selvaggio delle folle, riscattarle nel delirio della bandiera e della patria, alle aberrazioni in cui li traviano gli indesiderabili rifiuti stranie ri : l'appetito volgare del pane quotidia no, l'eretica petulanza di non voler ser vire al Signore e di voler fare a meno del padrone. La patria e' in pericolo! il giappoue insolentisce, minaccia : ieri umiliava Roosevelt irridendo all'indi pendenza della California, oggi impone a Wilson di asservirgli di asservire ai suoi orgogli il più nobile dei nostri Stati, la più fulgida delle nostre glorie, la no stra stessa costituzione. La patria è in pericolo ! bisogna di menticare le offese, le divisioni, le fazio ni, le passioni, riconfondere tutti nel nome sauto della patria, ricchi e poveri, padroni e servi, repubblicani, democrati ci, liberali, socialisti abbandonando alla loro vergogna i senza patria, i rinnegati. E gli animi e gli sguardi del proleta riato americano frugano ansiosi l'estre mo orizzonte del Pacifico a cercarvi su dell'ammiraglia baldanzosa, la piccola e terribile figura di Togo. r-v Francia. Ci abbandonassero a quel la che chiamano la nostra vergogna e non è che scettica diffidenza dei raggiri di classe e di interessi che non sono i nostri ! Ma, proprio il contrario avviene ! Al lora proprio quando squilla il primo al l'armi! e si diffonde pazzo il primo pa nico, cominciano a metterci gli cechi addosso. Una serie d'incidenti impreve duti e disgraziati nell'atmosfera di so spetto che avvolge e travolge l'Europa iufracidita ha riaffacciato lo spettro di una guerra tra la Francia eia Germania, ed Henniou il prefetto della polizia pa rigina recentemente succeduto a Lepine è andato a fare un'escursione in Nor mandia non mica ad organizzarvi parti colari servizii d'informazione o speciali provvedimenti di sicurezza, ma a presta bilirvi i campi di concentramento in cui trincerarvi 111 caso di guerra anarchici, socialisti rivoluziouarii. sindacalisti, tilt te le fazioni dell'antimilitarismo. Sem pre che non siano più di qualche mi gliaio ed a patto ancora che ve li caccino tutti. Ora la faccia non chiacchera sempre. Lo sr, sul grugno di tanti sovversivi pagnottella la fregola dell'abiura al pri mo sbaraglio si leggeva più chiara che nell'abbaco anche prima, e quando li ab biamo veduto all'indomani dello sbarco di Tripoli a braccetto od ai talloni di Giovanni Giolitti non ce ne siamo nè maravigliati uè turbati : eran da affitta re, ed al primo che ad essi ha buttato una ciambella, una palauca, una promes sa, una rassicurazione, si sono venduti. Ma ci sono faccie in cui tralucouo troppo sicure, troppo padrone di sè, co scienze e fedi perchè non deludano vit toriosamente sogghignando il fiuto ed i trucchi della sbirraglia, ed Ilennion che non potrà tutte ipotecarle nei campi di Normandia si troverà in sulle spalle peg gior guaio di quello che s'illudeva di trin cerare, i grandi scioperi, il sabotaggio della mobilitazione , l'organizzazione MAGGIO TRAGICO g Da l'un a l'altro Ocèano da l'uno a l'altro polo, come a un'intesa magica, come a un pensiero solo, " ecco, la moltitudine de l'asservita gente la già prona cervice rialzar superbamente ; ecco, ne la metropoli del Tamigi fumosa, addensarsi infinita una schiera cenciosa, che reclama a gran voce di minaccia sonante il diritto a una tregua ne l'opera accasciarne ; ecco, lungo la Senna, la fremente coorte di Parigi ribelle, lavoratrice e forte, che sogua l'epopea di nuovi dì gagliardi rievocando la tragica lotta de' Comunardi. E, dappertutto, è un fremito che serpe al 'mite raggio del biondo sole tèpido, del biondo sol di maggio. E, dappertutto, i popoli, già curvi a la servile ' oppressione di schiavi, scuotono il giogo vile. E si tendono le braccia fraternamente aperte, fratelli nel dolore, ne le angoscie sofferte. Oh, la catena salda de le robuste braccia che assurgono nel cielo in gesto di minaccia ! . . . .Ma fu rapido insorgere, ma far brevi contese. ' La spaurita ignavia de la gente borghese levò contro quell'onda di ribellione audace de le cieche violenze la barriera tenace, e la festa de' popoli felici, in esultanza, che a l'avvenir levavano l'inno de la speranza, abbrunò ne la livida orgia de le vendette, tra rombar di fucili, tra strider di manette. Mentre ridean le rose, dischiuse a bere il sole, mentre un effluvio tenero di gigli e di viole da' giardini e da' campi salìa ne l'aria mite, la ràbida ferocia de le ciurme asservite ' su gl'inermi scagliavasi come fiera anelante, e le armi sibilavano, ed una lampeggiante siepe di baionettejjcontro i sen si frangèa. Tristi ore di spasimo, ore d'angoscia rea, quando, nel sol di maggio splendente a fasci d'oro, spruzzava il sangue vivido de' figli del lavoro! ... .0 meriggio radioso di Roma, a Santa Croce, ' d'una tragica ora o riecheggianre voce, O fratello caduto 1), con lacerato il petto e ne l'occhio morente la sublime visione d'una mèsse feconda di pace e redenzione dal tuo sangue irrora, o fratello caduto di piombo fratricida, a l'orrendo saluto, chiuse la tua tragedia del Primo Maggio l'èra : vanì nel tuo tramonto la gran giornata a sera. GIUSEPPE CIANCABILLA. 1) L'operaio Piscitelli caduto a Santa Croce il Primo Maggio 1S91, per una sca rica delle truppe. La corsa macabra del militarismo, che pareva doversi arrestare, riprende ora maggior voga, per la soddisfazione dei magnati dell'in dustria armigera e dei patrioti voraci. È l'ora del trionfo dei divideudi ! La. guerra tripolina, prima; le vicen de marocchine, poi; indi, la contesa bal canica con le conseguenti e persistenti minaccie di conflagrazione europea, rese di una periodicità esasperante mercè il continuo armeggiare fosco della diplo mazia internazionale, sembrano, anzi so no fatte apposta per far ingoiare ai po poli la pillola amara dellle nuove spese militari. La Germania militaresca domanda un centinaio di milioni di crediti straordi nari (il grazioso eufemismo !) ; la Fran cia nazional-bonapartista non che demo cratica e repubblicana, vuole il ritorno alla ferma triennale; l'Italia savoiarda, l'eterna matrigna dei suoi figli, s'appre sta ad estorcere nuovi milioni per la flot ta e per l'esercito; l'Inghilterra, l'Au stria e persino la Svizzera si preparano a votare milioni su milioni a favore del dio Marte, E una frenesia, è un'orgia infernale ! Non bastano i mille miliardi gettati nel baratro militaresco del 1870 in poi? No, troppo voraci sono le fauci dell'idra borghese, sono insaziabili, e tali reste ranno fino a tanto che a troncarle non sorgerà tremenda la massa anonima dei lavoratori. Avete visto le risultanze del processo intentato dal cav. Cresta, contro chi l'accusava di connivenze segrete con la Turchia per il commercio d'armi da guerra ? Codesto cavaliere della corona d'Italia,presidente della Camera di Com sicrilega della sconfitta, la insurrezione all'interno mentre si battono i guerrieri al confine, la liquidazione fatale Mentana. mercio Italiana a Parigi, per scopo di lucro, manifestava la piena del suo en tusiasmo patriotico fornendo materiale da guerra alla Turchia, mentre questa era alle prese, in Libia, con la sua patria italiana. Ora è la volta dello scandalo sollevato in Germania da Carlo Liebkhecht. Il ministro della guerra del Kaiser, per indurre i suoi compatrioti a lasciarsi spogliare entusiasticamente di un centi naio di milioni, d'accordo con altri gran di papaveri dell'esercito, assecondava una lurida campagna militarista ordita dalle maggiori fabbriche d'armi e di esplosivi di Germania. Nel contempo, sempre con lo scopo di favorire i pretoriani dell'esercito d i fi libustieri della finanza, la stampa fran cese con note suggestive preparava il terreno favorevole alla presentazione della legge sulla ferma triennale, non solo, ma anche i nuovi contratti fra lo Stato e le possenti fabbriche d'armi di Francia. E tutto un lavorio segreto, che va sviluppandosi man mano a tutto benefi cio dell'alta industria delle armi e dei cantieri di costruzioni marittime ! È) tut ta una trama ordita ai danni del prole tariato internazionale. Lo spettro sinistro della grande guer ra è il pegno dello scotto ! s La guerra civilizzatrice. Parliamone, giacché i suoi fautori non si stancano di esaltarla, di descrivercela come la .vir tuosa del mondo. Parliamone, o meglio lasciamo che ne parlino i fatti assai più eloquenti di tutte le parole nostre; i fatti abbondano. Per la guerra libica, è ancor fresca nella nostra memoria la terribile visione delle forche innalzate sulla Piaz za del Pane a Tripoli : sono i corpi pen-