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ANNO XI Cristo nella leggenda Nacque Gesù in una stalla. E gli angioli cantarono: Gloria in excelsis Deo et in terra pax hominibus bonae voluntatis. E gli umili lo adorarono ed i,re della terra s'inchinarono. E fu salutato figlio di Dio, Mes sia, aspettato da tutte le genti. Ed annunziò la buona novella: biasimò ed ammonì i potenti, solle vò i deboli, ne raddolcHa scliiavi tù colla carità e la rassegnazione. E proclamò l'eguaglianza mora le di tutti gli uomini. 1 S'interpose fra la divinità oltrag giata dai peccati dei primi padri, placò l'ira del Signore, e redense e riscattò fra inenarrabili angoscie, e la vita sacrificò pel genere umano. E la terra tremò! Iehova fu vinto. ' - Così la leggenda. L,a terra tremò! B dall'Orien te la religione del martire del Gol gota passò all'Occidente, nella Ro ma dei Cesari,' rivoluzionando uo mini e cose.. A poco a poco, con una propa ganda lenta e tenace, devota e co raggiosa, di martiri, il cristianesi mo conquistò il mondo sostituendo alla classica filosofia di Aristotile, la filosofia della morte per la vita, della rinunzia, della mortificazione dei sensi. Dapprima ferocemente persegui tata ne' suoi seguaci, quindi ammi rata, poscia glorificata, la Croce trionfò abbattendo e distruggendo gli dei della pagana mitologia,. coli' av vento di Costantino all'impero. E lo spirito dì Cristo esulò in quanto aveva di utopistico e di u manitario. La Chiesa fu quale do veva essere: dispotica e persecutri ce a sua volta. Tiranna coi deboli, supina e vile dinanzi ai potenti; monopolizzò l'arte e l'intelligenza, . prostituendole, e contro gli innova tori della scienza fu sanguinaria e violenta. Predicò l'umiltà e l'obbe dienza per esaltare i superbi il di sprezzo delle ricchezze per viem meglio signoreggiare il mondo e colla chimerica visione d'una feli cità o d'un castigo oltre tomba, inculcò la rassegnazione ed il ter rore nei popoli. Il cattolicismo, figliazione diret ta e logica dei teoremi evangelici, fu il più grande nemico dell'uomo, della scienza e della natura e per chè tale, come qualsiasi altra reli gione, è destinato fatalmente e ine sorabilmente a sparire poi suo ba gaglio di dogmi indiscutibili, di menzogne impudenti e di favole a mene. E così sia. Cristo non è un rivoluzionario; è un riformatore. A differenza dei moderni riformisti che tutto atten dono dal materialismo storico e dal Corrispondenze, lettere, money orders debbono determinismo economico, Cristo dà soverchia importanza ai fattori i deologici. Per lui l'ordine nella so cietà sta nella morale; le idee do minano esclusivamente i fatti. Egli non combatte il privilegio, la forza, la potenza, ma biasima gli abusi, e gli arbitrii di questi. Non dice al servo: l'Spezza le catene del la tuaschiavitù e ribellati al padro ne", ma le ribadisce, :le taf forza in vece, colla rassegnazione e l'obbe dienza passiva. E vagheggia anche, lui, non dis simile dai riformisti del secolo ven tesimo, il buon accordo, l'armonia fra l'individuo che nulla ha e l'in dividuo che tutto, detiene e tutto può. È un utopista. Vede la società precipitare, cade re nello sfacelo e non ricerca le cau se di tale decadenza, ma gli effetti; così s'appresta a salvarla. Cristo non è un rivoluzionario. Il Natale sociale è vicino...,. La vecchia società traballa sotto il pe so delle sue iniquità e delle suejn- famie e, sotto il piccone demolitore degli innovatori gagliardi, le istitu l A VERITÀ Se il proselitismo anarchista non fa maggiori progressi dobbiamo ringraziar ne i pregiudizii abilmente disseminati fra la massa dagli avversarli dell'idea. Nella mente d'un grande numero di la voratori, difatti, quando gli anarchici non sono considerati come pazzi o come criminali .passano per lo meno come uto pisti, come sognatori le cui dottrine so no irrealizzabili. L'anarchismo è così disdegnato perchè non è conosciuto sotto il suo aspetto vero. La gente non sa dell'anarchismo sè non quello che le raccontano i giornali, i libri, tutta la letteratura borghese; . ed è noto in qual modo abbiano consuetu dine di presentarlo ! E necessario quindi distruggere questi pregiudizii stolti e mostrare agli uomini le idee anarchiche in tutta la loro bellez za, in tutta la sua semplicità. Il 'giorno ia cui essi se ne saranno fatto un giusto concetto, la società attuale coi suoi vizii, le sue miserie, la sua ipocrisia, avrà i suoi giorni contati. Noi invitiamo pertanto gli uomini ra gionevoli e coscienziosi ad esaminare, senza partito preso, le nostre aspirazioni. Si persuaderanno che non siamo nè pazzi nè criminali, nè utopisti, ma che ci urge un solo anelito ardentissimo : edificare il benessere e l'armonia su la terra. S'impone avanti ad ogni cosa una con statazione : la società' attuale e' catti va. Gli sforzi degli individui debbono dunque convergere a trasformarla. Basta gettare uno sguardo intorno a noi per renderci conto di quanto sia irrar zionale, viziata, fracida la società in cui viviamo. Vediamo, tocchiamo con mano per me glio persuadercene. Che cosa troviamo ? che cosa vediamo ? Poveri vecchi che, dopo di essersi tut ta la vita schiantati al lavoro, sono co stretti a finire i loro giorni nelle squalli de corsìe di un ospedale, mentre altri che non hanno prodotto la più sparuta somma di lavoro, passano la loro vec LYNN, MASS. 27 DICEMBRE essere esclusivamente indirizzati "Cronaca Sovversiva". P. O, Box 678 - Lynn, zioni crollano: La Nemesi della storia, la giu stiziera s'avanza e si annuncia at traverso la decadenza sociale e nel cielo plumbeo della rivolta indivi duale e collettiva. L'anarchismo; . ' la negazione suprema di tutto ciò che è ordine stabilito, coazione, agita coscientemente le folle e l'in dividuo. , Cristo moderno, taci! La tua le gislazione sociale è un'illusione, un tradimento; l'armonia, la collabora zione di classe: una mistificazione. Il Natale sociale è vicino ' E sul vecchio mondo del privilegio e dell'ingiu stizia sorgerà l'individuo e vivrà. E l'amore, la vita non saranno più soffocati, avvelenati dall'inte resse, nella comunanza della ric chezza sociale. E la donna non farà mercato di sè e non sarà schiava dell'uomo; il bimbo non piangerà per fame ed il vecchio non mendicherà. E nel lavoro redento e glorifica to l'uomo raggiungerà la felicità e l'agiatezza. E la terra esulterà!..'..". ' "' Terenzio Barbero chiaia circondati di sollecitudini di cure affettuose. Uomini che dopo d'aver sgobbato, quanto il giorno è lungo hanno, a mala pena, di che placar la loro fame e quel!a dei loro cari, non hanno che un cattivo letto su cui abbandonare la carcassa esau sta, il corpo estenuato, mentre altri, al tri che non hanno mai lavorato, passan nell'ozio il loro tempo, godono di men se abbondanti, sontuosamente imbandite nelle più splendide dimore. .. Lavoratori disgraziati che - malgrado ogni fervida volontà non arrivano a tro var lavoro. I padroni hanno a loro, di screzione ' braccia quante vogliono, ciò che ad essi consente d'abbandonarsi ad uno sfruttamento atroce. Fanciulle che trovano sbarrata ogni via, chiusa ogni porta, sordo ogni cuore, costrette a prostituirsi per un boccon di pane. Giovani gagliardi colti nel fiore, nel vigore della giovinezza, rinchiusi nelle sentine di demoralizzazione e di corru zione che si chiamano caserme. E sotto vaghi pretesti d' ordine, in realtà per difendere gli interessi degli sfruttatori, massacrati i lavoratori che insorgano a reclamare il loro diritto alla vita. Riboccano i forni di pane, e muoiono di fame sul lastrico i miserabili ; rigurgi tano di scarpe e di abiti i magazzini, le bot teghe, e scalzi, lividi sotto i cenci, bat tono i denti ai rovaio, innumeri gli straccioni. Per far posto al nuovo raccolto abbiam veduto nel Mezzogiorno i proprietari buttar a fiume i loro vini mentre una folla di infelici non ha che acqua infetta per dissetarsi. Dovunque si muore di fame all'ombra della ricchezza; ogni cosa abbonda intor no ai mìseri cui manca il necessario. Dovunque è l'annichilimento dell'indivi duo, la distruzione della dignità umana. Tutte cose che nessuno può impugna re, che nessuno oserebbe, seriamente, giustificare. 1913 4 Ebbene, contro tanto illogismo, tanta assurdità, tanta iniquità, tanta vergogna, pochi uomini si sono levati. Si chiamano anarchici, antiautoritarii, e sono trasci nati nel fango dal disprezzo e dalla ca lunnia. Che cosa vogliono ? Hanno un ideale ben semplice, voglio no edificare la socittà comunista il cui funzionamento può riassumersi in questi termini : da ciascuno secondo le sue forze, a ciascuno secondo i suoi bisogni. Da ciascuno secondo le sue forze, perchè essi ritengono che ogni uomo sa no è valido debba portare il suo contri buto all'opera comune i). Immaginatevi il lavoro che compirebbero tutti gli uo mini di un paese, anche senza affannarsi, coi mezzi di produzione che il progresso darebbe loro nelle mani, e figuratevi questa produzione messa in comune! Si potrebbe allora davvero aver cura dei no stri vegliardi" e rendere piacevoli i loro anni tardi ; ciascuno potrebbe mangiare secondo l'appetito, vestirsi di suo gusto ; e le fanciulle non avrebbero più bisogno, per vivere, di far mercato della loro gio vinézza. Tutto essendo di tutti, ciascun membro della società potrebbe consuma re secondo i suoi bisogni. Ogni causa di divisione essendo spari ta, gli uomini, aggruppati secondo le af finità, in luogo di combattersi gli uni gli altri, si verrebbero mutuamente in aiuto ; ciascuno custodirebbe la propria' dignità, la propria indipendenza. Pare che a voler realizzare una società cosiffatta si debba esser pazzo o crimi nale, pare che quest'aspirazione debba esser pura utopia. Noi sappiamo tuttavia, noi, che dalla volontà degli uomini dipenderebbe sol tanto che il sogno avesse a tradursi in realtà. Vorranno i. sofferenti comprendere quello che noi vogliamo ? Sapranno essi rendersi conto di quanto siano assurde le sciocchezze con cui agli anarchici si ir ride ? Noi ricorriamo talora alla violenza; vi siamo costretti.) dagli attacchi assi dui di cui siamo zimbello ; ma non eri giamo la violenza a dogma di fede. Esso è, del resto, dovunque nella Società bor ghese ed autoritaria, e siccome èssa si esercita su di noi quotidianamente, noi ci difendiamo, considerando che sia le gittimo opporre la violenza alla violenza. Ecco la verità sugli anarchici. ' La comprenderanno gli uomini ? Ascolteranno essi la voce della ragio ne, ed essendosi alla perfine convinti del l'ignominia e dell'orrore-della società borghese, marcieranno essi con noi alla realizzazione del nostro ideale di bellez za e di giustizia. A. Loriot 3). 1) Chi intravedesse ancora una minaccia di coercizione, può placare le sue inquietudini nelle considerazioni logiche ed esaurienti con cui il problema è affrontato nel nostro studio polemico su la "Fine dell'Anarchismo". 2) Se si ammette lo stato di guerra dovrà ben trovarsi l'attacco altrettanto legittimo quanto la difesa. 3) . In una recentissima pubblicazione de La Vie Naturetle di H. Zisly. . N. d. R. Madri d'Italia! Contribuzione di Mentana al l'agitazione prò Masetti. Elegante opuscolo con ri tratto, edito dal Gruppo Auto nomo, box 53 East Boston Mass. 5 soldi la copia. Num. 52 Mass. Noi e gli altri. Ci hanno scocciato I quei signori del così detto sindacalismo, ripetendoci, con ridicola petulanza, la solita cabaletta ma lignamente stonata : "Che cosa fate voi anarchici ? Quali sono i vostri mezzi di lotta di fronte alla classe capitalistica ? Che cosa vorrete farne di questa massa enorme dei lavoratori, degli sfruttati che," nel chiuso discreto delle nostre uaio ni, noi, noi soli cerchiamo addestrare alla guerra contro il mondo borghese !" Ci vanno cantando così, da un pezzo, in brutta solfa, i vari giumenti scavaleg gianti del campo sindacalista. Quanta miseria e quanta' malafede in queste interrogatine con le quali preten derebbero confonderci J Che cosa pensiamo e facciamo noi, quei signori lo sanno benissimo. Sanno anzi oh se lo sanno 1 che noi pen siamo meglio di loro e.... facciamo qual che cosa di più. E sanno : Che il sindacalismo, espulsò dolorosa mente ed a gran fatica dalla matrice sor cialista a furia di eccitanti eroici (fra gli eccitanti, principalissima, la critica anar chica pertinace, inesorabile), malgrado gli asettici nei quali ebbe i suoi primi lavacri l'abbondante letteratura fatta di filosofemi alquanto cabalistici e dì apostrofi terribili contro il socialismo e h socialisti politicanti malgrado gli amu leti e fronzoli smaglianti di cui fu orna to, nato cachettico, venne su rachitico, 3 malaticcio con tutti i difetti e le anorma lità congenite, destinato a fine inesora bilmente e fatalmente sicura, a breve scadenza. Ed è morto di mala morte, senza speranza di resurrezione, ed aspet terà inutilmente nello squallore me lanconico del suo sepolcro il nuovo cristo che gli gridi : "Surge et ambula!" - Che a coprire la loro deforme nudità, a presentarsi decentemente alla ribalta sovversiva, a cansare i torsoli che la pla tea turbolenta non risparmia mai agli istrioni da strapazzo, a far bella figura insomma, 1 cosi detti sindacalisti debbo no ornarsi delle insegne, immacolate e sfolgoranti, dell' anarchismo, dell'anar chismo che poi, di soppiatto, vigliacca mente tentano di pugnalare alle spalle. Che gli anarchici sono a migliaia do vunque e ve ne sono, coattamente, an che nelle congreghe uniouistiche, e stan no sempre in prima iila, allo sbaraglio, là dove vi è una buona battaglia da com battere, un gesto energico da compiere contro gli oppressori, contro la tiranni de capitalistica. Che i "cattivi pastori" del gregge pro letario, gli ufficiali delle Unioni, gli or ganizzatori delle varie federazioni socia liste, dopo &vt-.r provocato, a scopo affa ristico (come potrebbero fare diversa mente, per giustificare la loro esistenza, per ricevere l'offa settimanale?; uno scio pero o un'agitazione qualsiasi (spesso queste ag t tzioni sono intempestive o in concludenti), dopo aver artificiosamente scatenato lo sdegno dei lavoratori, e le es se s'imbrogliano e le repousabilità minac ciano i loro capi, la tremarella li prendi e,' per evitar guai, issano il parafulmine : "Non siamo anarchici gridano a tutto fiato - siamo qui solo a reclamare paci ficamente, legalmente, ammantati della bandiera nazionale, dei diritti. È delitto reclamare dei diritti? Gli anarchici sono altrove, di codesta orribile genia noi non vogliamo saperne, non ci appartengono". E se qualche anarchico leva la voce e vuole esprimere ed esprime la sua opi ne è tacciato di agente provocatore, di spia e peggio. La qual cosa dimostra evi dentemente che gli anarchici vi sono e... fanno qualche cosa.