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CRONACA SOVVERSIVA ,'lute. Così solo aviemo motivo ad essere creduti rivoluzionarii. All'opera, compagni! R. A. Sottoscriviamo in massima quanto di ce il compagno R. A. e specialmente per l:i parte che riguarda l'Italia e l'attività dei compagni di New York. Bisogna pre pararsi a fronteggiare gli eventi ed al l'assalto. Molte battaglie nostre andaro no perdute perchè il nemico ci colse im preparati. Il passatoci sia ammonimento. ' N. d. R. Brevi Parole Ai lettori, Veramente, queste parole, volendo osservare uno stretto , criterio idea le, avrei dovuto indirizzarle ai compagni, anzi che ai lettori. Ma, siccome penso riguardino un popò anche le persone, le quali, per coltura e per convinzione, si trovano nell'immediato al di là della no stra linea, ritengo opportuno parlare a tutti. " Dopo tutto, si tratta di propaganda, e questa non deve rimanere privilegio di un gruppo ristretto di persone : le idee mal si acconciano all'aria vizzita delle congreghe, vogliono aria,, vogliono sole, si nutrono di libertà ! Dunque Riflettendo sullo stato della nostra pro paganda e mettendola in" confronto con quelli che mi sembrano i bisogni più ur genti, trovo in essa una lacuna troppo grave perchè ni n la segnali e non cerchi, nella misura delle mie forze, di ripararla. La lacuna è questa : La propaganda nostra, frazionandosi spesso e volentieri nei varii temi riguardanti la Proprietà, l'Autorità, il Patriottismo, ecc., non si occupa che raramente della questione re ligiosa. Ed è male, malissimo ! Diamo un'occhiata ai cataloghi delle nostre biblioteche : la questione religiosa la vediamo trattata in qualche opuscolo divenuto classico fra noi, più per vetu stà di anni che per eccellenza di conte nuto. Guardiamo i giornali anarchici : poco se ne parla, e quando se ne parla si fa più allegramente dell'anticlericali smo che dell'ateismo di battaglia. Ciò che è ancora male, malissimo ! Così, coloro i quali vogliono istruirsi al problema religioso, sia per formarsi una convinzione solida in materia che per farsi propagatori di irreligiosità, so no costretti a rivolgersi alle grandi case editrici, se hanno soldi da spendere, od accontentarsi di un pane intellettuale vecchio e stantìo, se non hanno soldi da spendere, come spesso è il caso. Ancora se questo pane fosse abbondante ! Insomma, ci troviamo nel caso deplo revolissimo di colui che, avendo sete, glj èconcesso solo d'avvicinare la gora putri da, mentre più in là, più in su, sulla roccia, zampilla chiara l'acqua fresca. E qui conviene pure mi domandi : dato questo stato di cose, quanti sono gli anarchici, peggio, quanti sono coloro che, pur facendo professione di ateismo si trovano nella impossibilità di sostenere una discussione in merito? e quanti co loro che dell'ateismo professato non san no neppure dare conto a sè stessi ! Questa la ragione per cui il prete po co teme la propaganda nostra, ed assu me facilmente un'aria di sfida verso gli atei. "Speriamo che prima di morire...-speriamo che all'ultimo......" dice, ed atten de la preda al varco. Alla bottega sua servono anche i morenti. "Speriamo " dice, e nella speranza sua si cela la sfida vigliacca e l'impuden za del gesuita. Arnese di San t' Uffizio, su pura il cadavere, lo cova, l'attende al passaggio. Corvo ! Ebbene , bisogna adoperarsi perchè cessi lo sconcio. Ed allo scopo, la do nnea, fra un paio di settimane, incomiu cierà la pubblicazione di un interessan tissimo studio antireligioso dovuto alla penna di Sebastiano Faure. Non è un'opera voluminosa, sono po che pagine da esaurirsi in un breve nu mero di appendici, che hanno però il inerito di essere complete, riassuntive, dj dire in un numero ristretto di periodi semplici, quanto è di solito diluito in grossi volumi. Se lo leggono i lettori, facciano qual che cosa di meglio, lo studino ; dopo di che si troveranno certo armati per ri spondere a sè stessi nelle ore in cui seni bra oscillilo 1; convinzioni, nelle ore del dubbio e potranno nello stesso tempo di scutere efficacemente coi rappresentanti delle varie religioni. Liane. Dalli al tronco! E risaputo che il parlamentarismo è una istituzione eminentemente borghese e quindi conservatrice. Esso ha lo scopo di legalizzare gli atti di una casta d'op pressori in difesa del suo privilegio con tro il diritto del popolo diseredato. E più il suffragio è allargato, più questa difesa parrà legittima e diventerà effica ce. Vediamo in qual modo. Se uno Stato è retto in regime assolu to, i suoi membri sono in pieno diritto diritto naturale di rifiutarsi di sot tostare all'autorità di un solo, e di ribel larsi. Ma se uno Stato è basato sulla le gislazione emanata dal suffragio univer sale, ossia da tutti i suoi componenti, che danno il potere ad uomini di fiducia di promulgare nuove leggi e di discutere sull'andamento della società, tutti coloro ohe accettano di far parte di un simile agglomeramento, ne accettano senz'altro le conseguenze e non hanno il diritto d'imprecare contro un'oppressione da lo ro legittimata ad ogni nuova votazione. E non ci vengano a dire i socialisti ' che della tribuna parlamentare essi vo gliono trarre profitto a prò della classe proletaria.. Ciò non potrà avverarsi ! La classe che diede forma alla società attuale, creò il meccanismo parlamentare a suo esclusivo vantaggio e non si lascie rà mai spodestare parlamentarmente dai nuovi venuti. La società borghese è nata fra i lampi sanguigni della rivoluzione e soltanto grazie ad una nuova rivoluzione potrà essere vinta. Per intanto il parlamentarismo ci ha dimostrato di avere soltanto la facohà di inquinare ed ammorbare tutte le energie più giovani, rendendo nulla ogni inizia tiva di lavoro efficace e di riforma vera. Esso rappresenta l'impotenza ! Mai nessun problema fu da esso risol to, mai un'ingiustizia riparata, mai una vergogna cancellata. Esso è strumento logoro di domina zione capitalistica, che può giovare sol tanto agli affaristi, alle schiene flessibili ed ai deplorati. . t Del resto; quando i governanti voglio no imporre qualche nuova legge al pae se, si prendono pieni poteri, a costo an che di piccoli colpi di Stato (informi l'Austria Ungheria con le leggi militari), mandando a spasso i bravi deputati. E proprio, sarebbe molto meglio che i so tialisti mandassero al parlamento i loro stivali, come faceva quell'ottimo re di Svezia della storia, tanto otterrebbero gli stessi risultati'. È da oltre vent'anni che i socialisti so no penetrati nelle amministrazioni e nei parlamenti, hanno partecipato ad opere di governo, hau lavorato attorno a codici ed a regolamenti, hanno avuto mano in tutti gli intrighi della politica, si sono alleati a ministri, a conservatori e a preti, e che cosa hanno concluso ? Le masse aspettavano la redenzione promessa ; nelle officine, nelle miniere, negli opifici pulsava il gran cuore prole tario nella fiduciosa attesa, mentre nei parlamenti, trascinati nel vortice dell'in trigo della politica, i rappresentanti del popolo tradivano la fede giurata e si fa cevano essi stessi complici di oppressione. Tutta l'opera loro fu un inganno, e turpe inganno. I Briaud, i Milleraud, i Eerri et sitnilia sorsero come funghi a dar ragione alle nostre osservazioni, a comprovare il nostro asserto che il par lamentarismo è sinonimo di corruzione. In nome degli interessi proletarii essi proposero leggi, che o caddero, o venne ro trasgredite, e nessun beneficio appor tarono mai alle condizioni della classe lavoratrice. Tutta l'opera dei socialisti si compen diò sempre nelle competizioni politiche, nella irregimentazione degli elettori, nella conquista di collegi. Eppure la macchina dello Stato continuò a spre mere e ad immiserire le turbe famèliche. Ed il proletariato ricorda ora la voce anarchica che gli ha risuouato all'orec chio in tutti questi anni : ricorda la cri tica ostinata alla tattica ed alla menzo gna del socialismo legalitario e parla mentare ; comprende il perchè dell'acca nimento nostro contro i duci, che con dussero sempre con le lcro debolezze e le loro ambizioni la massa proletaria alla sconfitta ed alla vergogna. Possa il grido anarchico di ribellione contro lo Stato non echeggiare inutil mente nei vicoli e nei tugurii delle gran di capitali, dove vivono 1 più umili, i più affamati, , i più anemici proletarii, dal ventre vuoto, dalle gote emaciate e dagli occhi cavi, i più tristi reietti del Lum penproletariat ! È dalle peggiori geenne che dovrà sprigionarsi e salire ancora una volta il soffio ardente di distruzione, che permet ta di far tabula rana di tutto il vecchio mondo, perchè sulle sue rovine pos-a al fine elevarsi la città del fraterno accordo di liberi ed uguali. A. C ;; l'i "' ì'a . ' V ' u " Abbonatevi a FACCIA A FACCIA col NEMICO CRONACHE GIUDIZIÀRIE dell'anarchismo militante Si pubblica una dispensa per setti mana, la spedizione agli abbonati viene fatta ogni 15 giorni. L'abbonamento alle prime 32 dispense, da 16 pagine l'una, il lustrate, formanti il primo volume, costa Un dollaro. Con l'ultima dispensa gli abbonati riceveranno pure un'elegante copertina. Le prime 12 dispense già uscite con tengono: Avvertenza degli Editori. Una protesta che potrebbe anche essere prefa zione. Giovanni Passanante e l'atten tato a Umberto I in Carriera Grande Napoli 17 novembre 1878. :: Sofia Pe rowskaja e l'attentato del 13 marzo 1881 contro lo czar Alessandro II. :: Il pro cesso di Carlo Gallo per l'attentato alla Borsa di Parigi il 5 marzo 1886. :: Come i minatori di Decazeville giustiziarono il 26 gennaio 1886 l' ingegnere Watrin. :: Le esplosioni di Lione ed il processo di Kro potkine, Gauthier, Bernard e compagni :: L'esplosione del Caffè Bellecour di Lione ed il processo del compagno Cyvoct. Per abbonamenti rivolgersi al : Gruppo Autonomo, Box 53, East Boston, Mass. In campagna Ho condotto i miei in campagna e mentre essi osservano fiori ed insetti, io considero l'agire degli uomini. . Il chilometro che divide il mare dal piano coltivato non è che una distesa dì sabbia : dune qua e là popolate di pini. Trenta anni or sono una famiglia di ca pitalisti ha preveduto che l'enorme baia la quale, fra due punti rocciosi, distende i suoi otto chilometri, di sabbia fina, di verrebbe rapidamente soggiorno estivo per gli uccelli ed acquistò tutto il terre no a due o ktre franchi all'ettaro. Oggi essa rivende le stesse terre a tre, quattro, cinque, sei, dieci e persino venti franchi il metro quadrato, cioè a trenta, qua ranta, cinquanta, cento, duecentomila franchi all'ettaro. Diggià ha ceduto nn terzo di quel che possiede ; il resto andrà ai migliori offerenti. Tutto intorno ali'immobile che io abi to un proprietario ha acquistato da la Società delle Sabbie del mare è il tito lo assunto dalla famiglia di cui parlo un ettaro di terreno ; egli spera di riven derlo fra qualche auno con benefìcio. In questo momento lo fa chiudere. Tutto intorno al terreno, due uo mini hanno scavato un fosso di trenta centimetri. Di due in due metri hanno piantato infine dei puntelli e li hanno av volti in punta con quella crudele trovata detta rovo artificiale, così pericoloso per i ragazzi; poi essi hanno chiuso tutto per mezzo d'una siepe di fil di ferro forte mente assicurato a ciascun puntello e af fondato a quindici o venti centimetri nel la terra. È il tempo della raccolta. Sul piano gli agricoltori mancano di braccia neces sarie a lavorare i covoni. Fieno è rima sto sul suolo, difettando la gente a spar gerlo e farlo disseccare e poi raccoglierlo in balle. Per due mesi, intanto, due uomini hanno lavorato no, hanno guadagnato la loro vita a circondare di siepe sab bie aride, e ciò perchè il proprietario di queste sabbie ha loro offerto cinquanta centesimi di più al giorno del salario me dio della contrada. In uno dei suoi inimitabili Propositi d un Normanno, Alain scrisse presso a poco così : Gli uomini biasimano o puni scono colui che distrugge della materia utile : pane, vivande, effetti, .case, ecc. Ma allorché qualcuno distoglie per fini futili gli uomini che avrebbero potuto produrre utilmente, è come ch'egli di struggesse quello che ha impedito di pro durre. Invece la generalità delle genti lo tro va naturale. Il proprietario de l'ettaro di dune ha sottratto alla società tutto il lavoro utile che i due uomini avrebbero effettuato durante il tempo che hanno speso a chiu dere le sue sabbie. A parte Alain e qual che altro, chi dunqne è persuaso che questo proprietario è più nocivo d'un individuo che bruciasse un covone non pestato o ne facesse lettiera alla bestie? Ciò si deve al fatto che quasi l'univer salità degli uomini ha preso l'abitudine di riguardare la produzione umana non in rapporto con la sua utilità sociale, ma come una tassa d'oro, d'argento, ó di una qualunque lega metallica che è stata casellata come rappresentante il suo va lore. Questa nozione falsa è cagione principale de la miseria e della lentezza dei progressi materiali e morali dell'u manità. Nel suo ammirabile romanzo Risurre zione, Tolstoi esprime così questo con cetto : "Passando sur una via, il cocchiere, un uomo di media età, dal viso intelli gente, bruno, si rivolse verso Nekludor e gli additò un'enorme casa in costru zione. " Qual edifìcio essi elevano là, disse, quasi che egli ne fosse stato l'autore e ne inorgoglisse. "In fatti, la casa in costruzione era enorme e d'uno stile complicato e bizzar re. Le lunghe travi di abete delle impal cature, congiunte da anelli di ferro cir condavano la costruzione e l'isolavano dalla via. Sulle impalcature formicolava no i lavoratori tutti bianchi di polvere; gli uni posavano le pietre, gli altri le rompevano ; altri trasportavano su pe santi carichi, o portava giù tinozze vuo te e barelle. Un grosso signore elegante mente vestito, l'architetto senza dubbio, ritto sull'impalcatura, disegnava qual che cosa a un capo mastro, che l'ascol tava con defereuza. Davanti a loro, per una porta, uscivano carriole vuote ed en travano carriole cariche. "E dire che tutti, quelli che lavorava no, come quelli che li facevano lavorare, sono convinti che ciò doveva accadere così : che essi devono costrurre questo palazzo insensato e inutile per qualche individuo altrettanto insensato e stupido, uno di quelli che li rovinano e li deruba no, mentre in casa, alla campagna, le loro donne incinte sono occupate in un lavoro troppo duro per esse, e che i loro bambini, mezzo morti di fame, sorridono d'un'aria invecchiata trascinando le pic cole gambe, pensò Nekiudor, osservando quella casa. "Sì, stupida Cài- ! disse esprimendo ad alta voce il suo pensiero. " Come stupida? ribattè il cocchiere offeso, al contrario, essa dà lavoro all'o peraio. Non è mica una casa stupida ! " Ma il lavoro che fanno è inutile ! " È utile perchè si costruisce, repli cò il cocchiere. Ciò nutre il mondo". Una locuzione operaia si riporta indi rettamente a questo ragionamento erro neo : "Fare e disfare, è sempre lavora re". E,h ! no. Fare è lavorare, spesso, ma non sempre. Gli uomini che chiude vano la sabbia della spiaggia del mare, quelli che fabbricavano il palazzo insen sato ed inutile di Pietroburgo facevano, ma non lavoravano. Fare'ciò che si sa debba disfarsi o semplicente fare c:ò che non si è assolutamente certi di non ave re a disfare, non è lavorare, ma agitarsi, muovere le braccia, le mani, i piedi; il cervello non vi ha parte. Se il cervello vi si interessa, è malato, sviato, degene rato o criminale. Il lavoro dà gioia, poi una soddisfa zione a chi l'effettua. Il lavoro è defini tivo. È un'opera. Ciò che si dovrà disfare, e un passa tempo da convalescente, d'impotente, di disoccupato o al massimo, di malagurati abusi spesso a loro insaputa del ragionamento capitalistico di cui era im bevuto il cocchiere russo: "K utile, per chè nutre il mondo". Il vero lavoro si giudica dalla sua uti lità sociale e non della moneta che rap presenta.' Quando gli uomini avranno afferrato una nozioni così semplice e cosi facil mente comprensibile, la loro emancipa zione integrale e la loro completa lbertà saranno assicurate in breve termine. E per questo è necessario solamente qual che migliaio di educatori convinti che la nozione dell'utilità del lavoro è più im portante ad insegnare ai fanciulli che i fatti di Napoleone, di Federico il Gran de o di Caterina di Russia, più pratico che gli scritti di di Voltaire o di Marco Aurelio. I fanciulli divenuti uomininon avranno bisogno ch'abbiano a forzare a lavorare o che abbiano a rigettare dalla loro società i preti, i giudici e i burocra tici; diggià e per propria opera il soldato sarà sparito. Max Clair A P. Garibaldi, perche' i lavoratori intendano Peppino Garibaldi lancia manifesti! Invita le colonie italiane a tenersi uni te e pronte ad. accorrere in difesa della patria e, conseguentemente, del potere dei Savoia. Buffone! JS gli ultimi atteggiamenti' a New York? Non basta essere nipote d'un Grande. Coerenza, generale, coerenza, se non si vuol pass?re da pagliacci. Chi tresca in tutte e due le rive è più esoso e ripu gnante del nemico dichiarato. Intanto è bene che ricordi questo di scutibile eroe della campagna messicana, donatrice di miniere, come i tempi son cambiati e che a voler for rivivere fervo ri d'altri tempi, anche se si ha il nome di Garibaldi, si fa l'effetto d'una mummia che dalla tomba secolare esca a passeg giare per le vie di una città rumorosa. Le colonie sono costituite in massima parte di lavoratori ed a questi poco inte ressa se Trento e Trieste, o la Sicilia, o la Sardegna, siano italiane o austriache o francesi o inglesi: i governanti d'Italia han dimostrato che non v'è differenza, a se vi è tutta a loro detrimento. Importa solo ai lavoratori che spariscano i suc chioni, i camaleonti, i bluf fisti, in com pagnia di tutta questa società di ladri e di parassiti. Intanto, sa il nostro generale quanto costano le velleità nazionalistiche in tem po di guerra dopo aver essiccato i bilan ci in tempo di pace? Uno sguardo fugao ce alle seguenti cifre approssimative glie ne darà un'idea. Nei J35 giorni della guerra austro prussiana la sola Prussia spese circa io milioni al giorno. Nella guerra franco prussiana la Prus sia spese 1280 milioni e la Francia, oltre i cinque miliardi d'indennità, spese 15-0 milioni. Durante i mesi della guerra russo-turca la Russia spese 3300 milioni e quasi altrettanto la Turchia, che pagò poi a guerra finita come indennità 800 mi lioni. La guerra cino-giapponese costò aidue paesi circa 800 milioni, più i 750 di in dennità che dovette pagare la Cina. La guerra anglo-boera sei miliardi e mezzo; quella ispano americana 1790 mi lioni agli Stati Uniti; la russo-giapponese 5070 milioni. Donde si vede che se per rendere me no dura ed incerta la vita al proletario i mezzi non si trovano, questi sono abbon danti quando si tratta di mandare al ma cello la caruaccia del soldato. Non c'interessa la guerra, non la vo gliamo che contro la classe degli sfrut tatori. La vita ci è più cara della rumo rosa dignità nazionale di lor signori. Generale, è meglio che vi rivolgiate agli ascari, ai quali cediamo volentie ri l'onore di difendere la patria. Virginio Della Vasa Providencc, R T. Grande Sciopero magnifico romanzo di CARLO MALATO. Indirizzare le richieste accompagnate dal relativo importo, esclusivamente : Gruppo Autonomo, box 53 East Boston, Mass.