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LA LIBERA PAROLA |TH • Fr«a Word 1 PUBLISHED EVERY SUNOAY • V * SIUStPPE 01 SILVESTRO BOITOMN-CHIIF 1626 Sa. Bromi St., Phila . Po Bell Phone. Dickin»on 28-48 J Anno J. - 10 Aprile IH2I - No. 15 SI'BSCR IPTIOS la the I*. **.. per y«nr $2.00 , " per al s nioutha 1.36; ** ** *" per three moniti» .... 0.70 ! la Foretto riunirle#, per year *' per 6 uioiitha . . 1.75 [ " per 3 nionihs . . 1.10 i COM MERCI Al. A D VER TISEMKNTS Display Fv iwertiM , t.ms than .'4 ii. h v i**-rli»eh bjr ooluiiiu $1.01» Con traci for luo o.7t> "240 " ** . 0.70 | ** auu " " . 0.85 j - !oflo o.«U ! ** uoi " ** . u.y> ; Mattar fa flr»t pace !K*r agate line $U.'C> la ali otliiT pale*. iht agile lille .... O.IL AMVSrUENTS Oiaoiay rheatrea. Cun«trth. etc.. per tnch by «otuniu. neh !»»rtlon . . . fi o»» Readnt Mattar Tbeatres. t'onrerK, etc.. In flr*t paje. per agate line, each Inseritoli . . So tea tre*. < vincer?*. eie.. In ali otber pa t« s |»er a*:»!e Une. each Inaertlon O.ID tOLtTICAL A D VER TISEMKNTS Itale* ni».le «»n application ni f«E «miTsamiis mmu KFUSEO Stoni a gruppi. Ij» Grande Loggia ilei Figli d'ltalia in questo Stato fu la prima ad anticipare 1110 mila lire ed altre contribuzioni fecero seguito alla prima. 11 Cav. Silenzi, appena installato si in questa -ede. aveva voluto sa pere se qui esisteva unii sezione della' Danti- Alighieri ed uua Camera di Commercio Mentre per la prima E gli aveva gettato le Itasi rae- ' cogliendo l'iniziativa ili un nostro e gregio connazionale, signor Uiuseppc Dello ltusso, la sec>nda la porto' a compimento come ebU* a dire nel suo •liscor»» il l'r. Vico Ciccone, presi dente provvisorio «li essa. Verso il me-e di Novembre scorso qualcunoavefa avvicinato il Cav. Si lenzi per pregarlo di sollecitare Iti formazione di plotoni italiani. Il no stro Ci mole d'allora, che già" nutriva il'sentimento fSer questa iniziativa, la raccolse, la presento" ad alcuni i taliani eminenti e la porto" a com pimento. l'ero" egli volle prima di tutto ottenere che ai nostri piccoli e -ploratori fos»o permesso di portare la bandiera (ricolme a fianco di quel la dalle strisci e e delle stelle, e l'ot tenne. / DISt Vorremmo poti ili riprodurre tutti iiilcjfrà « iiìtrlìTt j« f« .*• » »_TT» i • •nitore. con squisita gentilezza, ebbe >entiti pensigli, ili simpatia e ili omaggio. )wi il ("ons .'e i';iitenti- e >uh -uiio .■, ; , ito noli ardii • compito, • di annitrii - Contro nostra volontà* siimi » c -fret ti a ri.mmiani p>pr « coluta n.aitcan za ! i 11 prc» ideute del Comitato, artist: fìiti-epiK- Bruì a! i (. i ta. Crandc A-- *i*t»-nte v'onera lo le di H'Oniine Figli d hai.a in Americ:'. diede principio ai itisi-i r-i. Egli fu ' reve, ma effi oaiìu e scultoreo. Rilevo" le beneme • stati: fra gì italiani de! suo e . Di stretto Consolare, alle quali beneme renze non e' stata estranea la gen tili«-ima i colta -iirti*>r;i Evangclina. elle lui collaborato col suo illustri' marito nell'i spintamente, dei diffici le progriunmn. Farlo' delle ottime qualità' del nuovi* 1 Conxrili Cav. Sj|- litti per il quale formulo' l'augurio che egli po>-a subito farsi apprc/za re, come fu apprezzai ialino Vici- Console a New York, Capo Gabinetto con l'ex Ministro desìi Esteri. On. Sonninoe recentemente capo uf ficii nel Commissariato italianii di emigrazione. In ultimo presento' il maestro di cerimonie nella t tersomi dell'avv. Ci-, vanni Di Silvestro. Qui tti, dopo di avere, in inglese ed in italiano, parlato felicemente del Cav. Silenzi, della sua amnbili--iina si gnora e del nuovo Console, lesse i tre seguenti telegrammi lei Conim. Qua! troni. del Comm. Temistocle Bernardi. Console dencrale di New ork e ili un egregio nostro conna zionale di I'hiladelphia. signor Enri co Di Berardino. Kcco i telegrammi: \"v YoC Manli •.'!». l ;»v 1. Dr. I . C i'toit e. ItOII Su, 111 "'hi SI. PhìMelphi't. Pa. Ho rimandato fin ogyi pronti ir yurmi in nicri'ó accettazione rortexe invito fattomi net intervenire ban iJtettu onnrr tio'tro il'us'rr Consoli Cnr S/msi. Slanh■ indisposizione mia signora, che purtroppo continua non oiismtemi lasciare A'tu' York. Ai vi no pero' dispiacente. Pwjo Lei, r i antr i Canora di Commercio Ita liana dì Filadelfia, manifestare Si i/nor Console mio rincrescimento. Ho di 'egaio Capitoni) Savina, di questo ufficio intervenir' in mia rappresen tanza. Cordiali Saluti QVATTRONE * ♦ ♦ Ani. York, 'if> Marzo 1921. ■John M. Di Silvestro, Esq. I I0"ì Xurth /! merican Bìdj. Philadelphia, Pa. Dolente che precedenti inderogabi li impegni mi rietino intervenire hap'hetto in unorc carissimi coHeahi SiHttti e Silenzi, prego Lei farsi in terpetre mio profondo rincrescimen to e porgere loro mio nome caldo af fettuoso saluto, felicitandoli per w ritate onoranze cui avrei cosi' voler - _ " É Prima Banca Nazionale di Pittsburgh (FIRST NATIONAL BANK) La sola Banca di Pittsburgh, Pa„ che fa veramente gli interessi degli Italiani. In comunicazione diretta con le migliori Banche d'ltalia. § Vende al miglior prezzo del giorno le cartelle dell'ultimo Prestito Nazionale in Lire. Vaglia Postali | | Ìs3w "terrir rr ria»»] per qualunque parte d'ltalia, comprese le terre occupate. • a | SI VENDONO PURE BUONI DEL TESORO IN DOLLARI, RIMBORSABILI IL 1.0 FEBBRAIO 1985. 5 11 FIRST NATIONAL BANK ANGOLO STREEI e050009960009000a0090»00w 'ieri partecipate, di/"nona Ringra riawnti * saluti ('»n.<olr (ì'n RERXA RDI * » » l'ltila., l'a.. -'IO Marto iy:!l 'Utiwpiic Bracato. Chairman Banquet Conimittee Royn! Italian Counsel BeVerue Stratford, Phiìadclphia. l'a. Impos*ibiiitat» intervenire. j>re foln e*t' , nilrrr (Va'. . Silenzi funzio nario |V tcgerrimi t <• patri ita modello, •niei *entitùsimi ossequi e *ensi del la mia a-ti considerazione Harry Iti B^rardino. Parlarono piscia il Dr. V. ricco ne, precidente provvisorio della Ca meni di Commercio, il I>r. C D. Hart. i giudici Buffington. della Corte Federale di Pennsvlvari'a 11 Bonniwell. delia Municipale di Fila delfia, l'avv. Aio-androni. Assisten te procuratore distrettuale, in rap presentanza del Sindaco e l'oratore ufficiale l'rnf. Vincenzo Titolo. Il Prof. Titolo, in una sintesi feli- rifece la «toria dell'emigran te italiano accennando alle ragioni per le quali allontano' dalla patria, alle sofferenze ed umiliazioni subite e alla disillusione che per 1 > passato provava nel non saperci neanche pro letto dalle nostre autorità'. Da qual che tempi, eirli continuo' a dire, i Consoli del tijw> del Cav. Silenzi si immischiano in mezzo alla folla ilei nostri connazionali li con«iglia !io e li proteggono. Accolt i entusiasticamente, parlo' il nuovo i i.ii- .ie ( ;i\. Sillitti. Egli fu felicissimo specialmente quando di-se che "quando si hanno colleghi come il Cav. Silenzi, che aveva cosi' tiene saputo meritare degli italiani ■ lei -no distretto consolare, si può' essere orgogli' si dell'ufficio che si ricopre". Fece omaggio alle virtù' del suo c'>Ìleira ed a quelle della >igri.-rn Hvangc lin;.. Diede il -aiuto; cordial - ai presenti e. delineando il program ma che intende di svolgere, li a- ii ti ro' della responsabilta' che Egli sen t per la carica che riveste. "Io -aro' il Console di tutti gli Italiani", i richiuse i! Cav. Sillitti. "e -e una j parzialità* do\e--i commettere nello espletamento delle mie funzioni, qu - sta parzialità* commetterei a favore <lei più' umili". La fine del discor - i del Cav. >illitti venne sottolinea ra da scroscianti applausi dei presen ti che riportarono una ottima iin pr> spione delle sue promesse e del programma delineato. A questo punto il Maestro di ce rimonie piv-enta al Cav. Silenzi, in !i"iiie degli italiani, una coppa d'ar gento con una dedica - mplice ed af fettuosa dettata dal fannie ista si gnor Andrea Lippi. La dedica dice cosi : I Ilei/io l 'insule Cav (rug tehno Silenti il' '/no ruppir-en tante d>'k Governo d'ltalia, giituliani deiotani' i'te. offrono Ihiladelphin . l'a .'il» Marzo 1 '.fi 1 Subito dopo, a nome della Società' Roma e Provincia, il Capitano Co sentino Costantini offre alla genti li--imit Signora Silenzi un vaso di i metallo bianco con fiori. Davanti al la tavola d'onore, nel momento della consegna dei fiori, con Costantini si' schierarono il signor lldohrando Si hifalaeqna. pn-idente della Socie tà', e i -oci Cmberto Ciacci e Guido • ittadini. Il Cav. Silenzi e' S>K*ÌO onorari , della predetta Società'. In ultimo parlo' il Cav. Silenzi per ringraziare i partecipanti dell'at io di -tima e -impatia tributatagli eoli il banchetto che gli -i volle of frire. Egli era conimo?so ed a stent < poti- frenare la commozione, ({ingra zio gl italiani t-he lo avevano segui to nelle sue inizative ed il ricordo che porterà' -eco, egli di-<e, .-ara' im perituro. (ili intervenuti, tutti in piedi, gli fecero una calda dimostra zione e poi uno per uno vollero strin gergli la mano. II t omitato che aveva preparato il 'uni. helto si componeva dei signori : Giuseppe Brocato, Presidente, Avv. Giovanni Di Silvestro, Maestr . .li cerimonie. Prof. Vincenzo Titolo, Oratore Ufficiale. Cav Uff. Frank A. Travascio, Tesoriere, Silvio Libe ratore, Segretario, Avv. Fugane A- Ussandroni, oratore, Dr. Vico Cic cone. oratore ; Dr. Andrew F. Lippi, Va za reno Monticelli, C. Co.-tantini, \ incenzo Bellino, Giovanni Pagano Dr. Fortunato Vitanza, Cav. Etna miele II Nardi, Cav. Albanese Ni cola. Dott. Tommaso Tigani. Ilde brando Schifalacqua, Comm. C. C. A. Baldi. Anthony P. Giunta, G. T. Conti. Cav. A. Giuseppe Di Silve stro, Domenico De Gregorio, Giuaeji |»e De Stefano, Avv. John Garaguso, r; ev. Dario Tedesco, Orazio Pi«ciot (a, Farm. A. Buggero, Giorgio Scu i ia, r r munaso fiiustiniani, Giacomo I oti. Giovanni Meloni, Giuseppe F. Lombardo, Attilio Taglianetti, Jo- -eph Do I.aiirentis Pasquale Teti, ' .Joseph Perri, Charles A. N'ardello, / PARTESZ I />/■;'. CONSOLE < A R. O. SILENZI Il Console Cav. (i. Silenzi, desti nato ala ili \e» Orleans La., hu ' lasciato Philatlelphia la sera di Gio e«li' «eor*>, 31 Sfarzo u. s. Kirli venne salutato alla stazionej lelle strade e Market St., da un rispettabile numero ili nastri prò- ; fes«ionisti ed uomini di affari. Tra 1 ■juelli che vollero procurarsi il pia cere di stringere la mano all'egregio funzionario che, in mezzo ni grande rincrescimento della Colonia tutta, lasciava la sede consolare di Philadel- : phia notammo: il Dr. \'ieo Cicco- ! ne, l'Avvocato Giovanni l'i Silvestro, la Divina Commedia di Dante ed i viaggi all'altro mondo XII. I QIIFUO ED Orfeo, figlio di Apollo c della mu sa Calliope, ave\a il potere di am mansire le fiere al suono della lira, e di attirare i monti e gli alberi con la dolcezza della musica. S[ioso' la bella Euridice e poco dopo le rnz ze. mentre ella vagava pei campi con le N infe sue compagne, fu veduta dal pastore Aristeo, che cerco' ìapirli. Ella fuggi', ma inciampo' sopra un serpente nascosto tra l'erba e fu mor sa al piede onde mori' di veleno. Or feo canto' la sua morte coi pili' dolci lamenti ed ottenne permessi , dagli Dei di andare nelle regioni infermi li a riprendere la bella Euridice. Discese per una grotta situata a lat i del promontorio di 'l'emiro ed arrivo' al regno dello Ktige. attraverso moltitudine ili spettri e si \ presento' al trono di Plutone e di Proserpina. Accompagnando e. n la 1 iln il canto della -uà richiesta im ploro'dagli Dei infernali !a restila- \ zione della bella Euridice. Il suo canto pietoso intenerì' tinti gli spi riti finn alle lagrime, ed ottenne di Plutone di riprendersi la sua Euri dice a condizione pero' di non voi : tarsi con la testa indietro a guarda re, finche' non fossero usciti dalle re gioni infernali. Con tale condizione Ossi si misero in viaggio; Orfeo avan ti, seguito dalla moglie, ed attraver sarono le scure regioni in silenzio. E rano qua ; i giunti a'ia fine del loro cammino e stavano j»er uscire sulla terra, quando Orfeo, in un momento di oblio, per assicurasi se era segui to da Euridice, volto' indietro la te sta, e subito costei scomparve, ritor nando nel regno di Plutone. Orfeo cerco' di correrle dietro, ma invano. Il navalestro all'entrata si nego* di traghettarlo sulla sua barca. Per sette giorni l'infelice Orfeo si sggiro', senza prender cibo, presso l'austero barcaiuolo, e finalmente tor no' sulla terra afflitto e sconsolato per l'irreparabile perdita. Dopo la morte di Euridice, Orfeo rigetto' ogni proposta di matrimonio, onde fu ucciso dalle donne di Tracia per gelosia. Altri scrittori dicono che Orfeo «i uccise dopo il suo ritorno dall'inferno: altri dicono che fu ucci so da un fulmine di Giove per aver rivelato agli uomini i misteri divini ; altri infine asseriscono die fu ucci so dalle Menadi per avere abbando nato il culto di Bacco ed abbraccia to quello di Apollo. La leggenda della morte di Orfeo secondo il Gruppe, e' una imitazione del mito di Adone, e di Osiride, la cui morte ogni anno era celebrata in Egitto. Lo stesso si usava in Grecia per la morte di Dionisio, di cui Or feo era una incarnazione. facondo il Erazer i riti annuali della morte di Dionisio, di Adone e di Orfeo erano r<4piniscenze degli an tichi sacrifizi umani Si .credeva che Orfeo impersonasse il dio Dionisio ed ogni anno si celebrava la sua mor-, < te come un dio sacrificato per il be-'i ne del popolo. Un rito speciale in ! quella commemorazione annuale era ] quello di mangiare le carni della vitti 1 ma che si offriva in olocausto, e co- j ! loro che vi partecipavano credevano ] di assimilare la divinità' del Dio rap- ; 1 presentato dalla vittima (Vedi A. ! V Bather, .Tour Ilell, Studies XFV J p 251 citato nell'Enciclopedia Bri- j tannica). Questi riti orfici erano co- i muni ai popoli orientali che credeva- j ! no che Dio si sacrificasse pel bene del popolo, e se ne mangiavano le ] carni nella consumazione del sacrifi- j j ciò. Dai riti orfici vennero poi i riti J pitagorici, secondo Erodoto, diffusi < nella Magna Grecia e in Italia. Il Prof. Perey Gardner in Con- ' j temporany lieview, marzo 1Ò95, rin- ! traccia la dottrina dell'inferno c del purgatorio nei riti Orfici e Buggeri- ì sce esser probabile che la discesa di g LA LIBERA PAROLA ! I»i>menieo De Gregorio, il banchiere! Frank Di Reradino, Heurv Di lie-.J Irardino, Cav. Nicola Albanese. Cav. , l'ff. F. A. Tl'ava.-eio, ("'"«tantino Co stantini, l'Avvocato McDevitt ed il signor Silvio Liberatore. La presa di commiato con il Cav. ; Silenzi fu quanto mai sentita. In Lui j c'era il dispiacere di dover lasciare j l'hiladelphia ; nei rappresentanti; maggiori della nostra Colonia che vol lero stringergli la mano cordialmente era evidente il rincrescimento vivis simo di dover perdere una di quelle autorità' consolari che, con la ferma intenzione di giovare al nostro pre stigio ed alla nostra autorità' di ; grande i«ll«ttivita' stabilita in que -ta citta di l'hiladelphia, attese mol to bene il compito suo. ! Cripto all'inferno derivi dalla leggen da di Orfeo. Noi aggiungiamo chi tutti i riti e le credenze circa il sa crificio del Dio, l'istituzione del sa crifizio incruento, la discesa allo inferno, la resurrezione ecc.. derivano dalle antiche leggende orientali ed elleniche. In quanto alla discesa al l'inferno infatti, presso gl'lndiani si credeva che Crisna era disceso al l'lnferno per predicare alle anime ivi detenute pei loro peccati, per rifor marle e poi ricondurle in cielo. Nel la epistola prima di San Pietro si ha In stesso identico concetto. "Nel qua le ancora andò' già*, e predico' agli spiriti, che sono in carcere; i' quali furono ribelli. (Epistola Prima di San Pietro, iaj>o 111, verso 19-20.). Similmente'Osiride d'Egitto, do lio essere stato sepolto per tre gior . ili, discese all'inferni >, trionfo' di Ti fone, cioè" del diavolo, e poi risusci | to' glorioso e trionfante fx-r non mai più' morire. Anche il Salvatore mes sicano Quexalcote, come si legge nel codice Rorgiano, dopo la sua croci fissione, di-eese all'inferno e poi ri sii.-! ito". (Vedi Kersey Graves, The World*.- XVI Crucified Saviors. pag. 126). Molte antiche scritture, in forma di [HM'ini, circa la religione orfica, erano attribuite ad Orfeo e veniva no recitate nei misteri cllusini con inni creduti di Omero e d'Esiodo. Al tempo di Pisi strato i canti e le leggende orfiche furono raccolte in volume ed eserci tarono grande influenza sulle dottri ne neoplatoniehe e cristiane posterio ri. I cosi' detti Poemi Or-fu i che tut tora esistono, appartengono al quar to secolo del cristianesimo e non si ; debbono confondere con la letteratu ra orfica anteriore al cristianesimo, di cui rimangono alcuni frammenti | in Ta Orphica. , La iconologia di Orfeo nell'arte pagana e cristiana lo mostra come il fPjjp LOZOGO 1 DEL DR. PIETRO | èun Rimedio di Merito Riconosciuto. È distintamente diverso da | tutte le altre medicine. Pud avere Imitazioni ma Non Sostituti. 1 jj Migliora il Sangue Promuove la Digestione | Regola le_ Viscere Agisce sul Fegato Agisce sui Rognoni Calma il Sistema Nervoso Nutrisce, Rinforza e Rinvigorisce In breve è una medicina di famiglia in ogni senso della panila ! e dovrebbe trovarsi in ogni casa. Non si vende per mezzo di farmacisti. E' distribuito ai pubblico direttamente da li DR. PETER FAHRNEY & SONS CO., 2501-17 Washington Blvd. CHICAGO ILL n ' Spedito nel Canada lenti Tasta di | Bell Phone, Tioga 2161 jj NORTH PHILADELPHIA TRUST CO. i o Broad St. & Germantown Ave., ab. Erte Ave. Da circa due anni abbiamo assunto, nella qualità' di con- 0 I labile, il giurane italiano signor Benedetto Palladino, figlio di 8 I Aristodemo, U quale, da oggi in poi- atra' cura di tutti quei tv/- X I litri connazionali che, abitando nelle viciname della nostra Ban- fi f ca, vorranno servirsi di essa. 8 » Noi siamo in grado di fan, per gli italiani, tutte le opera- 8 I zioni bancarie : dall'accettazione di depositi a risparmio od a A i rhecìcs, gl'interessi pagali su tutti i depositi, alla spedizione del fi I denaro in Italia, al cambio dei valori, alla redazione di alti no- fi | tarili, ecc. ecc. fi PROVATECI E SIAMO SICURI CHE RIMANETE SODDISFATTI | ORE: Ogni giorno dalle 9 alle 3P. M. Sabato, dalle 9 alle 12 A. M. S Lunedi' e Venerdì' gora, dalle 7 alle 9PM. - Solamente per b ricevere depositi a cónto corernte | ' Buon Pastore che va in traccia della ( | pecorella smarrita. (Vedi J. A. Martigny, Dietionnaire des antiqui tes ehretiennes. ) [<a leggenda della discesa di Or fio all'inferno per ricondurre Euri- , dice sulla terra fu molto abbellita da j Ovidio Met. X-XI e da Boezio, per ! mezzo dei quali mantenne la sua po : polarità' in tutto il Medio Ilvo. Nella Divina Commedia Dante ne fa menzione nel Canto IV, v. 1K) dell'lnferno: E vidi il buono accoglitor del quale Dioscoride dico; e vidi Orfeo: Il Poliziano scrisse un Dramma pastorale col titolo di Orfeo, nel qua le in bei versi e' narrata la sua di- ! scesa all'lnferno per prendere Euri- j ! dice. Nella letteratura inglese si trova lin tre differenti versioni: Sir Or- 1 plieo, stampato poi da un antico ma ! noscritto, nel secondo volume del-1 l'Ancient English Metrical Roman- , ces, di J. Ritson ; Orpheo and Ileu ' radia, stampato anche da un antico manoscritto ; e King Orfew, stampa to nell'l Huxtratioiis of Fairy Mytho ,ooy- Nei riti e pratiche dei misteri Eleusini, ove si praticava il culto di Cerere e di Proserpina, come nei riti o pratiche dei misteri di Orfeo, con la discesa di Orfeo si trovano molte 1 analogie coi miti orientali e come 1 questi erano simboli dell'agricoltura o del sole. Cerere rappresentava la ' dea dell'agricoltura, Dionisio o Bac co, Adone, Orfeo erano simboli del -ole. che con la luce ed il calore fa vegetare la terra e riporta su di es-a la vegetazione, fatta cessare dai rigo ri dell'inverno. Quel che dicemmo i della dea Istar per la morte di Tammuz si applica a capello ai miti ellenici, specialmente a quello di A done. Questo giovane, amato da Ve nere ed ucciso da un cinghiale era un facsimile di Tammuz; una per sonificazione del sole. Adone infatti era un titolo orientale del sole, e si gnificava, il Dio, e la sua morte era eeleberata in tutte le contrade ove 1 le tradizioni assire e fenicie erano " penetrate. Il cinghiale che uccise A • dono era l'emblema dell'inverno, ■ quando muore ogni vegetazione. Ve " nere, che lamenta la morte di Ado ' ne finche' lo riconduce a vita novel-, la, e' la personificazione della pri mavera. Adone si piangeva per due 1 giorni dai fedeli e poi si glorificava i nella sua resurrezione. 11 tramn " tarsi di Adone in anemone, come il 1 tramutarsi di Giacinto nel fiore del ' lo stesso nome erano idee vaghe di metempsicosi. Il poema, in venti canti, di Giov. • B. Marini, l'Adone, canta gli amori ■ di Venere con quel giovine sventura to. i Pr F. Cubirriolti Dr. I. CORTESE . 1025 Christian Street Pi II LA DELPHI A. PA. Dott. EUTIMIO MASELLI GIÀ' CHIRTJRQO DEGLI OSPEDALI DI ROMA Spedali*ta per malattie Giinecologiche, "Utero ovaio, ecc." ORE D'UFFICIO 9-12 A. M. 5-8 P. M Domenica 9 A. 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