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ODIO di DONNA , ROMANZO DI EMIDIO TUCREDO ERG. Egli scrisse ad un suo intimo a mico, Enrico di Messain, dicendo gli che aveva letto sui giornali il matrimonio della signorina Mer ton ; che conosceva questa ragazza poiché era stato ricevuto in casa della signora baronessa di Cassie, ■ interessandosi di lei e della sua felicità, lo pregava di dargli su tal matrimonio, che nulla aveva fatto prevedere, tutte le informazioni he gli sarebbe possibile raccoglie re. La risposta si fece un poco a -pettare, ma a! quinto giorno arri vò. Enrico di Messain scriveva: “Mio caro Giacomo, "Come sai dai giornali, la bella Valentina Merson si è sposata il 6 Giugno ultimo. “ Il matrimonio fu fatto senza i umore, si potrebbe quasi dire se gretamente. Se tu sei rimasto sor preso, non lo si è stati meno nella società in cui la giovinetta e la ba ronessa di Cassie sono conosciute. “ Nulla infatti faceva prevedere questo matrimonio, e le migliori amiche della baronessa erano su tal riguardo nella più completa i gnoranza. Tutto dunque è stato fatto misteriosamente fra gli in teressati. “ Si sapeva che già più di un an no la baronessa cercava di marita re la sua protetta, pupilla sua in certo modo ; ma non si poteva sup porre che il signor Barruett, un americano, che aveva il dopnio dell'età della signorina, sarebbe l’uomo al quale la baronessa da rebbe la giovinetta. “ Ma ecco, mio caro amico; la bella Valentina era senza fortuna, e lo yankee si dice sia quindici o venti volte milionario. “ Che cosa vuoi, ci saranno sem pre gli adoratori del vitello d’oro. “ Certo si è che la signora di Cassie, abbagliata dalla ricchezza ieH’americano. non poteva respin gere la domanda di matrimonio da lui avanzata ; pare ugualmente cer n he la signorina Merson, sedot a anche lei dai milioni, non abbia chiesto di meglio che di diventare la signora Barruett. “ Ecco quanto si dice e quanto i crede. “ Checché ne sia, la bella Va lentina ha fato un brillantissimo matrimonio, quale non avrebbe mai potuto sperare, malgrado la sua giovinezza e la sua grande ì>ellezza. “ Se il matrimonio si è fatto con ’.mta furia, gli è perchè, si dice, mericano era costretto a tornare \ r ew York, ove la sua presenza ra imperiosamente reclamata. In fatti, l’indomani stesso della ce rimonia egli ha lasciato Parigi, conducendo via la moglie, di cui è pazzamente innamorato, il che ii credo facilmente. “ Del resto, egli si è mostrato con lei generoso come un principe o come un nababbo. Una signora, che alla vigilia delle nozze potè vedere la “corbeille” della sposa, afferma che i regali del signor Bar ruett in gioielli e in ricchi merlet ti non possono essere valutati me no di duecentomila franchi. Oltre a ciò, egli ha offerto alla signora di Cassie un magnifico finimento in brillanti che vale bene i suoi trentamila franchi. “ So inoltre, da fonte sicura, che nel contratto di nozze egli ha rico nosciuto alla signorina Valentina Merson una dote d’un milione, la qual somma investita in rendita è 'tata depositata alla Banca di Francia sotto il nome della sposa. “ Ecco, mio caro Giacomo, tut to ciò che posso dirti. Naturalmen te taccio tutti i commenti o tutti i pettegolezzi e tutti i frizzi acuti 'andati all’indirizzo della barones ca di Cassie c della sua protetta. “ Tu sai cosa sian le donne : non ci può frenare la lingua delle ge ’osc e delle invidiose. “ E tu, quando ritornerai, caro amico? In attesa del piacere di ri sederti, presento i miei rispettosi 'maggi alla signora contessa di Valmont e ti stringo affettuosa nente la mano. Dottori Pljmlre A Ofmliinlnl Sanicela Dninn Dentai Co. DENTISTI I nn.irl preti, li Corone oro 22 K *4.60 » 56.oO. — Rlemlpturu di oro 21.6' d »j. — Rletalptura di platino 2J.00 a * i ">0. l avori a ponte, per dente 14.00 * 15.00. — RI mpltura d’argento da * 0 hi uù. Riempitura a cemento 60 et. a •■' 0o. - Riempitura In avorio 21.00 •tre aro rum a. 24.00 a 27.00. — Ripa rt *' .1 di piastre a nuovo 21.00. — E- J; ’*one di denti al rugarli metft pre»- parla Italiano, apagr.uolo e CT r se. Orario dalle » anc. alle 2 poi*. i«»o «tihiktu »■»•„ ang. Montar ■ Ave tliaafc «72 I*T ri gì «I “Enrico di Messain”. Quando Giacomo ebbe termina to questa lettura, che aveva spesso portato sulle labbra sue un amaro sorriso, parve riflettere un istante, poi mormorò: — Sta bene, non ho bisogno di saperne di più. Sono partiti per l’America, tanto meglio! Vada pu re quella miserabile ad avvoltolar si nel mucchio d’oro di suo marito! La baronessa di Cassie, Valentina Merson, due donne venali ! Per es se non ve che il denaro e questo tien luogo di tutto ! “ Fortunatamente non vi sono soltanto donne di tal specie! “ Oh ! come mia nonna, la qua le giudica sempre saggiamente le cose, ha saputo indovinar tutto quello che è accaduto fra la baro nessa e la sua degna amica ! E co me aveva ragione parlando della mia cecità ; avrebbe potuto ben di re della mia imbecillità. “ Sì, si, il signor Barruett è giumo in tempo; io ero sull orlo dell'abisso; stavo per precipitarvi, ed egli mi ha salvato! XII. Il “ redde rationem”. Il conte di Valmont non pote va serbare rancore a Valentina per avere sposato il signor William Barruett, ben convinto ormai che se egli avesse dato il proprio no me, sarebbe stato, come aveva detto la vecchia contessa, una scia gura irreparabile per lui. Egli non cercava più di farsi il lusione; Valentina non l’amava, e si era data a lui unicamente per calcolo. . Ma ciò che non le perdonava punto e non sapeva perdonare alla baronesa di Cassie, evidentemente complice della sua protetta, era il tranello teso alla sua credulità e nel quale per poco non era ca duto. Non avendo che a congratularsi seco stesso d’essere sfuggito al complotto ordito dalle due donni venali, sembrerebbe che avesse dovuto accontentarsi di disprezzar le in cuor suo e di non opporre al la loro condotta verso di lui che il più sprezzante silenzio. Ma quel disprezzo col quale non poteva schiacciare la signora Barruet poiché era lontana e per nulla al mondo le avrebbe indirizzato una lettera, egli cj teneva a gettarlo in volto alla signora di Cassie. E quindi sin dall’indomani de suo ritorno a Parigi si presentò verso le tre al palazzo deH'avenn» Victor Hugo. Alla domanda che egli rivolse ; portinaio, quest’ultimo rispose: — La signora baronessa non c uscita, dev'essere nel suo apparta mento. Egli entrò, e alla cameriera che gli venne incontro disse: —La signora baronessa è in casa, e suppongo che mi vorrà ri cevere; annunziatele la mia visita. Serafina lo fece entrare nel salo ne grande, ove lo lasciò dicendogli che andava ad avvertire la signora baronessa. Questa era nella propr'a camer. e fantasticava sulla sua poltrona in una posa indolente. Col gomito sprofondato in un morbido cusci no e la testa appoggiata sulla ma no, essa indorsava una deliziosa vestaglia d’una leggiera stoffa di lana rosa, sotto la quale si model lavano le sue forme ammirevoli ; una guarnizione di merletti al quanto aperta sul petto non impe diva di vedere il principio del bian co seno. Le braccia erano ignude a mezzo e a! disopra del corsetto sorgeva l’adorabile collo d’una c leganza di linee davvero aristocra tiche. (Continua). Domandate tutti il Catalogo illustrato P jjg CON PREZZI fi I FORTEMENTE | RIBASSATI M DELLA ff Libreria italiana, G. CEEEGH1H0, £p 60 Multerry Street, f i New York. ‘ FONDATA NEL 1880 SI SPEDISCE GRATIS DIETRO MViO DELL'INDIRIZZO. L’ITALIA, SAN FRANCISCO. GIOVEDÌ’ 6 OTTOBRE 1904. A LA GUARIGIONI SICURAs&vezz gli ammalati Italiani in - Amene la si trova solo con l'aiuto del PROF. E. 0. COLLINS il quale e* runico che possa mettere sulla via della SALUTE e della FELICITA* tutti i SOFFERENTI DA MALATTIE CRONICHE on \r± scoraggiati: ’ N PERDETE MAI LA SPERANZA DI GUARIR L SE SIETE ANCORA INDECISO DECIDETEVI CRA ' X >» fito più esperimenti andando da un dottore al Tal» 11 ! «o:ir ilutto non burniate fare esperimenti su voi. Kon aspetti)te « e il nulo si invecchi in voi. Noi vi consiglieremo per il vostro 1 » in , voi guari reto benedicendo il vostro Salvatore. Fra i tanti Mieti n i ( America, il P.'of. COLLINS del New York Medicai Institele, «■ «tato l’uiiico che La reso possibile curaro un ammalato da lontane. i migliaia di persone du tutto lo parti di America attestano come loie 1 »n > essere stato sotto cura di altri modici, scn/a alcun profitto, si tono guarite usando lo medicine del Prof. COLLINS. Questa e’ la meraviglia del secolo. LEGGETE LE LETTELI DI RINGRAZIAMENE© E NON DUBITATE PIU’. DALLA MORTE ALLA VITA -j Michel, B, C, Can., 10 Mago. ipi) Non ho abbastanza parole per rio straziarla delle cure che mi ha presta t.o Le assicuro che mi sembra di ccm n risuscitato. In sul principio credevo In cura del mio male molto -’.iiricile. e'i et ciò'mi rivolsi a lei, afia sua scici, u che' e - tanto conosciuta. Vorrei ringraziarla «Iti il' < ; ii ma me ne mancala capacita', j et. l < quest'anno da lungo tempo non s Torà, quindi mi limito a mandino t miei ringrazi amenti,che lei accetl. ut' eoa «guai piacere. Aggiungo i miei «aiuti, e ] . grilla di prosperila’ e di buona mi. alai stesso, tì pregherò’ l’Alt issi «■. perche* la faccia rimanere a Ini g' n. vita, per la liberazione di lai n in felici che sono ammalali. Fermio conto faro’ larga pi o] a fenda della sna indiscussa abilita’ ra imiei conoscenti tutti. Suo affezionatissimo Pont olio G. Biilt lai a Il l’rof. COLLINS garontisc© la guarigione assoluta di qiuiim> ■pie delle seguenti malattie; Reumatismi Mal di Cuore Malattie Infettive Sfogo m Pr.i . Malattie degli Occhi Gola Petto Malattie di Su a < » M\lb all’Utero Se perdete i vostri Capelli Se soffrite i : I morroidi. Ulceri Sifilide impotenza Se soffrite di Ni i;< i Malattie di Petto Asma Tosse Affanno, Fiori Bianchi. J a ; i < . i • r.v, Mestruazione Irregolare -Dolori alla Schiena o sorm ma Pancia Stitichezza di Corpo o qualunque specie di M alati i i Lo medicine del Ir, COLLINS faranno per rei, ([nello cLehr.no fatto per -li So siete a New York andato personalmente dal Prof. COLI 1' ' se siete lontano scrivete in Italiano, spiegando alla meglio il vnsft,. male. II Prof. COLLINS vi risponderti in Italiano, dandovi tutte ! spiegazioni, o spedendovi Io medicine per Espresso in qualunque paese possiate trovarvi. Prof E. C. COLLINS , 140 W. 34th St. New York. 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DJàiCl: i«t HTOCETON «TKJB»! li modo pio semplice, più «leuro, per spedire denaro In Italia è quello di rl volgersi aH’AiceiiEla AI.M%(4I4 9 , HA» TRIZI A la quale è corrispondente diretta della Banca d’Italia Credito I- di Genort. Abbonateci air*rrAU4* • fate ab bonare I teatri —lai NICOLO’ DE’ LAPI OVVERO I PALLESCHI e «ACCONTO STORICO DI MASSIMO' U A/.1X.1 JO. Si contorse, combattè, respin se 1 idea, la discacciò, e raddoppia va il passo sperando lasciarsela di dietro alle spalle. Ma quella male detta idea gli ronzava net capo, lo molestava, cacciata di qua, ricom pariva di là. e quantunque non la sciasse di pungerlo, aveva però in sè una potente attrattiva di un ge nere cosi irresistibile, che alla fi ne rimase essa padrona, ed il pove ro Fanfulla dovette proprio fare a suo modo. Sapete che cosa era questa idea? Rinunziare nientemeno a far co me egli diceva il mestiere a cavai lo, non essere più uomo d’arme, mettersi nelle fanterie e vender il suo vecchio Grifone. Un cuore come Fanfulla non vi è più in questo secolo di egoisti! Fra tanta la pietà per il caso del la l.isa, ed il punto di onore di non mancare alla promessa che dovet te, non trovando altro modo, at tenersi a questo, benché sopratut ti enorme c doloroso. Proseguì il cammino colla fronte bassa ed av vilita, come colui, clic già si sen tiva caduto di grado, e nel solco della cicatrice che gli divideva la guancia scese lento lento un cei umido, che in tutt'altri si sarebbe chiamata una lagrima. Ma Fanfulla, chi diamine vorrei) 1 c dir che piangesse! Si condusse alla stalla ove tene va il cavallo, c nel guardarlo pen sava ; —Chi vuoi tu clic compri que sto povero animale ! Torse lo sguardo ed il capo da’ suo antico compagno, al quale gli pareva farsi quasi traditore, e an dò difilato ove alloggiavano gli uomini della Compagnia del si gnor Amico d’Arsoli. Nelle- scaramucce che facevano alla giornata sempre qualcuno ne rimaneva a mede. Fanfulla prof ferse il suo cavallo ad uno di co storo, e quantunque risoluto i tutto all’enorme sacrificio, gli ri maneva però nel cuore un resto di speranza, di non trovare chi voles se far negozio, per essere la bestia troppo sfinita. Ma in quel tempo non bisogna va trovar cinque piè al montone, e uno di quei caporali fu contento a pagarlo trenta ducati. 11 nostro po vero amico prese i denari, e presto se li mise in tasca. Levatane la chiave della stalla, la diede al com pratore inscgnadogli il luogo dove era, tutto ciò senza guardarlo in viso, e si tolse di quivi sospirando! e dicendo : — E’ fatto!.. Onesta somma che in tempi or dinari avrebbe dato le spese alla l.isa per più mesi, eoi caro, cagio nato dall’assedio, non poteva ser \ ire pel quarto del tempo. Una circostanza si aggiunse che la fece distruggere anche più in fretta. La Fisa si ammalò. Tante a citazioni, tanti patimenti le in fiammarono il sangue: le saltò li na febbre gagliarda che per più settimane non la lasciò mai, e quan do per le assidue cure della vecchia e di un medico dabbene, e più ili ogni altro del buon Fanfulla, fu rimessa in piedi, si trovò con po che forze e con meno denari. La vecchia non ne aveva per sè, onde non poteri darne; Fanfulla, senza altra provvisione che la paga di mi fante, faeea quel poco che po teva. ma se ciò bastava a non mo rire, non era abbastanza per po ter campare. F. la povera Fisa, co noscendo che egli viveva in disa gio per ragion sua, gli nascondeva il proprio patire, il bisogno di ci- j ho migliore e più abbondante, che per la gioventù e le rinascenti fo/ ze, provava urgentissimo; insom ma, la figlia di Niccolò nata e vìssuta negli agi e nella ■abbondan za 'li ogni bene, imparava ora per la prima volta le terribili angoscie della fame!. ... PARATE L’INGLESE in BREVE TEMPO! 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Tenendola per donna dabbene e di amorevole natura, le avea mes sa in casa la Lisa che accettata vo lentieri fu del pari ben trattata fin che durarono i denari. Ma finiti questi, la povera vec chia venne a tali strette, che il suo proprio patire le toglieva di potere aver pietà dell'altrui. Salita un di nella cameruccia della Lisa con vi si) afflilo, ma con buoni modi, le dovette pur dire che quanto alla casa sua ell'era contenta si stesse, nè intendea metterla in mezza al la strada ; ma in quanto al vitto pensasse a provvedersene. K come provvedermene? pen sò sospirando la Lisa, che da molli giorni vivea di poco pane, ove era più crusca che farina, e vedeva presso a finire la piccola provvi sione che se n'era fatta. Tanni di qualche valore, amila ila vendere non ne aveva, che era uscita di ca sa, si può dire in sola camicia. Ed in tante miserie fosse almeno sta la sola a soffrire, ma essa aveva un figlio che doveva vivere del suo latte! Il povero Arriguccio, che dipiu gemmo così bello, cosi colorito e pienotto, aveva pur falla in poche settimane la gran mutazione. Le membra tonde e sode si orano, per dir cosi, liquefatte ed avvizzite. La pelle lucida e lesa un tempo, pen deva ora floscia ed arrendevole a tutti i moti del fanciullo. (Igni giorno la povera madre nel vestirlo o nello spogliarlo, lo guardava, lo veniva ricercando pei tutta la persona cogi occhi umidi di pianto; ed ogni giorno le pareva si fosse consumato la metà; ogni giorno credeva trovare qualche os sicino più protliberante, e meno coperto del giorno innanzi. E seb bene questo deperimento non fos se cosi rapido, quanto la materna sollecitudine Io immaginava, era però vero e continuo. Ter la nuova magrezza, e la im possibilità di mutarlo spe so, die la poverina non aveva panni, la te nera e sol til pelle del bambino in molti luoghi ov’era più reqiiente l'attrito, si era falla rossa e pare va presso a lacerarsi. XII. LAMBERTO. La sventurata madre, seguiva ansiosa e tremante il progresso di questi mali, struggendosi ni pian to, ed in baci che imprimeva a mi gliaia sul misero corpicciuolo, qua si dovesero aver virtù di ritornar gli la forma e lo splendore di pri ma. Ma questa virtù, che era un lem po nel suo seno, i) dolore, gli sten ti, la fame, l’avevano esaurita qua si del lutto, (ìli orrori della stia cacciata dal la casa paterna il rimescolo, il ri gido freddo di quella prima gotte le avevan subitaneamente scema to d latte ; nè il sito modo di vivere era atto a restituirglielo ora. Il fanciullo, non mai sazio pian geva di continuo; la poverina, pri va dj ogni aiuto, di ogni modo ori de acchetarlo, se lo teneva tutto il giorno attaccato al petto; ma nep pure questo valeva; che il bambi no trovando! vuoto si sfiniva sug gellilo inutilmente, e presto stac catosi dava in un pianto fioco e sconsolato. Il giorno stesso in cui la Nicco losa venne a dirle le dolorose pa role, la povera giovane verso sera rimasta sola in casa si sentiva più debole, più inferma del solito. 7