L'Italia. [volume], January 29, 1909, Image 7

About L'Italia. [volume] (San Francisco, Calif.) 1887-1943

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giornale, \ello scorso anno, malgra
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un forte aumento sul prezzi della
carta, del piombo e di altri materiali
connessi coll'industria della stampa,
noi — sebbene avessimo tali forti
ragioni per farlo — abbiamo mante
nute ridotte le tariffe degli abbona
menti e degli annunci. Ma ora che la
diffusione dell ITAMA ha subito un
nuovo e notevolissimo aumento, ora
che mercé 11 nuovo maorhlnarlo, li
nostro giornale prenderà nuovo e pia
vigoroso slancio, abbiamo creduto
opportuno e ragionevole aumentare
la tariffa degli annunci pur lasciando
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ROMANZO DI
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Ni!»: no a
Donna Maddalena, colia sua ile
vota bontà, aveva mossi tutti i suoi
risparmi in mano a don Coriolano,
che giocò in una notte tutto ciò
che la povera istitutrice aveva po
sto in disparte in «(uarant'aimi di
vita semplice e di economia.
Ora essa non aveva più nulla e
doveva ogni giorno supplicare il
suo signore e padrone perché non
la lasemaae morire di fame. Brano
preghiere senza rimproveri, voci
rispettose e awimme’, una devo
zione e un anione inaomma di ma
dre tenera verso un earo figlinolo
viziato. Tutto ciò «“he veaiiwa «la
Don <'oriola.no era jter l’umile i
stitutrive ‘hello, grande, degno «li
lixle o «li perdono,
Uinsti/m vuole che si dica che
anche il barone conservava per la
v«vehia maestra un sentimento che
il tempo e gli stravizi non avevano
nwi potuto distruggere.
La v«kh* piangente «li Maddalena
aveva ancona la virtù di turbare la
coscienza kulurita «li un tanno, die
ormai l’aveva ehiuaa a ogni altro
alletto. Un’eco «lolee e pietosa «*ra
rimasta nascosta nell'edificio v«s;-
<*hio «> «adente della sita eoaoien/a
e Maddalena sapeva «li non parla
re mai inutilmente.
Non era «'gli un tristo, «legno del
la l’orca, —(si «limaialava spessoì
— «li rubare a quella |mvei;a crea
tura il suo denaro, «li lasciarla mo
rire in casa «li fame e di stillimi uve?
Tornato a e usui dal colloquio «*ol
prete, «'■gli confrontava «posta po
vera vittima, che viveva «li sospiri,
col .prete che aveva il paglie rieem
pieno «li denaro.
L’ima da « inarati fan ni divideva
il «lesiino .li una lantichissima «'li
sa. «‘adendo aneli essa a brani a
brani insieme ai muri, non lamen
tamlosi mai se min «piallilo la fa
me era più forte della pazienza,
solh'mudo alla la bantiiena del-l’o
nore fin «*b«* «•'era fiato; e l'altro,
il prete, insidiava, minava fin le
stesse rovine e «•creava «li pigliare
un Srantafnsca per la gola
Maddalena aveva chinisi gli oc
chi «Iella sua povera mamma
pensava sempre 'l'uomo «alenilo le
scale di casa ed cigliatili. PuUtvji
fare più nulla |>er lei. Se fosse an
dato in prigione, la povera donna
sarebbe -morta di firme sulla via.
I «Santa fi me a avevano usile vene
sangue «li re Normanni, «liceva la
(‘l’iinaieH. L’ultimo «lei barimi pote
va ben morire in odore di brigan
te con ima palila nella gola: ma ««-
ra vergognoso die si lasciasse sue
chiare il sangue da un pipistrello.
Man minio die il suo pensiero gi
rava su questo fuso, l'anima «lei
barone ai rinfocolava e pigliava
coraggio.
Che cosa era un vii protuzzo in
suo confronto t
II prete sarebbe venuto alla vil
la con molti dell'uri c forse colla
nota di tulli i suoi tesori nascosti
nel paglierìccio.
La villa era deaeriti. Salvatore
mezzo sor«lo e imbecille.
Per la domenica <l«»veva rcsli
tuirsi il «h'iiaro al Sacro Monte, se
no, “mardie”, in prigione.
Maddalena moriva di fame.
In lutto il mondo non e era che
un cuore, ohe gli volesse un lame
sincero e disinteressato, «(ucslo
cuore di Maddalena.
La Villa era in un luogo solila
rio e «la «licei anni non vi entrava
«piasi più nessuno.
Brano sempre mancati i denari
per restaurarla e ora -se la godeva
no i topi «■ le «'apre, die Sai! valore
allevava .nell’antico giardino.
A Saiitafusua prete Cirillo non
era conosciuto da nessuno.
Neivsnuo si sarebbe accorto in
eittù «Iella sua partenza: dunque,
dunque...
«Se gli togli il denaro, che eo
s’ò <| matto scheletro umano vestito
da pretef tògli non è un uomo, ma
ima somma, un sacchetto. Io sal
vo l'onore «lei anici padri, salvo
me darla prigione salvo M.addale
na dalla fame, pago i miei debiti,
rendo il pane a tanti bisognosi, fo
elemosine, ristabilisco la giustizia,
compio ima legge «li natura.
10 non so dire «piante volte “u
barone” pensò e ripensò queste
cose durante i pochi giorni che lo
«livide vano «lai lunedi al fatale gio
vedì 4 di aprile.
11 tempo non fissava mai, molto
più ch'egli stetti' «(tinsi sempre in
eaaa, nel piccolo studio, nel silen
zio «l’ima casa morta, sempre cur
vo a tessere «(Mesta lurida tela.
• • •
tigni giorno, ogni ora, quasi ogni
minuto si persuadeva che. non gli
restava altro rimedio, e che una
forza superbire lo incalzava ver
so un granile avvenimento, voglio
dire (orgiui si capisce) tirare il
prete in truppola e. ..
La difficoltà consisteva nel far
Ih cosa senza passione, rmi {studio,
con freddezza di cuoce.
Hi;li era imi uomo superare ai
pregiudizi. Se -avesse creduto col-,
l'ammazzare un ninno di conuuet
toro un delitto contro la natura o
conta» un padrone ano superiore
dirotto od Immediato, non Tavre-b
he l'atto, non fumé per altro cho per
ili quieto vivere c per un certo sen
so di proprietà e di cortesia.
Ma egli era profondamente per
suaso ohe Tuonio è un pugno di
terra, che la terra ritorna «dia ter
ra o «'impunta colla terra, lai co
scienza — aveva acritto il -dottor
Tandem*—è un geroglifico scritto
eoi -gesso sopra una tavola nera.
Si «‘ancella e osi presto. come si fa.
La eoseienza è il lusso, l'eleganza
deU’noiino felice. E Dio f Dio una
en|>occhia di spillo puntato nd cu
scini» del cielo...
Da questo lato della coscienza
“u lui rune" era tranquillissimo.
Se avesse creduto di dover fare
la parte ili Ma-eletto o ili dover
ardere i sonni come H veeohio A
ristodemo, non si sarebbe mosso;
-ma non aveva nessuna voglia di
rullare il mestiere a Rossi e a Sul- ,
vini.
Non c’era che un pericolo hi que
sta faccenda — cioè di metterei
troppa precipita/iorc e di compro
mettersi in faccia al carati intere.
La società è come le donne. Non si
offende d'essere tradita se non
quando lo «a. Se la lasci nella sua
I ignoranza, In donna ti vorrà fieno
come prima.
Bisognava operare con prudenza
-iu modo elle prete Cirillo scompa
risse senza far rumore, come mi
|sasso che tu abbandoni a fior d’ac
qua e ebe precipita morbidamente
al centro di gravità;
• • •
Tassarono in questi pensieri il
lunedì, il marte dì e parte del mer
eoledì. Il barone cominciò allora,
a soffrire per la troppa spe-culazio
ne e si accorso ili non essere trop
po quieto in Napoli. Tiù -l'ima vol
ila sorprese sò stesso in istrada a
gesticolare, o con due dita aperte
a nn mentale che gl. in
cliiorfiivia il i-erviMTii, o con una
«mia ni a rabbiosa nette gwnilie cho
lo faceva correre senza scopo in
«-mezzo alla gente. Cominciò quasi
a temere ebe la gente avesse a leg
ger il suo pensiero -attraverso allo
rughe. Impari cute, -agitato, colla
febbre addosso, il mereoledì mat
tina preste In penu-a e buttò .sulla
carta queste -parole ;
“Cam min Don Cirillo,
“Bop partito oggi per dar qual
che ordine all-a Villa. K 'partito
con tire anela* Don Nunziante, ohe
è già informato del contratto e tro
va che voi fate imi affare stii|>eo
do Tazienza. io «conto i miei (lec
cali. Non si è -parlato del parco
clic abbraccia piò di venti moggia,
lo vi cederei anche quinto se ave
te denaro. Ma ini occorrono «obi
to, pecche il mio diavolo mi ha fat
to perdere anche Ieri sera. Vi u
apetto -domani.
“La corsa -parte a 12,20 e voi
sa reti- (a-r il tocco alla ViHa.
“Dalla stazione pigliate il gran
viale degli ulivi c vi farò trovare
aperto il cancello. Alla Villa c’è
da dormire comodamente.
“A ri vederci’’.
Alle dieci mise alla posta la let
tera, volendo quasi affidare alla
aorte un poco di responsabilità, e
colila corsa delle 12.20 (sarti «ola
per Sautofnaca.
• • •
Trote Cirillo non perdette il suo
tempo.
Molte cose doveva preveliere e
stabilirò anche Ini jier «Oltrarni
senza dar sospetto alle peesecuzio
ni che oggi non poteva più suppor
tare.
Trovato Cruschello, liquidò mol
ti conti lasciandogli guadagnare
(dii e ho non meritarne; ma dovette
mostrarsi largo di marni per invo
gliarlo a pagare e far presto
Toi passò alla Cassa di Rispar
mio del Banco di San Giacomo e
ritirò molte cartelle di rendita al
(Mirteto re che aveva depilai tate
per maggior sicurezza. Erano i
frutti di una vecchia eredità e (iel
le sue segrete *(»ecillazioni.
Toi scrisse un biglietti imi al suo
padrone di casa, in cui gli diceva
che (»er urgenti affari di famiglia
doveva allontanarsi improvvisa
mente da Napoli. Nell 'incertezza
s’ci sa rollile ritornato consegnava
i denari della pigione- e la chiave
dell’nseii» a Oennariello il ciabat
tino. sin» nipote, che avrebbe riti
rata la roba secondo le sue istru
zioni.
(Coatta na)