AMORE AMORE...
NOVELLA DI CAROLA PROSPERI
agognava vedere come stavano al
, ../ 'verso mezzogiorno zia Nini e
Martina per vedere quando Ni-
1 U0 giungeva! ... Zia Nini stava
'.temente alla finestra e si spor
\ auguzzava la vista, pronta a
, .-ole! ... a zia Martina, la
’ ,1, trotterellava ella stessa fino
e, cucina a ripetere; eccolo!... alla
,‘ che smaniava di già, con un
, di io di pasta in mano mentre
I nella pentola bolliva da un
'"nm ! mucchio di pasta asciutta non
i, (.va del resto a levare l'appeti
‘ Mcoletto: ci voleva Iben altro!
, a lui, a tavola, tutto spari
: un baleno; le pagnotte odoro
si lo costolette dorate e le pesche
die colmavano la fruttiera;
■ Mando non c’era più niente, egli al
avi dal piatto i suoi begli occhi al
j. c supplichevoli e domandava ti
midamente leccandosi le laibbra:
Non ce n'è più di quella buona
.mollata di ribes?
Caro!... — dicevano insieme
lo due zie ammirate e facevano un
. imo alla cameriera, che correva a
', .renderne un vasetto colmo Quando
Jió. ave' le marmellata davanti, egli
1' stupì' ingenuamente, che non ci
; nse più pane sulla tavola. O come
mai? • • •
Caro!... — diceva anche la
..neviera, questa volta, e correva a
prendere la costina del pane e glie la
metteva davanti. (Nicoletto rideva e
iva ohe... si veramente...
po’ di burro. . . se ci fosse stato,
I Avrebbe ancor mangiato volentieri.
Mlora ora un coro di risatine, di
.pi re ! ", c perfin la cuoca tutta con
fonta e orgogliosa veniva sulla so
glia a godersi lo spettacolo di Nico
letto che ricominciava a mangiare.
Ma nessuno poteva essere soddisfat
to e fiero quanto lo erano zia Nini
.. da Martina. Esse, che avevano sor
bito due cucchiai di brodo e un tuor
lo d'ovn e succhiato un quarto di pe
sca, diventavano Vispe e animate, con
la -un .ita delle guance colorita e
ali ocelli lustri, quasi che tutto il
mangiare e II bere di Nicoletto'desse
loro alla lesta. E ammirandolo chi
li,.,ano un poco la testa da un lato,
ainngevan le mani e po. rivolgevano
In b' '• sguardo umido e commosso
,. .imi..!'■ ritratto n olio della main
ici di Nicoletto, la loro minor sorella
iriiina. osi bella e soave, morta
nei lior degli anni. 'Pareva che le tll
i Sei contenta di noi? Vedi
die di vos'lam bene come ne vo.c
v a ino a te?”
Era data il loro idolo la sorella
■ "inin, a lei avrebbero magari sa
■ ■ !i ’.o In loro fortuna, come se le
‘ . sci., state madre, felici della loro
pan- limile, felici di vederla brilla
re o trionfare, senz’omjbra di golo
e, . nn amirazlone sconfinate del
l'io noci generosi e delle loro ani
' mdi le. Non erano state belio da
- >wui. .a Martina e zia Nini, ma a
’ smi. da vecchie, coi capelli bianchi
tu l i pressione di timida e fan
•1 '■onta, quell'afta d'innocen
i.. loro nello sguardo e ne'
1 1 1 ■ ano graziose, piccole e ma
1 c . color dell'avorio vecchio, con
I- inai.me profumate, le unghie iiril
im'i < la pelle fine e lìscia come
'•irta . lina un po' aggrinzila, nem
■ calzate di scarpine piccolissime a
inulta aguzza, sempre ugualmente ve
nite di -età nera o grigia, con le sot
■ . i corpetti ricamati di
Ìmc rial che gioiello antico di fa
’ delia elio dita o sul petto, una cuf
fìcMa di trina nera in capo, uno scial-
Ictlo a frangio lunghe, di seta, sulle
- i! le Non erano del resto quelle le
a "!le cose della loro casa nobile
'•■ti' 1 le cose più belle o le gioie
Pia ri Ile, le trine pifr preziose, le
»> " pai solide, le tele più fini, erano
nate a Corinna, ed ora il
zao magni,fico corredo, tutte le suo
vi liuto o di raso, scollate e
l i,;",, ] e slle p er i e e | suo i diamanti,
" ,,n crii chiuso nella sua stanza e
■ ito religiosamente. Qualche
evano anvmi'rare quei te
■ ''ri a Nicoletto.
latto questo... — gli diceva
rn tuo, un giorno, per la tua
Mando l'avral Purché aia de
nn della tua povera mamma! . . .
Operiamo!... — diceva Nico
'M,°' lierzosamente, e non si rat
'' -ima, perchè della mamma non
lava affatto e non s'interes
1 r nulla a quelle cianfrusaglie
fl i donne.
'■ a scappar nel giardino a sal-
Ine, a scagliar sessi nel
1 "la vasca, a morder le mole
" i , i orbe che staccava dalle
furia li salti. Poi si,metteva
"a in capo, un po' da una
iveftuolmente, gridava alle
'ado fuori!...”, e se ne an
; un le mani in tasca, cantarci*
> ancora un poco stri
1 i ra un bell’adolescente snello,
•n li occhi azzurri, nervoso
"ii un'ombra di peluria
> a vermiglia, freschissima,
1 gonfia, ancora infantile. A-
V va anni. . .
. " ' 1 1,1 so n era andato, zia Mar-
Nini, seduta runa dirim
1 altra, nei loro salottìno da
! canto alla finestra aperta.
li ricamo, parlavano... E
■ avrebbero parlato zia Martina
uil se non del loro nipote Nl
s non parlavano di Nico
’ r.i perchè ricordavano "quel
’ ■”-o li Corinna”, oppure "Isi
attima*. Il loro cognato
' llu 'h esso poco dopo la moglie
due signorine nominavano
., " ' on un tono di pietà non sce
, „ Hna certa sfumatura di di
che lasciava intendere come
avessero forse mal giudi
tutto degno di possedere il
era iutc.be un altro ar
agi lava singolarmente
■ ■ hie signorine un argomen
"unte, un argomenio terribile
■•■■a del risultati straordinari
'Il 0 di accendere 1 loro plc
,1 . color dell'avorio vecchio,
j andare le loro cuffiette un
ft • ,r averso e di Ingarbugliare
li a ,icamo stilila tela. E non è
'■■-utre fosse un argomento che
non riguardasse in qualche modo Ni
coletto, questo ohe si aggirava intor
no a quelli là” esseri misteriosi Xor
se, amici certo.
"Quelli là" come esse li chiama
vano, erano gli zii paterni di Nico
ictto, due coniugi senza figli piut
tosto attempati, molto ricchi, acca
niti ancn'essl nell'amare quell'uni
co nipote, con tutta la forza del loro
cuore disoccupato e della loro testa
Piena di superbia, con tutti i mezzi
consentiti dalla loro grande fortuna.
1-a rivalità tra le zie materne e gli
zil patemi era scoppiata terribile ed
astiosa quando il fanciullo era rima
sto orfano,., tanto Che tra di loro ave
va dovuto intromettersi addirittura
il notaio. Messo in collegio il fan
ciullo. si era stabilito ohe le visite
dei parenti sarebbero stato alternate
u che pure alternativamente egli a
viobbe passato le vacanze estive
autunnali, un anno nel paesello di
campagna, dalle zie materne, un an
no in riviera e In montagna, con gli
zìi paterni.
Nicoletto. sornione, godeva del du
plici benefici di quella rivalità sem
pre desta, riveriva e abbracciava con
uguale foga zie materne e zìi pater
ni, accettava con entusiasmo egua
le dagli uni e dalle altre 1 regali c
le ghiottonerie con le quali banchet
lava col compagni la notte, nascosto
nella stanza da studio, e nelle glan
di ricorrenze dell'anno scriveva due
letterine uguali uguali, di augurio e
di ringraziamento.
Quando accadeva — eran casi ra
rissimi peraltro— che l parenti si tro
vassero tutti insieme, si trattavano
con una riservatezza sdegnosa; zia
Martina e zia Nini facevano le loro
mezze riverenze cerimoniose e sta
vano con gli occhi bassi o le labbra
strette, 1 due coniugi attempati, che
si rassomigliavano stranamente fra
di loro come se fossero fratello e so
rella, entrambi alti, solenni, ossuti,
pallidi, con le fattezze grossolane, gli
occhi semichiusi e l'aria superba, par
lavano a monosillabi, tentennando il
capo
Dopo si sfogavano, tra di loro.
— Hai visto che arie? — diceva
zia Nini sforzandosi a imitar l'espres
sione superba e sonnolenta della zia
paterna. — Par che dica ad ogni mos
sa: Son chi sono, per bacco, son obi
sono! . . .
— Gente di bassa origine — sospi
rava zia Martina con disprezzo. —
Gente che non meritava certo di im
parentarsi con la nostra Corinna. Sa
ran ricconi, ma non son signori, di
certo.
K la zia paterna si animava inso
litamente, per fare osservare a suo
marito che veramente con le loro ri
verenze e il loro aspetto apparente
mente umile ed educalo, quello duo
vecchie schizzavano odio da tutti I
pori.
— Come due vipere, veh!
li marito che passava il maggior
tempo a dormire e a fabbricare dello
scatoline di cartone, spiegava alla
moglie con un'aria di uomo supcrio
re, che in due zitellone come quelle,
lutti i sentimenti sì rivelano in una
forma isterica.
— Isterismo! Isterismo! . . .
Un punto importante e delicato di
quella rivalità, era il fisico di Nico
letto. Rassomigliava di pià al povero
babbo o alla povera mamma? Qui,
zia Martina o zia Nini trionfavano or
gogliosamente. Non si poteva unica
negare die il povero Isidoro era sta
to biondo, nè che aveva avuto gli oc
chi neri e una certa. . . si una corta
rotondità d'aspetto? F invece Nico
letto era bruno come la mamma, con
gli occhi azzurri come la mamma,
snello, bianco, fine, come la mani
ma. . ! Forse il naso un poco lungo
era del papà, ma gli zìi paterni pro
testavano, non ne volevano sapere,
e quel disgraziato naso era ugual
mente rinnegato da una parte e dal
l'altra. Ma 'il punto capitale, l a pre
occupazione più viva e profonda era
formato da quelle benedette vacanza.
Il trionfo plà ambito della loro -gelo
sia, era per gli zìi paterni di riman
dar Nicoletto in collegio, bruno come
un arabo, dopo avorio tatto diverti
re come un principino, per le zio ma
terne di rimandarlo grasso come un
tordo, colorito come una pesca, ben
rimpinzato 'di marmellate e tondo
come un pan di burro Dovevano mor
dersl le dita "quelli là quando 1 a
vesserò rivisto!
Figurarsi dunque come allibirono
un brutto giorno zia Martina e zia
Nini, allorché Nicoletto, sedalo da
vanti al piatto della pasta asciutta,
dichiarò che non aveva fame e che
non l’avrebbe mangiata.
— Non hai fame?! . ..
— Non ho fame.
Ma forse. .. forse non 11 placo
Pi —tMa no. .. — egli disse svoglia
to — mi piace, ma non ho fame.
— Non ha fame. . . non ha fame...
Quello sinistre parole giunsero pel
fino in cucina ad affliggere 1 onesta
cuoca che rimase costernata davanti
ai suoi fornelli e di strussero la pace
p l’allegrezza della casa.
Com'era mai possibile che Nicolet
to non avesse fame? Malato non era
nercliè timidamente e insistentem» n
te supplicato, egli si era deciso a mo
strare alle zie la sua lingua rosea c
me quella di un bimbo. Dunque ma
lato no... Bisognava forse stuzzi
carlo con piattini nuovi, con pietan
zine prelibate, e la cuoca si sforzata
a ilsòlvere gli enigmi di un grosso
libro di ricette gastronomiche, e zia
Nini si sciupava le mani a fare 1 dol
ci, mentre zia 'Marjina gemeva con
8taiaR'°dìmagrito. è impallidito...
è certo diminuito di peso!. . . Oh po
vere noi! Faremo una bella figura
quest'anno davanti a ' quelli •
— Speriamo che mangi m questi
ultimi giorni. • •
'Speriamo. • • ,
— Ho fatto un dolce alle mandor
le Fna volta gli piacevano tanto le
“ Ahimè! Anche le mandorle^rano
spel bazzicava, qualcosa e
poi scappava a chiudersi In camera,
oppure andava fuori.
/./ITALIA DELLA DOMENICA, SAN ER WCISC O. 7 DICEMBRE 1013
... , Serl \ e — di* 8 ® una volta la ca
meriera ohe era andata a spiare dal
eneo della serratura, — scrive, poi
pensa con U mano nei capelli, ato
g'ia dei libri. poi scrive %i nuovo
strappa tutto e torna a scrivere.
— "Ma fuori Ohe cosa fa?
Che cosa faceva fuori venne poi a
«irlo il figlio del giardiniere che lo
sapeva; fuori andava a far la corte
a una ricciolina, una amica della fi
figliuola del ifamaclsta. ch'era venu
ta a villeggiare lì queU’anno. una
Mondina di quindici anni, con le sot
tanine corte, u«a cintura che stava
m una mano, coi riccioli che le veni
'an fin sul naso e certi cappelloni
sotto eli ì suoi occhi ridenti e neri
tome le more, avevano l’aria di can
zonare tutti quanti.
i ! ' ,lseric ‘°i'dli>! — esclamarono
zia Martina e zia Nini giungenti.,
mani scandalizzate. — Bd ? per quei
« l )pr quegli occhi sfacciali
che .Nicoletto non mangia più!
Che vogliono, è l’amore! — dis
se filosoficamente il figlio del giar
diniere, e se andò a cantare in fon
do al giardino. Giusto la cameriera
portava loro in quel momento nel
grembiale, un mucchio di foglietti
sgualciti e stracciati, trovati In came
ra di Xicoletto. Con le mani treman
ti. dopo essersi messo gli occhiali sul
naso, zia Nini cercò di decifrare qual
cimo di quegli scarabocchi e compitò
a stento, nel silenzio solenne:
“Mia adorata Plora!..."
— Bel nome da eretici. .. — mor
morò la sorella.
“Due cose .belle ha il mondo: amo
re e morte!"
— .Ma guarda che razza di idee. . .
'‘L’amore è... aspetta... l’amore
ò l'ala che Ilio diede all'anima per
chè potesse salire sino a 'Bui. ..”.
— Gesù!
"Adorata Flora, il mio sogno sarei)
be di passar la vita in ginocchio da
vanti a te. . . di scioglierti i tuoi bel
capelli, di coprire quei tuoi cari pie
dini di baci. . .
—• Oh Che sconvenienze!
Erano tutte e due fulminate dalla
rivelazione, senza parole, senza la
crime.
Amore, amore. . . In fondo al giar
dino, il figlio del giardiniere canta
va a voce spiegala: "Amore amore
che m'hai fatto fare. . .”. E la voce
saliva allegramente verso il cielo lim
pido; facevan l’accompagnamento le
ronde frusciando leggermente, lo zam
pillo della fontana che pullulava pia
nissimo, gli stessi uccelli, che canta
vano più sommesso e più dolce un
canto misterioso. . . Amore, amore...
E per un attimo le due vecchie signo
rine erano rimaste trasognate, nella
dolcezza arcana di un incanto tradi
tore. come se le loro anime ingenue
si fossero d’improvviso affacciate e
protese sopra una valle sconosciuta
e fiorita, profonda come un abisso,
ma più odorosa e più mutabile del
mare. . .
Per un attimo. Poi quando nvevan
veduto partire il nipote, molto più
magro di quando era arrivalo e mol
to più brutto, col naso gonfio o rosso
e gli occhi fuor del cairn, come so a
vesse passato la notte intera a pian
gere, quando rimasero sole e avvilite,
nella .vergogna di quella, sconfitta,
maledissero entrambe d'accordo, quel
iiscolacclo birbante d’amore che pu
re esse nella loro vita non avevano
incontrato mal.
CAROLI VA PROSPERI
L:t memoria nei grandi
uomini
Linneo possedeva una memoria
straordinaria per i nomi e per le for
me, e così anche Darwin e Cuvler.
De Candolle, quando era studente
nel ginnasio, fu premiato perchè sa
peva dire a memoria 1 primi sei cauti
dell'Enetde. A Macaulay bastava una
semplice lettura per imparare a me
moria intiere pagine.
Non deve però credersi che una
buona memoria sia sinonimo di ge
nio. Abbiamo molti esempi di uomi
ni che potrebbero chiamare "degli
idioti con una memoria eccellente":
essi generalmente ritengono con gran
de facilità soltanto cifre, nomi, date
storiche, mentre la buona memoria
degli uomini di genio non ha di que
ste specializzazioni, ma abbraccia lui
to il campo del sapere.
Viceversa, troviamo molti uomini
di genio dotati di scarsa memoria.
Helmotz confessava: Quando fre
quentavo la scuola di lingue, mi riu
sciva i vocaboli, le regole grammati
cali. le torme irregolari. Imparare a
memoria un passo di prosa era iter me
un martirio...”
La memoria può variare di forza,
in uno stesso individuo, secondo che
le sensazioni provengano dall’uno o
dall’altro del sensi.
Riguardo al senso dell’udito, Mo
zart possedeva una memoria meravi
gliosa: sapeva perfettamente tutte le
più importanti opere di Kandel.
Di Hans von Bulov e di Ruben
steln si disse che, se tutte le opere
musicali del mondo fossero state di
strutte nel 1880, essi avrebbero po
' luto riscriverle a memoria senza sba
gliare una nota Infatti In von Bulow
poteva dirigere le opere più difficili
di Wagner senza dare neppure uno
sguardo allo spartito, ed eseguiva a
memoria tutte le sonate di Beetha
ven.
Paderewski sadeva suonare a me
moria circa mille pezzi.
Il musicista tedesco Becker, cieco
fin dalla nascita, ripeteva al piano
forte un pezzo di musica dopo averlo
udito una sola volta.
Alcuni uomini di Stato ban dato
esempio di una straordinaria memo
! mia acustica e visiva, ricordandosi,
fra le meraviglia dì tutti, della fisio
nomia e del nome di persone conosci»
1 te moltissimi anni prima.
Blsmarck era stato assente da Pie
troburgo per oltre un decennio, e nel,
frattempo si era occupato di tutte
i quelle grandi cose che avvennero dal
1SG4 al 1871 : tuttavia, tornato a Pie
1 troburgo nel 1873. riconobbe tutti
coloro col quali aveva avuto rappor-
I p ricordando con precisione i loro
nomi.
Gambetta sapeva a memoria 1 no
mi di tutti 1 repubblicani di qualche
Importanza ohe vivevano in Pratici
e in Algeria, e ricordava, senza 11 mi
nimo errore, le cifre del voti ohe in
ciascun comune della Francia erano
L’economia e’ la base della ricchezza
la “Pubblicità’ Economica” e’ la
base dell’economia
AVETE «raprirt* da tndmt
TOIaiQTIO arqnUtara proprietà!
CKUCATB del •ix-l per II rostro ronmrrelnt
VOLBTB rrudrre iurta parte del Teatro lalrrcaaet
AVETE buttano di Impleaatl?
('RRC.il'K qualche pera eoa T
VOLUTE (are del prestiti*
AVKTH blsoans di daaaref
AVKTB delle speelalltA da mettere la eemmrrrlot
VOI.RTM reni pecore e rendere an “Ranch"!
Usate le colonne di questo Giornale e precisamente la Ru
brica “Pubblicità Economica”. Questo è il mozzo più svel
to, più efficace eoi economico. — Il Giornale L’ITALIA
eolia vasta circolazione abbraccia tutti gli Stati dell'Ovest
od è letto da migliaia e migliaia di persone appartenenti a
tutte le classi sociali: commercianti, operai, agricoltori,
madri d. 'amiglia, eco. — Quale altro mezzo più econo
mico potete immaginare per riuscire nel vostro intento!
TARIFFA PBR GLI ANNUNCI IN PUBBLICITÀ’
BOOM UMICA
MlnUnn Tra Line# Ur si «tura*
Sopra tra IJnrc Pe por Llnrn si «tura*
Por dnn «torni Ile por Lines
Por tra «torni Sdo " "
Por «ultra «torni Olla " »
Por cln«uo «torni dOo * *
Per ssd «torni dSs " "
ls«clari . 4Se por I.lnon por settimo no
(Un* Ldaon t (ormo.tn di S parola)
Indirizzare ordini e relativo Money Order o Vaglia o Fran
cobolli •
L’ITALIA PRESS CO.
HI OOLUUBU8 A VANITI
«AN FRANCISCO. OAL
M
LA CASA FRIEDMAN VI FACILITA A
FARE IL REGALO PER NATALE
l’OTKTK (XiMI’KHAIU: Oli.
<11 IO l’AtlAUK
l/ANXO VKVTt’UO
Il regni» più bell» ò un
mobile.
Il regni» più gradii» •'
quello elle iibelllsee In neii
Il regni» pili desiderai» «'
quello elle si pm'l aibqieran
e elle ilù eoli forte,
All,i Mmlre, all» Monile,
nlla Hoeelln, aU'amaule 11
più liel renalo elle itotele of
frire lo trovate da
0*
So-.Jv
I
■
FRIEDMAN
Per le feste abbiamo pensato di favorire i nostri clienti e far
sì che possano acquistare giocattoli pei loro bimbi, abbiamo un
dipartimento apposito con uno svariato assortimento di giocat
toli ai prezzi più bassi.
La Casa Friedman & Co. è la. più grande casa di mobilio
sulla Costa del Pacifico, con il più svariato assortimento di mo
bilio per casa. Friedman vi fa credito. Friedman ha un diparti
mento Italiano. Friedman ò aperto fino alle 10 al sabato. Da
Friedman trovate il SLg. Ettore Ratto a capo dei commessi ita
liani, sempre pronti a servirvi. Corrispondenza in Italiano. Chie
dete il nostro Catalogo. Chiedete di Ettore Ratto Capo del Di
partimento Italiano.
251) Post
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N<*«r i
S|„. i.flHI
*3\
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LA MACCHINA DA SCRIVERE
Undcrwood
mantiene la sua superiorità*
In un remilo concorso l’operatricc Margaret II. Owen ha rag
gi 1111(41 la velocità «li I-•'» parole al mimilo p«T un’ora, vincendo
così per l’oliava volta in otto anni consecutivi
LA COPPA DEL VALORE DI MILLE DOLLARI
UNDERWOOD
La Macchimi elio voi ilovrcste*coinperar©
UNDERWOOD TYPEWRITER COMPANY, Incorporateti
531 MABKKT STREET
SAX FRAXCTSl’O
Succursali in tulle le principali città
stati dati In favore della repubblica 1
Napoleone I ricordava migliaia di
nomi del suoi ufficiali e soldati, e I
possedeva una memoria eccezionale
per i luoghi © per le date.
WHITE STAR LINE
UA NKW \OIIK A (I1KHIIOIHO PARIUI, MODANI!, ITALIA
IL NUOVO VAPORH
ì OLYMPIC DA N. Y. 13 DICEMBRE
OCBAJUO (I nirrmkrf OLIMPIO IS Dlormbrf
«KRTKIO DIRITTO l'RR L MBIUTBRRANRO
FROM BOSTON’ KHOM NBW VOHK
CHKTIC Il DtnaibrrA ORLATICI io (insalo
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