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IL BILANCIO DI EBERRA DELL’ANNO CHE E’ MORTO p anno 1917 e’ stato il piu’ fatale per la causa degli Alleati, specialmente I per il tradimento della Russia e per il rovescio delle Armi Italiane pi sono accentuati durante questi 12 mesi gli errori grandi e piccoli dell’lntesa - La disastrosa mancanza f di unita’ - Guerra di logoramento alla fronte occidentale - La rivoluzione russa c lo sfacelo militare I slavo - Il tradimento dei bolshevichi - Il disastro di Caporetto - Le nostre truppe ripiegano sul Taglia- I mento e poi sul Piave - L’epica lotta tra il Brenta ed il Piave - Si resiste vigorosamente. ■ Un altro anno di guerra. Altri ■2 mesi di stragi, di lutti, di deva Stazioni. I Ci sembra dì essere ormai iuvec ridati in questa normalità dell'a jiormale, in questa naturalezza •del mostruoso, e ci sembra tbe contare qucst’nltr'anno di guerra [or ora finito sia nn inadeguato [contare, e che i 42 mesi di guerra [non dicano abbastanza l'eternità «lella strage, poiché la morte e l’odio hanno lavorato a giorno a giorno, con la regolarità con cui si prosegue un'opera indefinita, senza visione e senza orientazione del termine; a giorno a giorno, col lento volgere e tornare delle sta gioni. Non erano forse poco più che fanciulli i giovani oggi tragica mente maturati dalle trincee? Ci siamo “adattati,” abbiamo fatta ‘Tabitudine” alla guerra. L’uomo si adatta a tutto. L’impossibile per la sua duttilità diventa possi bile, l’inverosimile si trasforma nell'uso quotidiano. Prima della guerra si dubitava fosse possibile una guerra europea: alla vigilia della tragedia si ora certi che la guerra sarebbe stata ili breve du rata; si sarebbe divorata rapida mente nello stesso suo immenso incendio, sarebbe finita presto per il parossismo stesso della sua vio lenza. Ed ecco che un altro anno «lella titanica lotta é passato, e se si può sperare clib buona parte della parabola sia stata varcata non si può ancora dire che l’epilo go precipiti con il suo moto più veloce. I sogni di una crisi Vi sono i scoili di una crisi riso lutiva, ma la prudenza (lelle previ sioni è cresciuta. Si procede avan ti mozzando il respiro coi denti, a testa bassa per non cercare con «li occhi la mèta e non scorgerla. E’ lina pazienza nervosa con tratta ma tenace, è la disciplina interiore che si è formata e che col più lungo pensare si è più raf forzata. Si sa che si combatte per una soluzioni;; si sa che questa è la maggior prova, non di una generazione soltanto, ma di un se colo, di un periodo di civiltà, e che la durala della prova trascende ormai la stessa volontà degli uo mini. e che gli uomini non pos sono avere se non una sola volon tà: vincere! Vincere o servire. Vincere o di sfarsi. Vincere o perdere tutto quello che illumina la vita d’un’e tà. d’un jHipolo. Questo è l’adattamento. Adatta mento non di animalità resisten te, ma di spiritualità sollevata al la sua maggiore altezza collettiva, poiché c’è una coscienza di molti tudini, una sensibilità di moltitu dini davanti al problema di cui per circa quattro anni la spada non è riuscita a tagliare il terri bile nodo- Altre, guerre furono lunghe, as sai più lunghe che non sia per es sere questa: ma i popoli non vi erano dentro come in questa, tutti, interamente, profondamente. Ingigantita, estesa, assorta a tutta la sua immensa significazio ne. questa lotta mondiale, si con stata ormai che ne rimangono fuori solo gli Stati e i popoli che hanno compiuta o esaurita la loro storia. L’anno ora compiuto ha visto entrare nella conflagrazione gli Stati Uniti d'America, la cui sto- r 'a si mesi ola così a quella che proseguo nel vecchio mondo la li berazione dei popoli sulle norme dei diritti nazionali e a quella che LA TRISTE RITIRATA DI UN CONVOGLIO DI TRUPPE ITALIANE DOPO LA DISFATTA DELL’ISONZO seconda le vie e gli sforzi d’una più alta giustizia nei rapporti fra le nazioni. Almo fosco e pieno «li minacele Quest’anno si chiude fosco e gravido di minaccio per l’lntesa, i cui errori grandi e piccoli si sono accentuati negli ultimi 12 mesi con gravi conseguenze nel bilancio dell’economia della guerra. Gli Alleati avevano tutti i dadi disse in novembre giustamente Lloyd George per vincere e non hanno ancora vinto: tutto era lo ro. La padronanza dell'aria, la superiorità degli effettivi, la su periorità delle risorse economiche e finanziarie; un ideale comune assai elevato. E con tutto questo non sono riusciti a conseguire grandi vit torie, non hanno ancora raggiunta la vittoria finale. Mai come nel 1917 si è notata la disastrosa mancanza dell’unità di azione. Uno dei più grandi erro ri di natura militare compiuto nel 1917 fu quello di non aver sapu to colpire là dove il nemico era più debole. 11 nemico era più forte al fronte francese. Non era là che bisogna va colpirlo. Il ragionamento fatto dai capi militari franco-inglesi fu questo: Sforziamoci di abbatterlo, di umiliarlo, proprio là dove è più e meglio agguerrito. Gli altri fronti sono materia trascurabile. E così a Parigi e a Londra si di menticò che l'eterna regola della strategia consiste anzitutto nella “concentrazione degli sforzi"; così la spedizione malaugurata nei Dardanelli, il disastro scrim, il di sastro rumeno, e due mesi or sono il disastro italiano, non furono e vitati perchè non preveduti o te nuti per possibili. I pregiudizi nazionali, i sospet ti, un particolarismo ristretto, o la minaccia delle “opposizioni po litiche-parlamentari’’ potranno es sere invocati, davanti alla storia, quali giustificazioni; ma non can celleranno le responsabilità dei governi dell'lntesa. Guerra «li trincea Alla fronte occidentale è conti nuata la guerra di trincea, il lo goramento- E’ stata intaccata la famosa linea di resistenza che il feldmaresciallo del Kaiser ritene va più solida della muraglia de,tla Cina. Xe fu rimosso il perno cen trale di Arras; venne aperta una piaga a mezzogiorno tra Soissons e Reims che veniva estesa lenta mente; fu carpito quel baluardo carbonifero di Lens, che presenta va in certo modo ai tedeschi gli stessi appigli e vantaggi strategi ci che offriva agli austriaci il Carso, Ma (’allibrai non veniva oc cupata. E’ vero che gli anglo-francesi nei 12 mesi di quest'anno sono a ronzali riconquistando del terri torio invaso, catturando materiale nemico, indebolendo le forze ger maniche quotidianamente con per dite gigantesche, e per la prima volta dal 1914, i tedeschi hanno sentito in quest’anno il morso con tinuativo, progressivo ed irresisti bile del potere bellico nemico sul la loro organizzazione militare. Le vittorie avutesi, però, alla fronte occidentale sono state dei semplici episodi strategici, i quali non hanno influito profondamente all'andamento generale della guer ra europea. Si è notata, però, nel 1917 la schiacciante superiorità di arti glierie anglo-francesi sul nemico e la prodigiosa agilità di mezzi di manovra che favoriscono gli ingle si e i francesi. L’ITALIA, SAN FRANCISCO, CAL., MARTEDÌ’ 1 GENNAIO 1918 Nell’Asia Minore le truppe al iente sono avanzato conquistando Giaffa e Gerusalemme- In Mace donia l’esercito dell’lntesa è stato completamente inattivo. La crisi russa Grandiosi atti dell'immane dramma umano sono precipitati l'uno dopo l’altro durante l’anno or ora finito, c ognuno di essi sa rebbe bastato a riempire mesi ed anni di storia, di lotto e di di scussione. La primavera del 1917 fu una primavera miracolosa del la storia senza precedenti, da cui nasceranno nei secoli messi infi nite. La Itussiu insorgeva deponendo lo Czar. La rivoluzione russa, cita' la trasfigurazione o transunsta zione subitanea civica, miracolosa di una delle più colossali nazioni 'della terra, tentava passare dal regime asiatico deH'autocrutismo di colpo in pieno occidentalismo Tentava il passaggio perché essa è finita nelle mani di un breve stuolo di pazzi e di sognatori, di trafficanti e di traditori. Kerensky, che tentò trarre dal caos il materiale per erigere una repubblica non eldte nò polsi né spalle per il titanico compito, ed è ora fuggiasco, mentre la guerra civile chiazza di sangue le vie del le città e dei villaggi della Tins sia. e il disordino più caotico re gna in tutta la nazione, che sem bra ormai una enorme bestia stati ca e stordita guidata da tre o quattro sciagurati übbriachi di “vodka” di marca tedesca. 11 rapido sfasciarsi della [laten za militare russa aveva gravi ri percussioni sulla guerra europea. Un intero e lungo fronte veniva a passare dalla battaglia cruenta alla lurida farsa del “cameradi .■uno”. Gli austro-tedeschi, deposte le armi, fraternizzavano con i ninni. La nuovu situazione era sfruttata subito da Berlino e da Vienna. 11 tradimento degli immondi boish(vichi veniva alimentato, pa gato, esaltato dai tedeschi conte e roisino e alto ed umanitario senti mento. E cosi mentre l’abbietta fornicazione russo-teutonica si compiva, un nuovo corpo d’annata veniva preparato. Dalla fronte orientale nimico btirg toglieva uomini e bocche dii fuoco; toglieva soldati, ufficiali, materiale bellico, sguernendo quella linea che gli era costata tanti sacrifici per il valore e la strategia del Duca Nicola, dei de aera li Brussiloff e Korniloff. E la nuova armata fu lanciata alla fronte italiana, più debole di quella occidentale. Il disastro italiano Alla nostra franto si erano svol te belle e gloriose battaglie. Do lsi il lungo periodo di sosia in vernale in primavera le nostre truppe prendevano gagliardamen te l’offensiva. Con l'assiduo sostegno del fio verno, con il fervido eoneorso del Paese, le supreme autorità mili tari avevano dato il massimo svol gimento al l’organizzazione delle serrilo, ampliandone e rafforzan done ì quadri I servizi logistiei erano stati perfezionati; nuovi reggimenti e rano stali creati e raccolti in grandi unità, organicamente com plete di servizi e mezzi ausiliari. Poderose artiglierie erano stale fuse e distribuite. Forte impulso era stato dato ull'aviazione, e cosi con queste forme di attività, di verse, ina armonicamente coordi nate ad un fine unico il nostro e sercito, agguerrito dall’esperienza e confortato dai risultati del pas sato veniva preparandosi ad af frontin'!? nel lìti? il terzo unno di guerra. Il concetto del Comando Hupre mo per l’offensiva della primavera fu quello di impegnare il nemico su tutta la fronte da Tolmino al mare, por assalirlo poi alla sua ala destra il nord ili Gorizia, poi in un secondo tempo, vibrargli un colpo sul Carso- E si ebbero così avanzate a sbalzi. Si occupa rimo nuove posi zioni, e si rafforzarono. Nell'està te nuovi colpi furono vibrati al nemico strappandogli a nord la Hainsizza, intaccando a sud il ba stione dell’lfermada sbarrante la via di Trieste e avanzando il est di Gorizia nella vallo «lei Vipnero. Tutto il mondo guardava le eroi che gesta Italiane sbalordito. Ma per avanzare e vincere occorreva no poderose e numerose artiglie rie. Noi non ne possedevamo in numero sufficiente. Gli Alleati ci mandarono 09 cannoni. Ma non erano sufficienti. K l’offensiva si arrestò in estate. Intanto llindcnbnrg aveva pre parato il suo nuovo esercito di manovra., e mentre questo si am massava alla fronte italiana, i suoi agenti con la coopcrazione dei hnhhrrirhi rossi e neri com pivano un infame lavorio sotterra nei in Italia, per disgregare la compagine, |n-r minarne la coni pattezZn, per avvelenarne il san gue e recidere neH'ombra i musco li della resistenza. 1 1 colpo «li muglio Contro tutto questo criminoso lavorio noli si corsi* ai ripari, non si ebbe la santa audacia di usare i metodi coercitivi necessari, e si lasciò che lo snervamento e Tin tossicamente della nazione fosse compiuto e raggiungesse anche l’e sercito che era alla fronte. E verso la fine di ottobre Hiu denburg vibrava un formulabile colpo alili fronte italiana. Sii gliaiu di cannoni, e centinaia di nuovo divisioni vennero lanciate nel settore di Tolmino, e in quella della Ha insizza. li secondo corpo d'annata non oppose alcuna resistenza. Fece sciopero. Fu viltà? Fu paura? Fu tradimento? Non à stato an»-»ra possibile imperlo. Quello che ò certo A questo: ra duto l'altipiano di Baimdna fra nò tutto il fronte dalPlsonM al mare e sul Carso. Avemmo allora la ritirata della Seconda e Terza Armata dalle vecchie posizioni che erano costate tanti sacrifici, al Tagliamcnto -11 eoncentrnme.nto del nostro e serrilo sul nuovo fronte era com piuto il 2 novembre. Tutta la valo rosa Terza Armata poteva ripie gare compatta e ordinata opponen do al nemico una splendida resi stenza. Il piano nemico si propo neva di tagliare la strada a que sto esercito e di farlo prigioniero. 11 danno sarchile stato assai gra ve. (ìli episodi di valore e di com pai terza non furono, durante la ritirata, fatti isolati, ma generali, rivelando il magnifico stato di 0.- nimo delle nostre troppe della Terza Armata e di diverse unità della Seconda Armata. b« cavalle ria compì atti di vero eroismo, sa criticandosi eroicamente per la salvezza delVeeercito. II 5 novembre le forze nastro tedesche del generale Krnuss supe rarono il Tagliamento, lasciando ni generale Krollatin il compito di inseguire le nostre forze ripiegan ti dalle alte montagne. 11 nemico voleva affaticare con continue mi nacele sul fianco sinistro la mar cia della Terza Armata verso il Piave, e chiudere gli allocchi del le valli in pianura, tagliando Va ritirata alle nostre tranne prove nienti dulia (lamia e dal Cadore con i loro materiali intatti. 1 a ritirata sul Piave Hi ebbe così una corsa faticosa, ossessionata ai fiumi. Alla prima tappa mil Medium ne segui in due giorni la seconda sul Cellina, e do po un giorno la tema sul f.ivenza, e poi sul torrente Meschio o Vec chio Piave. Il nemico precedeva incalzante dallo rotabili che seguono l'ultima falda meridionale dei monti, e spe rava far prigioniera tutta la 4 n Armata che si trovava nella con ca di Belluno, e rovesciare poi nel la enorme breccia tutte le forze disponibili, per forzare In Terrai Armata a ripiegare verso il Po. Ma il Dncn d’Aosta passato il Piavo si disponeva lungo la spon da destra del fiume e la copriva saldamente fino al settore pede montano. Quivi il Generale Di Habitant correva a saldarsi. Ritirandosi ce deva accanitamente e combatten do monte per monte, valle per val le, raggiungendo infine la linea di resistenza, e richiamando il nemi co sugli estenui contrafforti set tentrionali del Grappa. H 10 no vembre il maresciallo Conrad en trava personalmente iu lizza sul l'altipiano di Asiago. La manovra austro tedesca en trava cosi in quella fase di arre sto in cui la tengono tuttora in chiodala le nostre baionette. Forzi* franco-inglesi accorre vano al fronte italiano, e sono o ra nelle trincee. Ma non hanno preso viva parte ancora alla di fesa delle nostre lime, che è fatta eroii*nmente soltanto da soldati i taliani, • • • Dall’altipiano di Asiago alle fo ci del Piave la nostra linea resi