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u «ri che ragna OOOOOOOOOOOOO NOVELLA I OOOOOOOOOCIOO “....Sui campi (lolla gloria si svegliano Miche lo wmìpiuh ««tonnate". Paolo Ferrari. I. , .vel piccolo, ma grazioso, fiorente paese di St. Agostino, dove la pri mavera sempre sorride e tutto pro fuma ed abbellisce, dove direbbe il poeta amor trionfa” Carlo Ilerai, per la «no bellezza fisica di cui era conscio, donde la sua aria spavalda, sprezzante s'era guada gnato l'aggettivo di '.'bello'' che pre cederà il suo nome tutte le volte in cui taluno Io nominava. li ognome era divenuto super fluo; quando si diceva: "il bel Car lo’, tubi 'n Sant Agostino sapevano che si alludeva a Itemi, primo com messo nell’unico bel negozio di mo de che solleticasse la vanità, la cu riosità di quelle che potevano soddi sfarla e delle altre, che, di pochi mezzi, dovevano limitarsi ad ammi rare la vetrina con gli occhi cupidi e con il desiderio amareggiato dal l’impotenza. Il signor Antonio Boncore. pro prietario del negozio, che si pavo neggiava sul Corso Regina Marghe rita. diceva ancne a quelli che lo sa lieve no: —Se pura Carlo. Il bel Carlo, ami poco il lavoro e molto la gozzoviglia, bo fatto bene a prenderlo nel mio negozio. Fu un ottimo affare. Dal giorno in cui vende al mio banco, la clientela femminile di SanfAgosti no è tutta mia. a marcio dispetto, dei mici concorrenti. E le ultime parole accompagnava sempre con un risolino di sprezzo e di soddisfatta vanità, cui non era e straneo il lucro. (Del suo parere era pure la sora Netta, la sua blonda, rosea grassa metà e i maligni dicevano an che per altre ragioni id curailere pili Intimo. ili signor Antonio, del resto dice va la verità, uull'altro che la verità, come un buon testimonio innanzi al tribunale. Le giornate si chiudevano sempre con una buona vendita, (ili articoli di stagione slamavano appena arri vati da Firenze. 11 bel Carlo aveva un'arte tutta sua fatta di sorrisi e di abile sfio rare le mani delle comprutrlcl e di I paroline adulatrici per cui la ven dila era, sicura e senza il lungo, pretto mercanteggiare. Per quanto Carlo amasse poco 11 lavoro, tuttavia la vendita gli pia cova. • — ben lo capiva e ra. In principal modo, dovutila) suo fisico, alle sue maniere. Vender mol lo •« bene costituiva il trionfo dello sua vanità. Lo smercio delle camiciette. dei puantii, dello calze traforate, dei bu sti, era spesso un passaporto per en trare nel territorio delle conquiste amorose, elle davvero non gli man cavano Fra divenuto un pò il terrore dei mariti e anche dei fidanzali. Chi, non si spaventava e chiudeva un oc chio, i maligni dicevano per l'amore allo cos.-a, era il signor Antonio Hon core. proprietario fortunato del ne gozio di mode pomposamente intito lato: ".L'Eleganza Ihirigina ", ■bilimine! Egli, sorridendo e ac cendendo la pipa, traduce va In buon vernacolo toscano il "ics affaires soni les affaires" di Octave Mirbeau. bel resto rendiamogli quest'ono re. aveva letta e gustata qualche no vella spregiudicata del l'Hoccassio. ■Cosi il buon andamento degli af fari io induceva ad essere miope e anche eleo: cosa che punto spia ceva alla sora Nena. IL NEGOZIO DEI GRANDI ASSORTIMENTI Tutti al LA STIMA RITA INE Vagissimo Assortimento in Abbigliamenti por Sigilo o. Spooialltii in Vestiti ( hm- Sposalizi, t orodi Com pl«-«l pi-r Ila tubini.—l>ata l'ampiezza dei nostri magazzeni siamo in grado di (onori- ini molisi quantitativi di mono, od in soparali dipartimenti o cosi facilitare la scolta alla nostra inniimorevolo clientela. I • • io; » Tutto quanto la Moda UKMIIIIK 1,0 TIIOVRHKTK i MKIi Nomo N RQOIIO l>i|i;n( imeni ti Specia le por Valiti di mi; mini. valletti e radazzi. o Servizio eorlese e massimi) sodtlisfa/iune. 0 PIIK/ZI I» \ \o\ TK.MKHI-; ('IIM'OUItKNM. 0 Albliimo al Vostro Servizio Commossi* provolto o ohe IMilano Italiano, A. Esmiol, Prop. Morklon angolo Bromi way il Tra le ragazze che cucivano in bianco per "L'Eleganza Parigina", u na ve n era bellissima, ma di costu mi austeri, nemica però d egni civet teria. d'ogni corteggiamento che non avesse il fine offe sto del matrimonio. Se pure orfana- sola al mondo, sen za appoggi, senza difesa (le era mor ta da due anni anche l'unica paren te materna che l'aveva pietosamente raccolta il dì in cui fu priva del babbo e della mamma) essa, per l'in nata onestà, per l'esempio della pura vita domestica, di cui serbava dolce, perenne ricordo e in eitj si fortifi cava l'ereditalo senso dell’onore era un modello di virtù. Tutti l'am miravano e stimavano e voelvano bene. Viveva poveramente (come possono vivere, specie nei piccoli •entri, quelle disgraziate cucitrici in bianco, così magistralmente descrit te da Alfredo be Musset in "La con fession d'un enfant dii siàcle") ma dignitosamente. Persino elegante nella sua veste scura rigala di bianco, tanto era sempre linda, curante della sua per sona. t>en pettinata. Così ancor spic cavano la sua bellezza bruna, l'inna ta eleganza dei suol movimenti che davano al suo incedere una grazia signorile. Tutto da lei spirava modestia, esra plicità, profumo squisito di dolcez za. serenità di spirito, candore d'a nima. I corteggiatori insistenti, natural mente. non mancavano e in partico lar modo quel Don Uiovanni più fa coltosi convinti che tutto ceda alla forza del denaro: ma tutti avevano finito, più o meno rassegnali, a bat tere la ritirata. Tuttavia Ita i cortegiatorl della bellissima Ada ve n era imo il bel Carlo cui l'onestà della giovane pareva superbia. ('osi. egli nou si era nò ritirato, né ar- (‘guato sia perché s'era inva ghito di tanta bellezza, sia perchè non aveva mai subito scacchi nelle sue conquiste, sia sopratutto perchè era* in giuoco lo *ua vanità, che no n ammetteva ripulse, sconfit te. Più Ada si mostrava sorda alle dolci paroline, cieca ai suoi sguardi infiammali, e più si ostinava a cor teggiarla. Diamine! diceva fra »è o non dovrebbe esser fiera che il più lid giovane dj Sant'Agostino voglia divenire il suo amante? O che pre tende d'avere per inno innario un principe ereditario? dilania un pò die urie si dà questa schizzinosa, co me se non fosse ima povera cucitri ce e litiasi una mia dipendente, cui potrei anche tornar nocivo se dico al padrone, o meglio a Nena di man darla altrove a far sfoggio della sua virtù, ('erto, io non prenderò mai moglie, tanto più in quanto povera, ma. dopo tubo un amante come mg non si trova in tutto il paese! Ma. visto che con i suoi monolo ghi, la sua ione, a nulla approdava ed anzi « certe sue proposte audaci si era sentilo rispondere bruscamen te, deciso comunque a spuntarla tanto in lui potevano capriccio e or goglio offeso pensò di mutar lat tica, di battere un'ullra via per riu sn'.re nel suo intento e punire Lau darla di ima povera ragazza che o suva rifiutare l’amore del bel Carlo, pel quale tante altre ragazze e don nine maritate sospiravano, e talune non invano. .Non la perseguitò più nè con ielle re, nè con parole. SI limitava a lan ciarle qualche sguardo melanconico, accompagnalo da un sospiro profon do. Cambiò almeno In apparenza - il tenore della sua vita; smise le L’ITALIA DELLA DOMENICA, SAN EH AN CISCO. 24 AGOSTO, 19D> W\ arie di conquistatore; si fece serio. Non frequentò piò 1 luoghi dove la domenica si ballava e dove era il trionfatore; non pensò più a sedurre altre fanciulle e. ahimè! infamie si mili ne aveva più d una sulla co scienza e prese l’atteggiamento dell’innamorato ferito da un’ingiu sta ripulsa dell'uomo le cui oneste intenzioni furono fraintese. Per quanto Don Giovanni di pae se, il bel Carlo era astuto, conosce va l’arte di far breccia nel cuore, nella fantasia di una fanciulla one sta e però ingenua. (Ili amici, i conoscenti non trova- ( vano |)iù in lui il ballerino instan ca Idle. il beniamino delle danzatrici, 10 spavaldo mietiloie di allegrezze, il temerario che non Ita paura del ri mot so e però si permette qualunque audacia. «Ina tutto un altro giovane, nemico del chiasso, daU'aspeUo che celava una pena. Quale Eh! non durò molto a circolare in paese la voce ciré il bel Carlo si era inna inoiato perdutamente di Ada e ne soffriva perché la bella fanciulla lo respingeva, pur avendo egli intenzio ni onestissime. E su queste intenzio ni onestissime gli sfaccendali, 1 cu riosi ricamavano del loro meglio con omino piacere di Carlo e con altret tanta Miai simulata stizza della sora .\ena. che si era presa ad odiare Ada. Le voci favorevoli che correvano’ sul conto di Carlo, trasformato sia per vanità, sfa perchè il contegno di Ada aveva acuito cosi il suo desiderio da confonderlo con un vero amore, giunsero ben presto «ll'oreecblo della uuona fanciulla. Sulle prime fu co tanto sorpresa da rimanerne incre dula. ma poi, per hi bontà dell'ani mo cui ripugnava pensare il male, per la legittima soddisfazione che es sa fosse causa di tanto mutamento e perchè non poteva rimaner fredda alla bellezza virile di Carlo, la sor presa si colori di gioia, che non sep pe nascondere quando rese un saluto gentile al commesso che l’aspetta ta fuori del negozio con il pretesto di riordinare la vetrina pel di dopo. Carlo per qualche tempo conti nuò nella sua corte discreta, rispetto sa. poi quando comprese che Ada non 1 dubitava più di lui., che nel suoi oc chi parlava amore, che la conquista era sicura, felice, come lo è chi vin ce dopo una lungo lotta. Ve palesò 11 suo affetto e con parole che con quistarono tutto il cuore ingenuo, fi dente di Ada. Egli seppe cosi bene circuirla, parlandole del loro avveni re, uniti in dolce nodo per tutta la vita, che la poveretta - complice u ua falsa antica invidiosa a cui pre mi va che Ada l'austera- divenisse com'era essa ln un momento di te nerezza. che tutta la vinse e in cui si addormentò il suo pudore e si an nebbiò la sua ragione, tome avesse preso un narcotico caino. cedette al l’amplesso infuocato di colui che a ntava e in cut credeva. Fu uu sogno. Amarissimo il risveglio. 'L'avvenire le si presentava ricco d'onta e di doloro. Per aletta temilo Carlo fu amante appassionato, ma poi. sazio, gradatamente, l’abbando nò; nè le lagrime- uè il dolore, né la V ergon a della povera ingannata po terono su lui iter condurlo sulla via del dovere. Don Giovanni aveva trionfato e più non domandava. li disonore di Ada era divenuto la favola del paese. Non osava più mo strarsi in pubblico. La sora Netta, con il diritto che le veniva dalla sua fedeltà coniugale, la cacciò dal suo negozio Cosi t dolori e le miserie di ogni sorta le torturarono ferocemen te la vita di cui. leppo tarili, compre se quanta nequizia nasconda. Era scoppiata la guerra dell’ltalia contro l'Austria. Carlo parti soldato e ne fu doppiamente felice poiché In questo modo si allontanava dalle cri tiche acertie di St. Agostino, dalle scene deHa sora .Vena, dai lamenti dalle preghiere della povera Ada. die oppure salutò prima di partire, la sciandola così nella più cruda deso lazione. 111. Carlo, vuoi per ardire. Tuoi per quella vanità, che governava tutte le sue azioni fu un soldato valoroso. I n anno dopo venne promoss sergente e in un cmbattimento, in cut spiegò coraggio eccezionale e calma ammi rabile, si guadagnò la medaglia di bronzo. In un campo virino all'eroica Pa dova ebbe luogo la premiazione. 11 generale che distribuì le medaglie tenne ai premiali un breve ma elo qunte discorso in cui. tra l’altro, splendeva di lure educatrice, questo nobile e patriottico periodo: "Come oggi foste valorosi in guer ra. cosi, ricordate d’esser buoni cit tadini, di non transigere mai con il dovere soltanto in questo modo ser virete degnamente l’ltalia iti pace, •onte oggi la servite in guerra. Carlo fu colpito, titillato da que ste parole, che come per miracolo, svegliarono la sua coscienza assonna ta. 11 suo pensiero allora volò alla povera Ada la riti ligula dolente gli apparve in tutto il -no tragico abban dono. Soia. Infelice, disprezzata dal mondo, che spesso condanna senza giudicare, forse madre! 1.0 vinse su bito un rimorso acuto che gli fu ca gione di benefico dolore cltè lo spin se a condannare il suo passato ver gognoso, il suo vero tradimento! Quelle parole destarono iti lui il senso del dovere, cui doveva übbidire se voleva esser degno della nodai gliia che gli fregiava il petto e gli fu rono compagne nelle trincee, nelle, notti angosciose noi nuovi arditi ci menti. La guerra Io aveva purificato. Egli doveva essere uu cittadino onesto, come era un soldato valoroso. Con il dovere non si transige, e intanto nel cuore suo si agitò una tenerezza mai provata e alla sua inclite -i presen tò la dolce visione di una famiglino la amorosa, di cui era regina la po vera Ada. tanto buona ed anche tan to bella. Avuta la licenza invernale che già gii spettava di diritto, con il cuore tremante, fidente di trovare Ada, di bui non aveva nuove dal dì della sua partenza, volò a St. Agostino e coire alla casetta dove Ade dimorava e do ve a Isventurata era stala vittima del suo inganno. La trovò non più riconoscibile tanto il dolore l’aveva disfatta. All» vista inaspettata dell’uomo, qui Bcpipre pcL-av a nelle lunghe not ti ttis6n'tìf:>h? ad otfta di tutto, l’a VENDITA D’AGOSTO BIANCHERIA PER LETTI IMPORTANTE quale evento economico. dato elle la me ree venne acquistala mesi fa a prez zi che min pai ranno essere duplicali oggi. Comprate adesso. Comperate lutto quanta potete e preparatevi per i rigori di prossimo inverni, dato che i prezzi continuano ad aumen tale giornalmente. Noi offriamo merce quo tata in base ai vecchi prezzi. I H \ I*l \T|-: Ml siiru rcuolnre: ri *o|»«»rie di Milkollue : coiiio/ioiinte «Min •lordo del » n lore di 1.1,041 tier I II \IM NTK I>l i \ XIIMON X RIO ini Imi! lite eou ea 'one di |ii inni qua li! n e eo|M*rte eou riunì franeene. \m •t sd.r> » M % I*l VI !•: c o - i*i imi: con v\- s(l XI Un re per letto doppio. im ito t ( ite etili «‘«itone li ottima «iiiailtft. .’lti in tutto. X aio re sterili. j* • 1 •>>. Ir) * per •»•’• Il I I-: |)| | n' m i W aliiiia;n.| 7s» n U la. miimi. rn <| |\7tt-(|i. M i ««• i a per let t i •«PPlli «lei milo.c ili MK7.rd» c I II • I paio .*T ■♦»**) ori.ari: ni >•%- V \ USIMI lll(*hCM, le Kit erme ti te «lim iieKuiate. 2.*» pulii. *io. pò oriteli m xii •l l« \ 1101*1*1 \ «tperte «•«»!» «llko line fiorente In am ilo l«* parti, ripiene •H fotone sanitario. Val. S2A per $ I .OS •OIT.II l’K |)| I. A . NX XI imi rn «Il Ottxstl iiifheM, u ran de * arietta. Ne ab bi inno 11 7 pala, i al. *U..*iti, al paio IH X I*l NTK :t-4 Imbottiti* eon «itti, aio «‘«itnne. X a («ire $1.0» «.imi. ix*r »»«!'» \»l. I*l ’U I.KTTI 1)01*1*1 Imbottite «‘«in «‘«ito ne *n aitarli», roper le «*«m Milkollue chiara e *<‘lirn. X al. $T.* p«* r S2.»S iicitii: di i\- x \ ciuchi «il mi pc*«> di 4 libbre, inn ia tutoi, X ni. ni, s;l.»s ( Ol i,in t. di un \- KI XI inure per eft«» mal rimontale* ««latte per eampa- Kii'a. *«»lani«‘iite 20. X alore il palo *P—.!)•* coi*i ;h rr. «n «*tii«ir Itrkio e uitilh». 200 pala in tu ulto. Na ture #2.2? »»«“ *' $1.1» MOBIGLIO-SPECIALE-Tetzo PÌ,HO I’/ un l'atto eli«* noi mulinino per (-ontanii e «jTiìiTTÌi i nostn |)i*e//i non dexono esseri» annientati per causa dì mal pa jpilori a lenii ereditari che papano a rale. 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Sono qui e come tuo marito. La guerra mi ha purificato. l’n raggio di soie illuminò la po vera cameretta, avvolse le loro per sone chinate sulla culla in cui dor miva sorridènte, bello- roseo, il loro piccolo Beppi. I, IVO KKUKI.Wr. IL BACCELLIERATO DI ANATOLE FRANCE fili scolari francesi meno studio si avevano avuto un raggio di spe ranza: i professori volevano sciope rare. 'per ottenere un miglioramento di stipendio, non assistendo agli e sami. ■Ma poi. per patriottismo, lo scio pero è stato sospeso. l/'Excelsior" consola gli scolari e li incoraggia raccontando come i bocciati illustri siano parecchi e no verino tra loro nientemeno (ite Aita tole France. Anatole Thibaut. occ. ■Aliatole France quando dovette fa re il suo baccelierato cadde sotto le grinfie del prof. Maze, uno di quelli esaminatori terribili che sotto l'ap parenza di min bonomia ridanciana velano la ferocia. Egli si dilettava, sopra tutto, di afferrare l'esaminando, come il gat to fa col topo e di giuocare con esso facendogli perdere sempre più In tra montana. Aliatole France era timido ed ar rivò dinanzi ad Haze coi segni del turbamento sul volto. —Non disturbatevi, amico mio disse Haze che diavolo! Non vo gliamo poi mangiarvi! La Senna si getta. . . . nella Manica? • —Sissignore, rispose Anatole France sentore più turbato. Bene! E la I-oira? Anche la Loira si getta nella Manica? —Sissignore, rispose pallido e su dante France che ormai non capiva più un ila. Anche la Carotina, non ò vero, sì getta ne’’o Manica? Sissignore, . . . E il Rollano sfocia nel lago Kamciatka? Sissignore. . . , Haze scoppiò: Nel lato Kamciatka! nel lago inciatk.il Voi siete un canchero! p son to! /ero, zero. . . . 1!. (n qual modo Anatole Fran ce dell'Accademia- francese, fu boc ciato da Haze, membro dell'Accade mia delie Iscrizioni e liellg Lettere^ NOVITA’ PARIGINE li dopo guerra è ricco d'iniziative teatrali a Parigi, e i nuovi teatri, lut ti sorti con un programma artistico pili o meno audace e giovanile, si succedono a brevi intervalli; il Tanlt prima, poi l'Arte e Azione, poi il Nuovo Teatro Libero fondato da Pierre Velieri ed ora il Theatre du Figuler, che anch'csso si propone di scoprire i giovani ingegni e d'in o raggiare i novizi. Il Figliier se aperto in <|uesti gior ni con la 'Tragedie d'Alexandre’’ do ve l'autore Paul Demasv non si peri ta. fra tanto fiorire di vaudevilles di ridestare dal loro sonno due volte millenario le ombre di Filippo il Ma cedone e di suo figlio Alessandro e di porle in contrasto. B’ la lotte fra la generazione ar rivata all'apice della sua gloria e duella i he. minacciosa, sale dietro di lei. Filippo umilia Alessandro; Ales sandro gli si rivolta, acre e indocile come un leoncello. Ma nel furore stesso d' una scena in cui il ribelle brandisce un pugna le. il padre (piasi si compiace di quel suo tiglio sublime e terribile, che so lo può continuare la sua opera. La colle-a, la tenerezza, il rispetto del genio intraveduto si alternano nell'anima paterna. Alessandro egli pure {■ tormentato come Amleto; ma non è. come il prin cipe di Danimarca, la vittima del do vere verso gli altri, bensì del dovere verso 11 suo dio interiore. Le grandi cose ch'egli deve fare tumultuano in lui e anelano a rea lizzarsi. E la bellezza del dramma consiste nell'essere egli medesimo. Alessandro, il loro zimbello, consi ste in questa tortura che un Rona parte verso il delia sua came retta di via Conti, deve aver cono sciuta. La tragedia ha avuto fortuna ; con cordi 1 critici nel lodarla; concorde il pubblico nel lap pia udirla. Vn altro successo Mia strappato al Teatro Sarah Bernhardt, "Napo leonette". una commedia die de Lor de e Marsele hanno tratto dal ro manzo di Gyp. Nopoleonette & una piccola Sans flène; e non vi sarebbe da stupirsi dice Abel Hermant che le ar K sia Bambini e Adulti Sani e Felici si trovano in quelle Famiglie ove il LOZOGO DEL DR. PIETRO e la medicina di casa. -Esso elimina le impurità dal sistema e crea sangue nuovo, ricco e rosso e carne sana, solida e vitale. • re P? r ? , ° con pure radici ed erbe salutifere, è specialmente indicato pei bambini e per quelli di costituzione delicata. I farmacisti non postone fornirlo. Per maggiori informazioni rivolgersi a DR. PETER FAHRNEY & SONS CO., 2501-17 Washington Blvd. CHICAGO, ILL. I Spedito nel Canada Franco di Tassa di Dogana) LAVORI PI DENTISTA BENE GARANTITI TETTI I NOSTRI LATORI SO NO GARANTITI PER 80 ANNI Il nostro Motto *: “Buon la voro a Prezzi Ragionevoli." 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