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A vrei poi dovuto passare la intiera notte natalizia e la mattinata in treno, ma il pensiero di giungere inatteso, fra i cari volti famigliari, come un buon dono natalizio, mi avrebbe ad usura compensato dal le fatiche sopportate per avere la breve ora di gioia. gi, è stato sacrificato per il ban chetto e po,i sotto le abili cure di un Vatel che prima di esser sold' to dirigeva le batterie di cucila cu una principesca casa romana, tra sformato in mille diverse maniere, tutte buone, succolenti ed appetitose. E mentre il pranzo si preparava il cappellano, all'aperto, su di un altare improvvisato eon alcune cas se da cartucce ricoperte da una to vagliola bianca, celebrava la mes sa di Natale ai soldati. Visto mialtempo s'era in qualche modo cercato di riparare l'officiante, ma con scarsissimi risultati. iCiò non ostante il cappellano volle parla Il mio generale, guardandomi I re ; parole brevi e buone, in cui i fissamente con quei suoi occhi co lor acciaio, quando gli ho chiesto 24 ore di permesso "per fare Na- tale a casa , ha sorriso; poi sij era sul limitare d'un baraccamen to, e puroprio dinanzi a noi una trinomio uio-ifatria-I,amigiia ri suono molte volte e ci commosse facendo passare in tutti i cuori un brivido sottile e profondo. Il pranzo costituì un vero trion compagnia di alpini s'apprestava Ifo dei-cucinieri e fu assai gaio. A a partire per dare il cambio, ini pranzo fece seguito la. distribuzio trincea, ad un'altra compagnia I ne dei doni natalizi. Doni ne son m'ha additato col suo gesto largo i I venuti da ogni parte : ufficiali soldati nella loro bizzarra tenuta I soldati hanno avuto tutti qualcuno esquimese. I che s'è ricordato di loro e che tale Perchè lei sì e loro no ? I huon ricordo ha documentato in 'Rimasi muto, impalato sull'at- modo tangibile. Quante svariate tenti, mentre la compagnia sfilava I buone ose! Dalla Sicilia alla Va dinanzi al generale, partendo ver- d'Aosta, tutte le Provincie d'Italia so l'ignoto. Ma un'ora dopo una! hanno mandato un saggio dei loro ordinanza mi portava un pezzetti no di carta, un po' gualcito, un po' lercio, sul quale certi caratterini sbilencli dicevano che io potevo andarmene per 24 ore. prodotti. Il cuore d'Italia ha ope rato prodigi! Visto che c'ero e che ci dovevo stare per forza, m'hanno affidata la distribuzione dei doni. Scelgo Un ragionevole egoismo, in cer-1 a caso nella montagna di pacchi 'te date condizioni, non è poi dell sventro un sacchetto, apro una ce tutto da condannarsi. Si compren I sta e distribuisco alle mani che si derà quindi facilmente come ieri, I tendono. Si ritorna- bambini, si ri dieci minuti dopo aver ricevuto il I de, si scherza ; dimentichi di tutto permesso, io fossi pronto per lai fuorché dell'inattesa ora di gioia partenza. Disgraziatamente l'uomo pro pone e Dio dispone: proprio men tre, lasciando l 'accantonamento, ! che ci sfiora beneficamente e che forse non tornerà più per alcuni. per molti di noi. "Uno dei soldati, che mi aiuta nel-t incominciavo a lasciarmi scivolar I la improba fatica d '(accontentarne più per i pendii nevosi, eccoti una 1500 altri, mi porge una gran cesta tormenta di neve 'arrivar d'improv I pesante pesante: l'apro e la prima viso, mettendomi non soltanto nel la assoluta impossibilità d'andare oltre, ma rendendomi estrema mente diffìcile il percorrere quelle poche centinaia di passi costituen ti la breve strada del ritorno. Ed eccomi a far Natale a 3000 cosa che mi colpisce è un bigliet to: "Per i soldati che non hanno nes suno. Laina-Cliclin". E' quello l'unico momento della giornata in cui mi sono sentito ve metri sul mare, fra la neve ed il Iramente e profondamente commos cielo, a qualche centinaio di metri! so. Non è vero che la guerra, con dai reticolati e dai trinceramenti I i suoi orrori, col suo sangue, colle del nemico. I sue distruzioni, renda .l'animo re (Abbiamo trascorso una giornata I trattario -alla commozione. Son molto calma, calma dal punto di! rimasto lì, col biglietto a mezz'a vista guerresco, poiché da quello I ria; dinanzi agli occhi mi è passata di martirio la tormenta non ebbe Ila visione dei due bimbi ignoti, di mai un attimo di tregua. Ai rom- Liana e di Cliclin, un arruffio di bi delle artiglierie, oggi, si erano I capelli biondi, quattro grandi oc sostituiti quelli delle valanghe ; I chioni azzurri : forse sentendo che al sibilo dei proiettili quello dell i doni loro eran destinati ai solda- vento. I ti che non hanno nessuno avran (Per una tacita intesa, almeno, I pensato: "come si fa a non avere nella nostra zona, la tregua natali-1 nessuno?" , Si beve alla fortunia d'Italia, al Re soldato, al Generalissimo che va di giorno in giorno ingiganten do nella mente e nel cuore dei sol- j 1 M TTY li zia c e veramente statia.. &a i po veri soldatini. vestiti di bianco, im-i del Governo o dei Comitati che, in fatto d'abiti, esagerano sempre, forse credendo di dover rivestire dati, alle famiglie lontane. dei rinati giganti Golia - quelli La sala da pranzo ove abbiamo che avevo veduto partire per le consumato il banchetto natalizio trincee avanzate e che mi avevano, era, prima d'ora, la stalla d'una involontariamente, procacciato ili baita perduta sulla montagna. Tut- - monito del generale, in questo gior Ita 1 industriosa buona volontà dei bottiglie dello spumante per frap parle nella neve: non poteva avere una idea più infelice ; lo spumante s'è frappato tanto che è gelato. Quel non eccessivo calore, poi, sviluppato dalla sullo data stufa, ha anche il pregio di sciogliere, al meno in parte, la neve che, per oltre mezzo metro, grava sul tetto della baita. D'onde uno stillici dio sulle teste, sui tavoli, sulle sto viglie, di goccioloni noiosi filtran do attraverso le fessure del soffit to. Non parliamo poi del fumo. Chi entra nel nostro salone impie ga cinque buoni minuti ad asciu garsi gli occhi che lacrimano di speratamente ed a calmare la t"s so che lo prende alla gola con mi naccia di soffqazione. Poi, più che vedere, intuisce delle figure sedute attorno alla stufa o sdraiate nelle cuccette. ' Dodo i brindisi c'è una pausa: i pensieri di. tutti viaggiano lon tano, portati dal vento che conti nua imperterrito ad urlare dispera tamente. Tratto tratto, nelle pau se della tormenta, ci giunge il can to dei soldati tappati nei baracca menti, dolce e triste come una ne nia natalizia. Il cappellano va alla porta e la spalanca bruscamente. Il vento gelido che ci investe fuga tutti i fantasmi, tutte le care ricordanze : usciamo tutti. Fuori è un folle tur binar di neve, nel quale scompaio no le baite ed i baraccamenti dei corvée che porta il rancio ed allo ra, per 24 ore, addio " pappa cal da" o quasi: bisogna accontentar si dei viveri di riserva delle sca tolette di carne, generalmente as sai buone, ma che col freddo gela no e che, riscaldate dagli " scald a rancio " (specialmente quelli della prima maniera, fatti col sego) ac quistano' un erto odore- chiamia molo pure puzzo - di sego e di fu mo, che farebbe fuggir via l'ai -perito ad un morto di fame : e tut tavia i nostri soldati consumano allegramente, senza soverchie la mentazioni, scagliando tutt'al più le scatolette vuote verso il ne- mico... : . . ,;-. .. ;-, Oggi, invece, i ranceri . hanno voluto, forse anche in grazie, alla foschia prodotta dalla tormenta, portare, di pieno giorno, le loro marmitte calde alle' trincee, óve sono stati accolti trionfalmente. Noi; sempre e ad ogni costo troppo cavallereschi, ' abbiamo, considerando la , data, vo- luto credere, una volta tanto, ad un gesto cavalleresco dell 'avver sario. Gesto che, per sdebitarci ad usura, abbiamo restituito prima di sera, permettendogli uno scambio di guardie sotto il tiro delle no-' stre mitragliatrici.Ma posso as sicurarlo questa cavalleria è proprio vana. Quelli che stanno di là non la capiscono ; snarann sn feriti, sui portaferiti, sui medici, sui sacerdoti; basta che intuisca- soldati, rivelati soltanto da turbi- no una manovra per il ricupero di ni di fumo che fuggono dalle cimi- un" caduto, specialmente se è un njere di latta. Nessuno parla : cer ufficiale o se essi credono lo sia, chiamo di vedere qualche cosa' ai per scatenare il- loro furore.1 Non di là del nevischio: nulla! possia- potendo far altro si sfogano sul mo crederci gli ultimi rappresen- caduto, arrivano al punto di diri- tanti di un mondo scomparso. Ma il silenzio è rotto ed una vo ce ci richiama bruscamente alla realtà. ... V .. .' ; ' . . : Andiamo alle trincee ! dica il eappellano. r ' ; Egli ha il nastro azzurro dei va lorosi e tutti, ufficiali e soldati, lo gere su di lui il gettp delle mitra gliatrici e di irrorarlo di pallotte. Vii giorno a..; un nostro piccolo posto di alpini è sorpreso da so verchianti forze nemiche : si batte eroicamente colle unghie e coi den ti; la metà calde, l'altra metà è fatta prigioniera, sei uomini in amano e lo rispettano come prete tutto. Il giorno dopo, nelle prime e come soldato. - incerte luci dell'alba, le nostre sen- La proposta è generosa, quindi tinelle, sentendo rumore di passi, accolta senza discussione : nessuno danno il ' chi va là" : sono alcuni , certamente pensa alla possibilità soldati alpini che ne trasportano di non ritornare. Ci vogliono di;-- altri feriti. Si erede al ritorno f or ci buoni minuti per l'iabbigliamen- tunato di quelli del giorno prima to'polare e tsi parte. Il cappellano che erano stati dati per dispersi è dinanzi : lo segue il capitano me- e, naturalmente, si va loro incon- dico. ; Quei due'uomini, che godo no in tutta la zona una straordina ria reputazione di intrepidezza e di coraggio, vanno sempre insie- tro.J I briganti avevano spogliato morti, feriti e prigionieri, avevano vestiti i loro "alpeniager" e eon quelli organizzata ; l'imboscata. me: sogliono dire ridendo che so- Fortunatamente, passato il primo no colleghi: medico l'uno dei cor- momento di sorpresa, abbiamo po pi, delle anime l'altro. Vanno in- tuto reagire in tempo e nessuno di nanzi, perchè la strada delle trin- quei manigoldi è tornato indietro cee entrambi la conoscono molto a raccontare l 'esito della brigante bene, l'hanno percorsa tante volte, sca azione. E un altro giorno... anche di pieno giorno, anche se Ma, se incominciassi a racconta- identificati e pres di mira, da 11 veaette nemicne : tutte le volte intanto, siamo giunti : 1 msrres- che ve ne è stato bisogno, senza so del camminamento spira nitidis nemmeno darsi la briga di indos- simo sul biancore circostante, sare qualche indumento bianco at- JEntriamo neUa trincea;: 1 un to a diminuire la loro visibilità go corridoio scarsamente illumi-' nella neve semplicemente per chè il dovere li chiamava. ; Il nemico ha finito col conoscerli nato dalla poca luce che passa dàl ie feritoie. C'inoltriamo cautamen te : la trincea sembra deserta : al no caro ad ogni cuore di uomo, al tro dolore non ebbero 'ali 'infuori di quello d'esser soli e lontani. I cucinieri hanno fat.to delle co se straordinarie ; da quindici gior ni il "menu" del rancio natalizio era oggetto di preoccupazioni, di discussioni, argomento di infiniti! conciliaboli. C'era voluta tutta l'autorità di un collonello e la sanzione supre ma del mio generale, capitato nel baraccamento all'improvviso, ma con la ferma intenzione di trascor rere il Natale fra i soldati, fra i suoi soldati, per definirlo nelle sue linee. Un porco, un grosso porco tirato su qualche mese fa, attrae verso sentieri impervi e passaggi ritenuti primia d'ora inaccessibili, con strida e grugniti formidabili I no 23, sèmpre sotto lo zero. che debbon aver non poco impen-i II soldato facente funzione nostri soldati non ha potuto tra sformarla eccessivamente. Se non si vede, almeno si intuisce l'antico ufficio. Alle pareti, collo stesso sistema usato nei cameroni a bor do dei transatlantici per emigran ti, sono infissi dèi tavolati, l'uno sopra l'altro: li dormono gli uffi ciali, infilati nei loro sacchi a pelo, quando non sono di servizio. Una grande stufa di ghisa, tirata su a prezzo di chi sa quali fatiche, con tutta la sua buona volontà non ii'-j riva a fare il miracolo di portare il termometro alla iperbolica cifra di 10 gradi centigrati sopra lo zo- e riconoscerli; ma, con quella ge- l 'infuori della sentinella bianco- n erosa e cavalleresca umanità che vestita, appoggiata al fucile con lo contraddistingue, continua a far una posa di soldato napoleonico, fuoco su di loro ogni qualvolta nessuno. Ma un rumore di voci ci glie se ne offre il destro. Certo guida verso i soldati. Da trincea, che, se i due valorosi sono, ancora svoltando ad angolo retto, si diri incolumi, la colpa non è loro. D'u- ge verso una gran camera ove, no ha avuto il berretto sforacchia- durante il combattimento, stanno to da una pallottola, l'altro la bor- le riserve. " . . raccia; e tengono a questi due og- Tutti sono lì: ufficiali e soldati, getti come a dei portafortuna. ; accoccolati nelle più disparate ma il generale, ad onta di qualche niere, attorno ad uno di loro che rispettosa rimostranza è con loro, parla. La parole, lungo il corri si parte di buon passo, seguendo il sentiero aperto nella neve che oltrepassa i due metri di altezza, in fila indiana. Il nemico non ci vede b non vuol vederci. Dopo forse cinquecento passi incontriamo, di ritorno, i sol dati che hanno portato il rancio in doio che fa da portavoce, giungo no nitide e chiare... ; ".... ed allora il principe raccol se la scarpetta e fece pubblicare un bando promettendo di sp osare colei che fosse stata capace di cal zarla " ; V; . Nella sera di Natale, uno di quei trincea. Normalmente. Questo af- favoWonflt.nri A rni sniA tipIVT. fare del rancio agli uomini nellf talia Meridionale, non s'è ancora trincee è una cosa oltremodo sca- spenta la yn7,rfk ir "uni rtallft titi- 1 orosa, poiché bisogna attraversa- cee nostre, in cospetto del nemico io. Fuori però, a proposito di re uno spiazzo assolutamente sco- vigilante, ai soldati d'Italia, ' a temperatura, le cose vanno alquan perto battuto dal fuoco nemico ; di quei feroci soldati d'Italia descrit to peggio. A mezzanotte avevamo giorno, quindi, impossibile tentar ti dai comunicati austro-tedeschi, 32 gradi sotto zero ed ta mezzogior- l'impresa : che è pure diffìcile an- raccontava la storia di "Ceneren- che la notte, poiché il nemico, con tola! dalla' scarpina piccola pie di quei suoi maledetti razzi illumi- cola e di "iOapmittft T?ncsftM sierito il nemico vagilante non lun- maggiordomo ha portato fuori le nanti, può sorprendere la povera 1 mangiato dal lupo!!....; \n\n Raffaele Cavallaro & Bros. 58 -68 Hill Street. : Hew Haven, Conn. UNDERTAKER