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E ciò per la sem plicissima considerazione che noi ìion accusammo affatto sdì "graft" i componenti Idi quel bmitato. Nè ci riferimmo alle somme che i sollecitatori degli avvisi ricevet tero da certuni i quali vollero do nare alla Croce Rossa e non volle ro la publicazione di alcuno avvi so nel loro interesse. 2. Noi dicemmo, e torniamo a dire, che il Comitato dei Figli d'Italia, autorizzando quei due in dividui ad andare in giro per do-' mandare, in nome della Croce Ros sa, avvisi per quel programma, autorizzò uno sfruttamento a dan no della 'Croce Rossa. llnfatti, coloro che dettero, det tero per favorire la encomiabi le iniziativa, poiché erano sicuri che, detratte le spese di stampa e la provvigione (25 per cento) per i sollecitatori, la rimanenza sareb be andata tutta a vantaggio della Croce Rossa. Se si fosse, invece, detto che solamente 100 dollari sarebbero andati a vantaggio di detto fondo, molti non avrebbero pagato, in una misura molto generosa, lo spa zio per il loro avviso. He noi moviamo rimproverò a coloro che sollecitarono gli avvisi. Quegli individui, avendo pagato $100 per ottenere il privilegio di domandare avvisi, erano piena mente autorizzati ad ingaggiare il maggior numero 'di avvisi, sem pre nel nome dei Figli d'Italia e per la Croce Rossa. The Weibel (Rrewin pò., IThe Greist Mfg. Co., The Yale Brew ing Co., The Strouse, Adle Co., The New Haven Clock Co., ecc, pagarono generosamente lo spa zio occupato dai rispettivi loro av visi nel programma. E perchè? Appunto perchè fu ad essi doman dato lo avviso in nome della Croce Rossa. (I signori Gils on, ic e, Babcock, Tilson, Barns, Pollman, i quali oc cupano publici uffici, perchè pu blicarono i loro cuts nel program ma e pagarono per tale publica zione? Appunto perchè, ad es si, la inserzione del cut, nel pro gramma fu domandata in nome della Croce Rossa. Quei signori, che sollecitavano gli avvisi, ebbero anche cura di inviare, ai businessmen, preceden temente alla loro visita, una let tera mediante la quale domanda vano, a detti businessmen, l'avvi so in nome della Croce Rossa. La lettera menzionava che la Fiera sarebbe stata eseguita dai Figli d'Italia e che il ricavato sarebbe andato a vantaggio della Croce Rossa. E deità, lettera riportava, in una colonna, i nomi dei compo nenti il Comitato Esecutivo e dei Patroni della Fiera. Quei due individui, se avesséro avuto più tempo a propria dispo sizione e se avessero avuto mag giore fortuna, avrebbero potuto incassare diverse centinaia di dol lari oltre lo ammontare che riu scirono a collcttare. Abbiamo, adunque, torto noi nel dire che, in quell'occasione, il no me della Croce Rossa fu molto, ma molto, 'maltrattato? 3. Non credono i signori del "New Haven Evening Register" che il chairman del comitato, che eseguì i festeggiamenti in onore dei Delegati dei Figli d'Italia qui venuti per la Convenzione, meriti la censura dei benpensanti per a ver domandato oppure per aver fat to domandare, a coloro che occu- pano publici uffici per il voto de - gli elettori, una inserzione nel pro gramma che fu distribuito la sera in cui, all'Harmonie hall, si dette il ballo per onorare i delegati su detti? Non pare, ai signori del New Ha ven Evening Register, che la ri chiesta di quella inserzione, che fu fatta IN NOME DI QUESTA MASSA ITALIANA, costituisce, come dissi, una indecenza che tor na a tutto danno del prestigio del 'nome italiano e di questa ni&àsa e- lettorale? Non credono i signori del New Haven Evening Register che colui il quale ci qualificò "trouble-maker debba essere un imbecille oppure un maligno? Se deve esser considerato "trouble-maker" l'individuo, il quale, nello interesse morale della mas sa, cerca mettere le cose a posto e denunzia, alla publica opinione, certi sconci per evitare che gli au tori, per il silenzio di tutti, conti nuino a fare il proprio comodo in danno della correttezza io, al- lora, sono un "trouble-maker". Ma, secondo coloro che hanno il cervello a posto e che sono onesti, colui, che agisce in tal modo, me rita plauso, mentre ai suoi aggres sori spetta il titolo di "farabutti". Non pare, adunque, ai signori del N. H. Evening Register che es si dettero, per lo meno, prova di leggerezza con il raccogliere la pa role di un imbecille o di un mal vagio? Gli italiani di New Haven cono scono i loro polli. Si voleva, da certi individui di New Haven, co gliere l'occasione della Conven- Izione per eseguire uno show poli tico a tutto danno della massa. Noi mettemmo in sull'avviso i conna zionali di New Haven. E la mas sa comprese il giuoco e rispose di gnitosamente. In che modo? Con il non prender parte alle ma nifestazioni. Quanti e quali furono gli ita liani di Ner Haven che si recaro no al banchetto? Circa una doz zina oltre alcuni dei componenti il Comitato. E ' noto che gli interessati nella riuscita dello show politico, lavorarono per avere una forte rap presentarla di italiani al banchet to; lavorarono per avere la pre senza di certe personalità promi nenti, in New Haven, .nel campo del censo oppure della intelligen za oppure del commercio; ma il lavoro a nulla approdò. Si invitarono i presidenti dei sodalizi a recarsi a render parte al "Vermouth di onore", al quale avrebbero preso parte personalità politiche della città e dello Stato ; ma i presidenti non risposero allo appello. Perchè? La risposta è e- vidente. Bisogna convincersi che gli ita liani di New Haven non ne voglio no più sapere di COLORO CHE SI RICORDANO DEL POPOLO SO LAMENTE QUANDO DEGGIO NO SFRUTTARLO. Noi abbiamo lottato, lottiamo e lotteremo sempre per fare, nella giusta misura, rispettare la massa che, dal lavoro, trae ì prowenti alla vita. E noi siamo soddisfatti della benevolenza della quale, in ogni occasione, ci sono larghi i con nazionali. 1 Noi ed è purtroppo noto non combattiamo per il nostro tor naconto. E SFIDIAMO tutti i no stri avversari a provare il contra rio. I signori del N. H. Evening Re gister non credettero opportuno publicare la nostra "protesta" che, nella decorsa settimana, fa cemmo ad essi tenere. Nello scorso lunedì, credettero, invece, conveniente publicare la risposta di Enrico Giammarino al la nostra protesta e fecero prece dere detta risposta dalla seguente noti cina: Le accuse, fatte da P. Cobian chi, editor de 'Indipendente, con tro il comitato di soccorso dei Fi gli d'Italia, furono negate dal Dr. Henry Giammarino e da altri du rante la seduta della Convenzione, "Nella sua lettera, che z Regi ster ha avuto nelle sue mani per una settimana e che evitò di pu blicare" a causa del carattere del le accuse, Mr. Cobianchi incolpa il comitato di Soccorso dei Figli d'Italia di avere mandato in giro sollecitatori per raccogliere con tribuzioni allo scopo di stabilire un fondo per le mogli ed i figli de gli italiani che partirono da New Haven per raggiungere, in Italia, i rispettivi reggimenti, e che detti sollecitatori abusarono della con tribuzioni ricevute e che, mentre avevano collcttata la somma di $1000, solamente $100 avevano ver sato al Comitato." Poiché il sig. Giammarino aveva detto cosa inesatta e poiché il Re gister aveva, mediante quella no ticina, affermato cosa del tutto in sussistente come risulta dal conte nuto del nostro scritto di sopra ri portato, noi ci sentimmo pienamen te autorizzati domandare, ai signo ri del N. H. Evening Register, la publicazione di una nostra nota con la quale mettevamo le cose a posto. Ci fu risposto, dai signori del Register, con la seguente lettera: Sig. Cobianchi: Città. Caro Signore, "Il Register preferisce mante nersi fuori da tale questione, rite nendo che coloro, che sono princi palmente interessati, possono ag giustare le cose e non trascinare la Croce Rossa in una discussione a mezzo della stampa. Il Register apprezza la vostra cortesia nell'es sersi ad esso rivolto. Sinceramente, H. PHILL. I signori del New Haven Even. Register se intendevano, come af fermano, mantenersi fuori dalla questione e non intendevano get tare il nome della Croce Rossa in una discussione a mezzo della stam pa, non avrebbero dovuto publica re la dichiarazione del Giammari no una volta che non avevano cre duto publicare la nostra protesta. Agendo in tal modo, avrebbero dimostrato di interpretare corret tamente le sane regole del giorna lismo. Ma, avendo publicata la dichia razione del Giammarino ed aven do, ancora, publicata una notioi na, per conto proprio, facendoci dire quello che non ci eravamo so gnati di dire, essi avevano il DO VERE di publicare il nostro scrit to. Quel rifiuto ci dà il dritto a ritenere che quella noticina, che precede !a dichiarazione del Giam marino, non fu scritta, dai signori del Register, in "buona fede" sib bene ' ' maliziosamente ' Ed a noi -piace fare osservare, ai signori del N. H. Register, che il voluminoso formato di un giorna le e la frequenza delle sue publi cazioni NON sono elementi suffi cienti per dare il diritto ad esso giornale di considerarsi siccome "corretto". AW. P. COBIANCHI. C)OOOooc)OOOoooocooooooooc': La guerra sull'Isonzo E I SOLDATI IN LICENZA ECC. Da ROMA. Parliamo un poco diella guerra al nostro fronte. Gli ultimi comu nicati del generale Cadorna segna lano un risvéglio d'attività sul l'Isonzo, ed è stato finalmente con sentito dalla 'Censura ai giornali di tracciare con una certa preci sione il quadro della nostra situa zione militare in quel settore. Op portunissima cosa, questa, special mente per una ragione alla quale accenneremo più sotto. Quando, dai primi di novembre alla metà di dicembre, si svolgeva la grande offensiva delle nostre truppe sul fronte orientale, il pub blico italiano si aspettava di ve derla coronata da risultati gran diosi. Edi era una illusione. 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